Data: 09/11/2018 ore 10:00
La lunga e complessa vicenda del Dna di 13.000 ogliastrini, per la quale fra l’altro c’è un processo in corso, è arrivata ad una svolta decisiva sia sulla proprietà del patrimonio genetico che per il suo utilizzo a fini di ricerca.
Lo ha annunciato in una conferenza stampa svoltasi in Consiglio regionale il presidente dell’associazione “Identità Ogliastrina” Flavio Cabitza che ha comunicato i risultati più significativi ottenuti dalla stessa associazione: il patrimonio genetico è di proprietà dei donatori che potranno averlo in restituzione ed i campioni ottenuti saranno custoditi dall’Università di Sassari che, assieme a quella di Cagliari, potranno utilizzarlo a fini di ricerca, in autonomia o con altri partner selezionati in base a rigorosi criteri scientifici.
Siamo qui nella sede del Consiglio regionale, ha dichiarato fra l’altro Cabitza, “perché per noi il supporto delle istituzioni è fondamentale e soprattutto perché vogliamo rivolgere al governo regionale di oggi e di domani un appello ad impegnarsi nella ricerca scientifica”.
La società inglese alla quale erano stati ceduti i campioni, ha aggiunto, “ha cominciato a restituire i primi 50 campioni e continuerà a farlo mentre noi abbiamo già raccolto circa 1500 adesioni da altrettanti donatori che metteranno a disposizione il loro Dn per scopi di ricerca”. La cosa importante, ha poi precisato, “è che tutto avverrà con la regia dei due atenei sardi, stabilendo il principio che la ricerca deve rimanere in Sardegna e deve essere guidata dalla Sardegna in ogni suo possibile sviluppo”.
Dopo l’intervento della ricercatrice dell’Università di Sassari Grazia Fenu, che ha sottolineato le potenzialità della ricerca, ha preso la parola a nome dell’Università di Cagliari Germano Orru secondo il quale il suo ruolo degli atenei dovrà essere quello di fare da “filtro” scientifico non solo sullo studio ma su tutte le ricadute che potranno essere generale sul territorio.
Il docente dell’istituto accademico King’s College di Londra Mario Falchi, sardo e coordinatore del comitato scientifico dell’associazione Identità Ogliastrina, ha messo in evidenza l’importanza della ricerca che, nelle sue varie fasi, ha sempre mostrato la capacità di mettere in moto una serie di attività collegate con un impatto molto positivo nelle società di riferimento.
Il giornalista Giacomo Mameli infine, componente dell’associazione e a suo tempo donatore, ha detto di credere molto nella ricerca ma molto meno nelle “intromissioni” politiche. La nostra azione, ha specificato, “è quella di sensibilizzare la comunità ogliastrina e tutta la Sardegna su questi temi, anche in campi diversi dalla ricerca genetica, per fare in modo che la ricerca nasca e cresca nella nostra terra e che i sardi siano i primi beneficiari dei suoi risultati.”
(Af)