Data: 24/05/2018
Una proposta di legge di tre soli articoli. Tre disposizioni che vanno subito al cuore del problema: tagliare i vitalizi di cui beneficiano attualmente gli ex consiglieri regionali e i loro eredi e reinvestire le risorse nelle politiche per il lavoro.
L’iniziativa è dei consiglieri regionali del Gruppo Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Gennaro Fuoco, Paolo Truzzu, Marcello Orrù e Gianni Lampis.
«La nostra proposta ha un duplice obiettivo – ha spiegato il primo firmatario Gennaro Fuoco – consentire un risparmio alle casse del Consiglio regionale e incentivare l’assunzione di persone in difficoltà. La norma prevede una riduzione al 60% dell’assegno vitalizio di reversibilità a favore dei coniugi di ex consiglieri regionali deceduti e un contributo di solidarietà da applicare a tutti gli assegni in godimento. Chi percepisce un vitalizio inferiore ai 2500 euro dovrà rinunciare al 10% dell’importo mentre il contributo salirà al 15% per gli assegni più alti».
Il risparmio, secondo i calcoli dei proponenti, sarebbe di circa 2,5/3 milioni di euro all’anno. «Somme da reinvestire interamente per la costituzione di un Fondo destinato all’abbattimento degli oneri contributivi per l’assunzione dei capifamiglia di nuclei familiari monogenitoriali con minori a carico – ha aggiunto Fuoco – con questa misura potrebbero essere assunte mamme separate con prole a carico o persone che hanno perso il coniuge. Con le risorse a disposizione si potrebbe arrivare a circa 150 assunzioni all’anno».
«La legislatura sta finendo ma se c’è la volontà politica siamo ancora in tempo per approvare il provvedimento, sarebbe un bel segnale per i cittadini – ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu – noi proporremo in Conferenza dei Capigruppo di portare la proposta di legge in Aula attraverso la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del Regolamento consiliare».
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Gianni Lampis: «Approvare questa legge sarebbe un atto di giustizia sociale, il centrosinistra ha avuto un’intera legislatura per approvarlo. Il gruppi consiliari abbiano la forza di portare in Consiglio il provvedimento e di discuterlo con serenità».