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Referendum sulle trivelle: appello di Sel per il SI

Data: 11/03/2016 ore 10:30

“Rivolgiamo ai sardi un appello a votare SI al referendum del 17 aprile ed auspichiamo la più ampia partecipazione dei cittadini ad un voto di grande significato per la Sardegna, un voto per scegliere uno sviluppo fondato sulla valorizzazione dell’ambiente e non sulle trivellazioni”.

Lo ha dichiarato il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus, consigliere di SEL, illustrando in una conferenza stampa la posizione del partito sul referendum.

Agus, dopo aver lamentato l’eccessivo silenzio che grava sui temi della consultazione popolare, ha ringraziato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau che “si è speso anche personalmente per sottolineare la necessità di far conoscere nella società sarda le buone ragioni del SI”. Oltre alle questioni legate all’ambiente, secondo Agus, “la vittoria del SI significa anche, sul piano politico, interrompere il processo di accentramento che il Governo nazionale sta portando avanti nei confronti della Regioni e soprattutto delle autonomie speciali come la Sardegna, privandole del diritto di decidere sulle grandi scelte che riguardano i territori”.

Il senatore di Sel Luciano Uras ha criticato con forza l’azione negativa del Governo attuale e di quelli precedenti, “perché fondata sull’idea di allargare gli spazi per lo sfruttamento delle risorse naturali prescindendo dalla compatibilità ambientale di questi interventi”.  Siamo di fronte ad una “aggressione” contro il nostro mare, ha proseguito, “che per la Sardegna ha una importanza vitale, non possiamo pensare ad un futuro migliore se non difendiamo il nostro ambiente costiero e marino”. Dobbiamo votare Si, ha concluso, “per affermare che la nostra idea di sviluppo fondata sull’ambiente, il turismo, la pesca e le risorse naturali di cui disponiamo è parte della nostra stessa identità culturale”.

L’assessore della Cultura Claudia Firino, ricordando che rispetto all’originale proposta referendaria delle Regioni è stato accolto solo il quesito riguardante la durata dell’esercizio dei giacimenti, ha sottolineato che “la vittoria del Si è necessaria per evitare che le Regioni e la Sardegna in particolare, private di fatto delle competenze primarie sul governo del territorio, subiscano un grave vanno per la loro autonomia”.  Un danno, ha poi osservato, “senza nessuna contropartita, nemmeno quella derivante da una presunta autonomia energetica, che non c’è perché gli eventuali benefici per l’attività delle piattaforme non andrebbero a vantaggio delle Regioni che le ospitano”.

Anche per questo, ha concluso, “il referendum del 17 aprile ha un grande significato politico, nel senso che la vittoria del SI può tracciare una strada diversa nei rapporti fra Stato e Regione nelle politiche energetiche ed ambientali”.

Il vice presidente del Consiglio Eugenio Lai, infine, ha ribadito che “una delle ragioni fondative di Sel è la tutela dell’ambiente, come principio cardine attorno al quale costruire una strategia di sviluppo eco-sostenibile”. Per la Sardegna, ha concluso, “questa è la direzione giusta e dal referendum può arrivare un segnale forte anche alla politica regionale ed alla stessa maggioranza, per accelerare scelte sempre più innovative e coraggiose in materia energetica ed ambientale”.

(Af)

 

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