Data: 18/01/2017
Si è conclusa in tarda serata la giornata di audizioni dedicata dalla Commissione “Attività Produttive” alla crisi del comparto lattiero caseario.
Davanti al parlamentino guidato da Luigi Lotto sono sfilati i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, della cooperazione, del Consorzio per la tutela del pecorino romano, dell’Associazione dei pastori sardi e dell’Oilos. A fine serata è stato invece sentito il vicepresidente della giunta Raffaele Paci accompagnato dai vertici dell’assessorato dell’Agricoltura. Assente Confindustria per precedenti impegni dei suoi rappresentanti.
«Abbiamo ascoltato tutti gli operatori del settore. Martedì prossimo approveremo una risoluzione che sottoporremo all’attenzione dell’Aula – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – l’obiettivo è dare una risposta in tempi rapidi al comparto. Il calo del prezzo del latte per la sovraproduzione di pecorino romano sta mettendo in ginocchio i pastori. Servono risposte concrete e interventi mirati».
Diverse le posizioni delle associazioni di categoria che, per affrontare la crisi, hanno proposto soluzioni diverse: dagli interventi per il sostegno al reddito delle aziende agropastorali all’attivazione di strumenti creditizi passando per il ritiro dal mercato della produzione in eccesso con l’acquisto di grosse quantità di formaggio da destinare agli indigenti.
I rappresentanti delle cooperative hanno invece insistito sulla necessità di ragionare su logiche di filiera e di individuare strumenti per favorire l’aggregazione dei produttori. Su questo fronte si punta molto sul ruolo dell’Oilos, l’organizzazione interprofessionale dei produttori di latte ovino che si insedierà ufficialmente il 30 gennaio prossimo.
Un elemento che sembra mettere tutti d’accordo è l’esigenza di autoregolamentare la produzione di pecorino romano. Il mercato ne assorbe circa 250mila quintali all’anno ma nell’ultimo biennio ne sono stati prodotti circa 80mila quintali in più.
L’urgenza, oggi, è trovare un modo per compensare il crollo del prezzo del latte. Dalla Regione sono arrivate una serie di proposte operative, alcune per il breve periodo, altre a lungo termine.
Per affrontare le emergenze l’assessore Paci ha proposto tre diverse misure: 1) un fondo di 4 milioni di euro per l’abbattimento dei capi ovini di età superiore ai 4 anni in modo da ringiovanire il patrimonio zootecnico e abbassare la quantità del latte prodotto, 2) l’acquisto di pecorino romano da destinare agli indigenti. Su questo fronte è in corso una trattativa con il ministero per ottenere l’inserimento del formaggio sardo tra quelli da acquistare con i fondi del bando Agea; 3) un contributo per ridurre i costi di trasporto per le aziende che operano in zone di montagna.
Due invece gli interventi strutturali proposti: un fondo da 8 milioni di euro per la diversificazione del prodotto e uno (da quantificare) per la destagionalizzazione delle produzioni.
Per quanto riguarda il credito, sono già attive alcune misure concordate con le banche che consentono alle aziende di accedere con più facilità ai finanziamenti e altre per il potenziamento delle garanzie dei Consorzi Fidi. «Stiamo pensando anche ad altre soluzioni che saranno attivate a breve – ha aggiunto Paci – tra queste il pecorino bond, il pegno rotativo e gli aiuti in conto interessi per operazioni di credito a breve termine».
Altri interventi allo studio riguardano infine le misure del PSR 2014-2020 per le quali si cercherà di accelerare le procedure di attivazione. «L’anticipazione delle risorse per il benessere animale 2016 potrebbe essere uno strumento efficace per garantire liquidità ai pastori – ha sottolineato il presidente della Commissione Luigi Lotto – in questo modo si libererebbero risorse importanti e immediatamente disponibili».
Martedì prossimo la Commissione stilerà un documento dettagliato di proposte. Dall’assessore Paci un auspicio: «Ciò che serve per affrontare la crisi è la condivisione di tutti – ha detto Paci – non possiamo permettere che il prezzo del latte sia sottoposto a continue oscillazioni, servono politiche serie per governare il mercato. Nella prossima finanziaria c’è un fondo dedicato alle emergenze. Non bisogna però utilizzarlo per puro assistenzialismo, meglio ragionare in prospettiva».