CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Ordine del giorno n.38

ORDINE DEL GIORNO COCCO Pietro – PITTALIS – RUBIU – ARBAU – DESINI – FENU – USULA – DEDONI – COCCO Daniele Secondo – CARTA – ANEDDA sulla totale indisponibilità alla dislocazione nel territorio della Sardegna della sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività.

Data: 28/04/2015

IL CONSIGLIO REGIONALE


a conclusione della discussione delle mozioni n. 111, 121, 122, 130, 133, relative al rischio che la Sardegna sia scelta quale sede del deposito unico delle scorie nucleari italiane,


PREMESSO che:
– è imminente la pubblicazione da parte del Governo della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sulla base dello studio effettuato dalla SOGIN Spa e consegnato all’ISPRA il 2 gennaio 2015, il quale, dopo la verifica di coerenza del documento con i criteri dettati nella Guida tecnica n. 29 “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività”, lo trasmette al Ministero dello sviluppo economico che, entro i successivi trenta giorni, darà il proprio nullaosta per la pubblicazione della CNAPI;
– la pubblicazione della CNAPI aprirà la fase di individuazione, tra le aree considerate idonee, del sito definitivo che dovrà ospitare il deposito nazionale;


CONSIDERATO che anche la Sardegna, per le sue caratteristiche di stabilità geologica, geomorfologica e per l’assenza di attività sismica, potrebbe essere indicata nella CNAPI tra le regioni idonee a ospitare il deposito nazionale;


RICORDATO che:
– il 28 maggio 2014 il Consiglio regionale, a seguito della discussione della mozione n. 32, approvava l’ordine del giorno n. 6, che impegna il Presidente della Regione a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee ad ospitare il sito sul quale sorgerà il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell’esito referendario del 15 e 16 maggio 2011;
– inoltre, la legge regionale 3 luglio 2003, n. 8, anche se dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, aveva dichiarato la Sardegna territorio denuclearizzato e vietato il transito e la presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nell’Isola;


CONSIDERATO che:
– in occasione del referendum consultivo regionale, svoltosi il 15 e il 16 maggio 2011, recante il seguente quesito: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti”, la popolazione sarda, con 848.634 “SI”, corrispondenti al 97,13 per cento dei votanti, affermò la ferma volontà di non volere nel proprio territorio installazioni di questo tipo;
– inoltre, la posizione di insularità della Sardegna determina una penalizzazione per la popolazione in ordine alle ben note difficoltà dei trasporti che potrebbero determinare gravi problemi in potenziali situazioni di emergenza e messa in sicurezza delle persone, considerati anche i reali pericoli del trasporto dei materiali radioattivi via mare che potrebbero determinare implicazioni catastrofiche in caso di incidente, come denunciato a suo tempo dallo stesso ENEA;


TENUTO CONTO della posizione assunta dall’ANCI Sardegna il 19 gennaio 2015 che, all’unanimità, ha deliberato di dire NO a ogni ipotesi di dislocazione e deposito di materiale nucleare in Sardegna;


VALUTATI gli effetti negativi che si ripercuoterebbero sulla già grave situazione di crisi industriale in atto in Sardegna e di gap economico rispetto ad altre regioni in cui versa l’Isola e la sua popolazione, senza contare i potenziali effetti negativi sulle persone a livello sanitario;


TENUTO CONTO della grave penalizzazione che la Sardegna già subisce a causa degli oneri eccessivi rappresentati dalle servitù militari, le quali occupano oltre 35 mila ettari di terreno, con conseguenti compromissioni di tipo ambientale, che fanno della Sardegna la Regione maggiormente gravata da servitù militari;


CONSIDERATO che la Sardegna ha invece intrapreso una scelta diversa, puntando su un’idea di sviluppo sostenibile, condivisa al di là delle appartenenze partitiche, che punti sul paesaggio, sull’ambiente, sulla cultura;


VALUTATO che la questione in argomento non può prescindere da un serio confronto tra istituzioni nazionali e regionali e deve necessariamente tenere conto dell’opinione espressa sia a livello popolare che politico regionale;


CONSIDERATO che alla luce della gravità della posta in gioco, è necessario tenere aperto il dibattito affinché il Consiglio regionale sia correttamente e costantemente informato sia sulla effettiva apertura di un confronto, sia sugli sviluppi, affinché si possano prendere decisioni condivise e assumere le opportune contromisure per contrastare eventuali decisioni calate dall’alto;


RITENUTO che qualsiasi decisione imposta sarebbe un intollerabile atto di violenza verso l’autonomia e l’autodeterminazione del popolo sardo,


afferma


la totale indisponibilità alla dislocazione nel territorio della Sardegna la sede del deposito nazionale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività,


e impegna il Presidente della Regione


1) a proseguire nell’azione intrapresa ponendo in essere tutte le azioni istituzionali, ed eventualmente anche amministrative e giudiziarie, che verranno ritenute opportune e necessarie per avviare un confronto con il Governo affinché sia rispettata la volontà sovranamente espressa dal popolo sardo in occasione del referendum consultivo del maggio 2011, di non volere nel proprio territorio installazioni di depositi e stoccaggio di scorie nucleari, evitando, pertanto, che la Sardegna venga individuata quale sede idonea ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi;
2) a promuovere un’azione congiunta con i parlamentari sardi per scongiurare il pericolo della costruzione del deposito unico delle scorie nucleari in Sardegna;
3) a difendere in ogni sede e ambito la specificità dell’Isola, così come stabilito e riconosciuto nello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna.


Cagliari, 28 aprile 2015


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Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella del 28 aprile 2015.

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