Data: 03/08/2016 ore 10:00
“Aderendo alla proposta dei governatori di Liguria e Lombardia Toti e Maroni e dei parlamentari Giorgia Meloni e Raffaele Fitto abbiamo costituito anche nel Consiglio regionale della Sardegna il Comitato per il No al referendum costituzionale”.
Lo ha dichiarato il consigliere del gruppo Misto-Fdi Paolo Truzzu precisando che, dal punto di vista del centro-destra, “il No alla riforma è riferito al merito, perché noi vogliamo il cambiamento e ci schieriamo dalla parte degli innovatori, siamo per esempio per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e per consentire ai cittadini di esprimersi, attraverso una consultazione referendaria, sulle scelte dell’Unione europea”.
Per quanto riguarda la Sardegna, ha aggiunto, “è chiaro che la vittoria del Si metterebbe a rischio la nostra autonomia regionale, consentendo allo Stato di decidere in modo esclusivo su importanti materia di interesse regionale, dall’energia ai trasporti; sarebbe bene che, su questo punto, il Consiglio regionale facesse sentire la sua voce.”
Per il consigliere Marcello Orrù, nel comitato del No in rappresentanza del Movimento cristiano-Forza popolare, “le riforme costituzionali si fanno quando Governo e Parlamento hanno una legittimazione popolare piena (come accadde nel ’48) e questo non è il nostro caso; inoltre il Senato diventerebbe una sorta di circolo di sindaci del Pd con una rappresentanza regionale del tutto squilibrata, soprattutto a danno della Sardegna”.
Secondo Giancarlo Carta, consigliere di Forza Italia, “è stato una grave errore del centro-sinistra non impostare la riforma costituzionale cercando il consenso più ampio in Parlamento delle opposizioni e delle forze politiche; ne è venuta fuori una riforma centralista che, fra l’altro, comprime ulteriormente il ruolo dei Comuni”. Noi invece, ha spiegato, “siamo per il federalismo municipale, vogliamo che i Comuni tornino ad essere protagonisti perché rappresentano le istituzioni più vicine ai cittadini ed ai loro problemi di ogni giorno”.
Annunciando la costituzioni di Comitati per il No in tutti i Comuni della Sardegna ed un programma di iniziative sul territorio Paolo Truzzu ha ricordato infine che, in termini reali, “nel nuovo Senato la Sardegna passerebbe da 9 senatori a 3, il taglio più consistente (in rapporto alla popolazione) fra le Regioni a Statuto speciale”.
(Af)