Data: 11/04/2006
Cagliari, 11 aprile 2006 – Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la legge che disciplina la pesca.
Il disegno di legge 173, “Disposizioni in materia di pesca”, disciplina un settore importante della nostra economia a lungo trascurato. In particolare per la pesca in mare, esso istituisce i “distretti” per uno sfruttamento sostenibile delle risorse ed evitare un impoverimento del patrimonio ittico, che, senza rimedi tempestivi, metterebbe in forse l’attività di tanti lavoratori. Il litorale sarà suddiviso in varie zone e le acque territoriali antistanti saranno riservate alle imbarcazioni “che di fatto svolgono attività in dette acque”.
Lo spirito della legge è quello di perseguire le “buone pratiche ittiche” per razionalizzare lo “sforzo di pesca”; spetterà alle marinerie interessate difendere la pescosità del mare con forme di autodisciplina, eliminando forme dannose al novellame, osservando il fermo per le riproduzioni biologiche.
La legge consente, fra l’altro, di sbloccare gli indennizzi previsti per il mancato reddito determinato dal fermo biologico. Riguarda, inoltre, interventi a favore anche della pesca in acque salmastre e dolci, dell’acquacoltura, della mitilicoltura e della molluschicoltura; prevede finanziamenti alla piccola pesca e indennizzi in caso di calamità naturali o eventi eccezionali.
Per quanto riguarda le risorse finanziarie, ammontano a 10 milioni di euro.
Nel presentare il provvedimento all’aula, il relatore, on. Giommaria Uggias (Margherita) ha ricordato il voto unanime espresso dalla Commissione sul testo della Giunta, che è stato, in alcune parti, migliorato (giudizio riconosciuto, peraltro, dall’assessore dell’ambiente Dessì, che ha condiviso la stesura definitiva). Si tratta – ha detto Uggias – di un provvedimento molto atteso, che colma un vuoto normativo e consente, fra l’altro, di ripristinare gli indennizzi per il fermo biologico, che nel 2005 non si è attuato a causa proprio della disputa con l’Unione europea. Uggias ha ricordato il “peso” economico del settore: 11mila tonnellate di pescato per un controvalore economico di 84 milioni, 2800 addetti e oltre 1300 imbarcazioni. Obiettivo della legge – ha aggiunto – è quello, in armonia con le direttive comunitarie, di ridurre “lo sforzo di pesca”, per evitare il depauperamento delle risorse ittiche. Il litorale (altra novità fondamentale) verrà diviso in zone (distretti), ciascuna delle quali affidata alle marinerie di competenza che lo gestiranno secondo buone pratiche di coltivazione del mare. Un piano di protezione delle risorse acquatiche stabilirà limiti di tempo e tipi di cattura, secondo un progetto che si proporrà, secondo le esigenze territoriali, l’arricchimento della fauna ittica e le prospettive economiche dei pescatori.
Sono previsti aiuti a favore degli imprenditori anche per attività collaterali, come l’ittiturismo e la pescaturismo che trovano alimentano una domanda crescente. Un fondo ad hoc consentirà di intervenire in caso di calamità naturali, di avversità atmosferiche oinquinamento.
La legge riguarda la pesca marina, in acque salmastre e dolci, ma riguarda anche acquacoltura, mitilicoltura e molluschicoltura.
Quando alle risorse disponibili, la Commissione di merito (agricoltura e ambiente) ha chiesto 8 milioni di euro (5 quelli previsti dalla giunta).
L’assessore Dessì ha parlato di urgenza per una legge che consente di intervenire di nuovo sul fermo biologico e chiudere una pagina conflittuale con l’Unione europea, che sembrava orientata a notificare alla Sardegna una procedura d’infrazione per mancata notifica sul fermo biologico e sugli indennizzi ai pescatori. Il vecchio regime di aiuti della Comunità è scaduto nel 2004 e ciò rendeva necessario legiferare subito per colmare il vuoto. Ammorbidita la Comunità (dalla minaccia di infrazione si è passati a una probabile “assoluzione”; evitato lo spauracchio di dover restituire gli indennizzi percepiti), la legge ora può consentire una “gestione moderna” della pesca sarda, secondo un programma frutto di “concertazione millimetrica” con le associazioni di categoria. Approvata la legge, la Giunta – ha precisato Dessì – definirà i distretti. Si passerà, cioè, alla fase operativa.
Tutti d’accordo sulla legge, sono stati votati a ripetizione i 13 articoli e, successivamente, all’unanimità, la legge nel suo complesso.
(Adel)