Data: 25/01/2017 ore 16:30
“Le Province sarde si trovano in una situazione finanziaria difficilissima a causa di una azione sistematica di tagli delle risorse decisa dal Governo centrale (102 milioni per il 2017) che, di fatto, azzera l’autonomia degli Enti e si pone in contrasto con l’art.119 della Costituzione”.
Lo ha dichiarato l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu nel corso di una audizione, cui hanno partecipato il Sindaco della Città Metropolitana Massimo Zedda e gli amministratori straordinari delle Province sarde, davanti alla commissione Autonomia, presieduta dall’on. Francesco Agus (Sel).
I tagli, ha proseguito l’assessore, “hanno consentito di chiudere a malapena i bilanci del 2016 ma per il 2017 ci troviamo di fronte ad un quadro a tinte fosche perché la Sardegna (insieme alla Sicilia) è stata esclusa dalla correzione effettuata dalla finanziaria nazionale 2016 a favore del sistema degli Enti locali, una esclusione ingiusta prevista anche per il 2017 che sarà oggetto, domani a Roma, di una riunione della Conferenza delle Regioni e della Conferenza unificata”.
In quella sede, ha spiegato Erriu, “cercheremo di ribaltare questa situazione grazie all’azione congiunta che porteremo avanti non solo con la Sicilia ma anche con l’Anci, il Cal e la Conferenza delle Province e delle Città metropolitane; l’Anci, in particolare, ha assicurato tutto il suo sostegno impegnandosi a non firmare l’intesa con lo Stato se dovesse passare la linea del Governo”.
Una linea, ha aggiunto Erriu, “che colpisce in modo molto pesante gli Enti locali sardi i quali, nei fatti, si sono mostrati fra i più virtuosi d’Italia; per questo valutiamo anche l’impugnazione delle norme che ci penalizzano”.
Il Sindaco della Città metropolitana Massimo Zedda, successivamente, ha criticato con forza la politica del Governo che “con una serie di interventi normativi ha operato ritenendo che non aveva senso finanziaria Enti destinati alla soppressione, ma le cose poi sono andate diversamente”. Fatto 100 il valore della spesa pubblica, ha ricordato Zedda, “la quota riferibile alle autonomie locali è di appena il 6.5% ed ancora più bassa è la quota del debito pubblico, 2.5% di cui il 2% concentrato sul Comune di Roma”. Per cui, ha continuato, “si è cercato di aggredire il debito tagliando quasi esclusivamente sugli Enti locali e determinando, come ha osservato la Corte dei conti, la drastica riduzione dei servizi fondamentali e l’impoverimento del Paese”.
Subito dopo hanno preso la parola gli amministratori straordinari delle Province che, con alcuni accenti diversi, hanno dimostrato, dati alla mano, di aver chiuso i bilanci 2016 facendo ricorso all’avanzo di amministrazione. Ma nel 2017, hanno osservato, si fa concreto il rischio del dissesto finanziario perché gli Enti si troveranno costretti a versare allo Stato più di quanto incassano, pur avendo ridotto i costi di gestione all’osso con drastiche riduzioni dei servizi (istruzione secondaria, manutenzione delle rete stradale, ambiente, trasporto disabili) e del personale.
Il presidente della commissione Francesco Agus, nelle conclusioni, ha affermato fra l’altro che “il sistema regionale delle autonomie locali ha assoluta necessità di certezze per il 2017 perché, in caso contrario, l’alternativa sarebbe solo quella di una anticipazione della Regione che sarebbe comunque pesantissima in termini finanziari ed insostenibile sul piano politico”. Si riproporrebbe sotto altre forme ma con i medesimi effetti devastanti, ha detto inoltre, “la vicenda dei farmaci innovativi che la Sardegna si deve pagare mentre in tutta Italia sono a carico del servizio sanitario nazionale.”
La commissione, infine, trasmetterà al Consiglio regionale un prospetto finanziario dettagliato sulla situazione delle Province sarde.
(Af)