Data: 17/11/2015
“Nel quadro delle iniziative per la tutela dei diritti individuali, riteniamo sia importante che le persone possano scegliere liberamente quali trattamenti sanitari e quali eventualmente rifiutare in una fase della loro vita caratterizzata da malattie particolarmente gravi”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Sel Luca Pizzuto presentando la proposta di legge del suo gruppo, cui hanno aderito anche esponenti di altre forze politiche, in materia di “Dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario (Dat) – istituzione ed accesso al registro regionale”.
Si tratta di una norma che riguarda il cosiddetto periodo di “fine-vita”, ha aggiunto, “di cui si parla ancora troppo poco nelle Istituzioni pur essendo presente nel dibattito della società civile e del mondo associativo; la nostra proposta entra in sintonia con le istanze provenienti da alcune associazioni che hanno contribuito alla sua stesura e, anche per questo, riteniamo utile avviare un confronto nella nostra Regione”.
Il responsabile dell’associazione di promozione sociale UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) Stefano Incani ha sottolineato che “partendo dal principio della laicità dello Stato, la proposta ha il merito di dare voce ad un sentimento diffuso dopo la vicenda di Luana Englaro e riaffermare il diritto della persona a poter scegliere della propria vita; puntiamo ad una legge nazionale che riconosca l’eutanasia legale ma, consapevoli delle grandi difficoltà che finora ha incontrato, è importante rilanciare il tema partendo dal livello locale”.
La nostra legislazione è ancora molto indietro, ha poi osservato il consigliere Emilio Usula di Soberania-Indipendentzia, che ha ricordato di aver presentato nel 2011 una mozione di contenuto analogo, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Nuoro. Il nostro intento, ha detto, “è respingere i richiami alla guerra di religione per riaffermare il principio dell’autodeterminazione dell’individuo sui trattamenti sanitari, attraverso un consenso informato sulla propria salute e le condizioni del proprio corpo”. Da medico, ha precisato, “avrei operato forse diversamente su un paziente in condizioni cerebrali irreversibili se avesse potuto valutare liberamente l’utilità di determinati interventi per il miglioramento o il mantenimento del suo stato di salute; la nostra proposta intende assicurare alle persone una informazione corretta e completa attraverso una libera dichiarazione, predisposta assieme ad un medico di medicina generale, che consente l’iscrizione al registro regionale”.
Parliamo di un argomento molto delicato, ha affermato il consigliere di Sdl Augusto Cherchi, “come dimostra il fatto che dal 2010 la proposta di legge nazionale sul testamento biologico è stata accantonata per privilegiare quella sulla terapia del dolore, ritengo giusta la proposta di legge regionale perché lascia al paziente la libertà di iscriversi o meno al registro ma penso che, anche in base alla mia esperienza di rianimatore, l’eutanasia sia una cosa diversa”.
Per noi, ha detto infine Giovanni Fancello sempre a nome dell’Uaar, “è importante allargare il campo della discussione, partendo dalle Regioni per arrivare al Parlamento; il Governo ha recentemente presentato ricorso contro una legge del Friuli-Venezia Giulia in parte simile alla proposta della Sardegna, ritenendo che sia competenza dello Stato tracciare le linee generali della disciplina di questa materia”. Al di là delle questioni giuridiche, ha concluso, “il dibattito resta aperto ma pensiamo che ci sia lo spazio per una decisione autonoma del cittadino, come espressione di un diritto individuale, prevalente su quella del medico”.
(Af)