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Manovra 2015. In III^ commissione audizioni Cna, Confindustria, Confcommercio e Confapi

Data: 20/01/2015 ore 10:00
Mantenere lo sgravio Irap al 70% e aumentare le risorse per i consorzi fidi, sono le due principali modifiche proposte dalle organizzazioni delle imprese per la Manovra 2015,  nel corso dell’audizione nella Terza commissione del Consiglio regionale, presieduta da Franco Sabatini (Pd). Cna, Confartigianato, Confindustria, Confcommercio e Confapi hanno stimato anche il costo dell’intervento aggiuntivo: circa 85 milioni di euro su una manovra totale di oltre sette miliardi e settecento milioni di euro.
Il presidente della Cna, Francesco Porcu, ha espresso, anche per conto di Confartigianato, un giudizio positivo sulla finanziaria («propone risposte adeguate alla crisi») ed ha insistito sull’opportunità di rilanciare gli investimenti pubblici («apprezziamo la decisione di intervenire con il mutuo da 600 milioni ma Regione e Enti Locali dovranno spendere bene le risorse fin da subito»), puntando sulla riqualificazione e l’efficientamento del patrimonio pubblico, ad incominciare da quello scolastico («si potrebbero risparmiare quattro milioni di euro in costi energetici l’anno e dare lavoro a oltre 1.500 addetti»).
Francesco Porcu ha quindi sottolineato l’esigenza di procedere alle riforme attese: riordino dell’amministrazione regionale; riforma degli Enti Locali; edilizia; legge urbanistica e piano paesaggistico; semplificazione amministrativa; razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio.
La Cna e la Confartigianato hanno invitato la Regione a proseguire con le misure per l’internazionalizzazione delle reti di impresa («servono però almeno 400mila euro per le reti di impresa che avviano processi di internazionalizzazione»), con la velocizzazione della spesa e l’accesso al credito («è necessario innalzare la dotazione del fondo unico per i Confidi fino a 12 milioni di euro»).
Il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, ha salutato con favore il superamento dei vincoli di spesa del tetto di stabilità con l’introduzione del “pareggio di bilancio” ed ha definito “apprezzabile come avvio piuttosto che come incisività” lo sforzo compiuto di spending review nei confronti delle società in house.
Il giudizio negativo degli industriali è rivolto principalmente al “mancato rispetto dell’impegno della prevista riduzione dell’Irap per le imprese sarde”. «La proposta della Giunta – ha dichiarato Scanu – annulla il taglio del 70% dell’Irap per tre anni (dal 2013 al 2015) e danneggia così le imprese in attività che, fidandosi del principio della continuità istituzionale avevano programmato l’alleviamento fiscale sui propri preventivi». «In sintesi – ha proseguito il leader degli industriali sardi – sono circa 80 milioni di euro che vengono prelevati dal sistema produttivo piuttosto che recuperati tra gli innumerevoli impieghi improduttivi e sprechi di sistema».
Un’ulteriore sottolineatura critica ha riguardato l’assenza di una politica e di una strategia industriale: «Riteniamo – ha spiegato Scanu – che un industria moderna e sostenibile debba e possa avere ruolo nell’Isola e siamo convinti che il piano del lavoro è un piano per lo sviluppo che parte dall’industria e dall’impresa». Scanu ha proseguito sottolineando l’esigenza di una maggiore efficienza amministrativa e di un piano per lo snellimento burocratico ed ha auspicato, a questo proposito, la soppressione delle province.
A giudizio del presidente di Confindustria serve inoltre riconoscere il “ruolo imprescindibile dei Confidi nel sostenere e supportare le imprese” ed alla luce di queste considerazioni ha criticato “il taglio sui contributi destinati ai Confidi”.
Il presidente dell’Ance, Maurizio De Pascale, ha quindi completato l’intervento della Confindustria, per la parte relativa alle infrastrutture ed ha salutato con favore il mutuo da 600 milioni per il programma di infrastrutturazione dell’Isola. «Esprimiamo la convinzione – ha dichiarato il leader degli edili – circa l’opportunità dell’indebitamento, nell’attesa che produca effetti significativi l’auspicata spending review delle spese regionali». «E’ imprescindibile – ha aggiunto De Pascale – che anche la Sardegna riesca a fare inserire uno o due grandi progetti nel piano di investimenti strategici europeo (piano Junker) come potrebbero essere le infrastrutture di base per la metanizzazione e l’ammodernamento delle rete ferroviaria, ad incominciare dal collegamento tra i tre aeroporti sardi».
Agostino Cicalò, presidente della Confcommercio, ha lamentato “la scarsità di risorse attribuite al settore strategico del Turismo” ed ha denunciato che “nella Manovra 2015 non si percepiscono politiche che vedano l’impresa privata tra le attenzioni della Giunta”. In generale ha quindi evidenziato la non proporzionalità delle risorse assegnate a Turismo, Artigianato e Commercio rispetto al peso che i tre comparti hanno nella formazione del Pil regionale (59%) e del numero degli occupati (56%).
Cicalò ha quindi criticato la prevista riduzione dello sgravio Irap (dal 70% al 25%) e sul tema della tassazione locale ha affermato la necessità di “creare un sistema premiante per i Comuni che vanno ad alleviare la tassazione locale agendo sul fondo unico degli Enti Locali”. In materia di incentivi alle imprese, il presidente Cicalò ha denunciato come “siano sparite le leggi agevolative di settore e che tutto è rimandato alla speranza dei fondi europei”.
Il leader di Confcommercio ha concluso esprimendo favore per la costituzione del fondo unico per i consorzi fidi ma ha definito “insufficiente” la somma stanziata per le esigenze di garanzia dell’intero consorzio fidi.
Gianfrancesco Lecca, presidente di Confapi, ha ricordato in premessa del suo intervento la situazione di crisi che investe l’Isola e sottolineato la diminuzione del reddito dei sardi. «Il Pil pro capite – ha aggiunto Lecca – è di circa 18.600 euro l’anno e la percentuale di famiglie che percepiscono meno di 6.000 euro l’anno è dell’1.4%». Anche per queste ragioni, Confapi auspica “tempi celeri” per l’approvazione della manovra finanziaria in Consiglio. «Una finanziaria – ha spiegato Lecca – che giudichiamo positiva nell’approccio con la programmazione unitaria; per la spendita immediata dei 600 milioni di euro dei fondi Fesr, Fse e Feasr (residuo della precedente programmazione dei fondi comunitari); per la prevista istituzione del fondo per la realizzazione delle infrastrutture con l’attivazione del muto da 600 milioni di euro».
La critica riguarda, invece, la scarsa assegnazione di risorse per l’attivazione di progettualità mirata ad acquisire competitività (190 milioni di euro) che, a giudizio di Confapi, significa “trascurare le piccole e medie imprese”. Gianfranco Lecca ha quindi auspicato il mantenimento “almeno per l’anno in corso della riduzione dell’aliquota Irap del 70%.
Il direttore della Confapi, Enrico Gaia, ha invece illustrato le osservazioni in ordine alle politiche del credito ed ha confermato una valutazione positiva per la creazione di un fondo unico per i consorzi fidi, attribuendone la responsabilità all’assessorato della Programmazione («sarà possibile avere una regia unica che consentirà una distribuzione con criteri standardizzati e più equi per tutti i consorzi fidi»). Di contro, Confapi ha dichiarato di considerare “assolutamente inadeguato” l’ammontare complessivo delle risorse assegnate al fondo rischi, pari a 5 milioni di euro.

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