Data: 21/11/2018 ore 10:00
Una commissione di inchiesta sulla gestione e il funzionamento di Abbanoa spa. È questa la richiesta avanzata (ai sensi dell’articolo 125 del regolamento) da 21 consiglieri della minoranza (primo firmatario, Marco Tedde – Fi) e dal consigliere del centrosinistra, Antonio Gaia (Upc) e che, questa mattina, è stata illustrata ai giornalisti, dagli stessi Tedde e Gaia insieme ai capogruppo di Forza Italia e Fratelli d’Italia, Alessandra Zedda e Paolo Truzzu.
«Abbanoa – ha attaccato la capogruppo di Fi – ha perso di vista la sua missione originaria e devono essere approfonditi e indagati i suoi meccanismi gestionali che finiscono per penalizzare i cittadini e le imprese». Le “bollette pazze”, la scarsa qualità dei servizi offerti e una generale incertezza sulla reale esigibilità dei crediti inscritti nei bilanci – a giudizio di Alessandra Zedda – sono i principali argomenti su cui il Consiglio dovrà compiere le opportune valutazioni e sanzionare eventuali responsabilità.
«Abbanoa oggi nemica dei sardi – ha fatto eco Marco Tedde, Fi – deve diventare Abb’amica». Basta guasti, inefficienze e soprattutto stop alle politiche vessatorie verso gli utenti, ha insisto il consigliere azzurro che ha parlato “di eccessiva litigiosità” riferendosi ai 27 milioni di euro che Abbanoa stanzia in bilancio alla voce “contenzioso con dipendenti e utenti”.«Persino una sentenza del Consiglio di Stato – ha concluso Tedde – certifica le pratiche commerciali scorrette di Abbanoa ed è tempo che il Consiglio faccia chiarezza dunque sull’intera gestione dell’ente».
«Fare luce e chiarezza su Abbanoa – ha proseguito il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu – non è facile con gli ordinari strumenti nelle disponibilità dei consiglieri ed è proprio per queste ragioni che oggi ribadiamo la necessità di una commissione d’inchiesta, per dire no ai califfati e alle inefficienze».
Articolato l’intervento del consigliere della maggioranza, Antonio Gaia (Upc) che ha ricordato i recenti pronunciamenti dell’Autorità nazionale per l’anticorruzione a proposito del necessario riconoscimento del ruolo degli Enti locali nella determinazione della governance di Abbanoa ed ha definito “una stortura” l’eccesivo ruolo della Regione nella compagine societaria.
«I tribunali della Sardegna – ha affermato Gaia – rischiano di non riuscire a fare fronte alla mole del contenzioso in atto tra la società del servizio idrico integrato, i cittadini e le imprese sarde e serve accertare al più presto il corretto funzionamento dei contattori Abbanoa». Antonio Gaia ha inoltre sollevato dubbi sulle fatturazioni: «Ricordo che nel corso degli anni sono state emesse migliaia di bollette con importi spropositati e che tali importi, richiesti agli utenti e dunque inscritti nell’attivo del bilancio tra i crediti, hanno contribuito al dichiarato ripianamento del debito della società».