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Ospedale Sorgono: presidente e capigruppo ricevono sindaci zona

Data: 18/05/2016

L’ospedale San Camillo di Sorgono non deve chiudere. Lo ha ribadito una delegazione di sindaci del Mandrolisai, della Barbagia e del Barigadu e di  sindacalisti al presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau  e ai capigruppo durante  un incontro che si è tenuto questa mattina a Cagliari.  Erano presenti  tredici sindaci in rappresentanza dei comuni di Aritzo, Gadoni, Tonara, Tiana, Atzana, Sorgono, Ovodda, Meana Sardo, Desulo, Teti, Ortueri, Samugheo, Belvì.    I primi cittadini hanno difeso i servizi erogati dal presidio ospedaliero di Sorgono che rischia il declassamento previsto dalla riforma sanitaria  attualmente in discussione  in Sesta commissione.  I rappresentanti dei comuni della zona  hanno chiesto al presidente e ai capigruppo di vigilare affinchè il provvedimento di riforma  non danneggi le popolazioni del centro Sardegna, già a rischio spopolamento.   I sindaci hanno ribadito la richiesta, già presentata in commissione Sanità durante un’audizione,   che l’ospedale san Camillo diventi “struttura di zona montana”.  Il presidente Ganau, anche a nome dei capigruppo, ha affermato che prima di prendere decisioni finali c’è necessità di un momento di riflessione e di un’ampia interlocuzione.  La sanità – ha detto il presidente Ganau –  ha bisogno di una riorganizzazione ma non si può partire da una mera classificazione  delle strutture per attuare una riforma. Bisogna prima analizzare  le caratteristiche del territorio sardo, valutare  cosa serve ai territori e quali siano i servizi ospedalieri di cui c’è necessità.  Naturalmente – è stato detto –  il problema reale è l’esiguità delle risorse.    Ogni anno spendiamo per la sanità 300 – 400 milioni in più delle somme previste, ma la soluzione non è quella di chiudere gli ospedali,  piuttosto bisogna assicurare  la qualità dell’urgenza, garantendo  i servizi territoriali e la specialistica. Poi si potrà parlare di riorganizzazione delle strutture sanitarie isolane.

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