Data: 24/10/2017 ore 16:00
Approvato il capitolo VII° – parte III^ – della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera
La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame della seconda parte – primo capitolo – del Documento n.16/XV/A-Proposta di riforma della rete ospedaliera della Regione Autonoma della Sardegna.
Sull’ordine del lavori, il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che oggi si sta tenendo l’udienza davanti Corte Costituzionale che riguarda il ricorso del Governo nazionale contro l’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate. E’opportuno ribadire in questa sede, ha dichiarato Congiu, «che l’udienza si sta celebrando e e il Governo non ha ritirato il ricorso come era stato chiesto dalla Regione, tale atteggiamento va respinto in maniera dura soprattutto perché interrompe il ciclo virtuoso che riduce la spesa pubblica regionale, in una ottica di difesa delle prerogative del parlamento sardo». Per la grave situazione che si è determinata, ha concluso il capogruppo del Pds, «abbiamo convocato la nostra direzione nazionale e di conseguenza abbandoneremo i lavori dell’Aula».
Il Consiglio ha approvato il primo capitolo (La rete ospedaliera) della seconda parte (Metodologia di riorganizzazione della rete ospedaliera)
Proseguendo nell’esame del Documento è stato approvato anche il terzo (Metodologia per la definizione complessiva regionale dei posti letto).
Il quarto (Definizione del numero massimo di strutture complesse per singola disciplina) è stato integrato con l’approvazione di alcuni emendamenti. Il n.842 (Pietro Cocco e più) definisce la presenza di strutture complesse nei Dea di primo e secondo livello della rete, nei presidi che non hanno posti letto di degenza; il n.839 (Cherchi e più) che conferma la presenza di strutture complesse di Immunoematologia e medicina trasfusionale nei Dea di primo livello; il n.843 (Cherchi e più) sulle strutture che presentano attualmente livelli ottimali organizzativi e di performance che, nella fase di riorganizzazione, potranno mantenere l’inquadramento attuale benché aventi caratteristiche di livello superiore; il n.845 (Cherchi e più) che subordina la disattivazione di strutture complesse che operano su più stabilimenti alla revisione organizzativa delle specialità, con la contestuale istituzione di una struttura gestionale in autonomia amministrativa integrata fra i diversi stabilimenti; il n.346 (Cherchi e più) relativo ai presidi di zona disagiata, dove alla disattivazione di una struttura complessa dovrà corrispondere l’istituzione di una struttura semplice, come articolazione del dipartimento collegato alla specialità.
Successivamente è iniziato l’esame della terza parte (Riorganizzazione della rete ospedaliera), della quale sono stati votati ed approvati singolarmente i primi sei capitoli, nell’ordine Strutture e dinamiche demografiche, Bisogno ed erogazioni di prestazioni sanitarie, Accesso agli istituti di soccorso e cura, Ricorso all’ospedale, Utilizzo delle risorse ospedaliere, Volumi della qualità e dell’assistenza.
Prima dell’esame del settimo capitolo (Reti di cura) il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accolto.
Alla ripresa dei lavori, il consigliere del Misto-Rossomori Emilio Usula è intervenuto in sede di discussione generale parlando «dell’approvazione scontata di una riforma che tanto ha fatto e farà discutere per la sua contraddittorietà, per l’accondiscendenza alle disposizioni ministeriali, per la presenza di una pericolosissima confusione e di spudorate menzogne, per il via libera alle mire del Qatar». Soffermandosi nello specifico della situazione della sanità nuorese, Usula ha detto che «la città non avrà nuove strutture o servizi aggiuntivi o il secondo livello, ci sono invece strutture che già operano da moltissimi anni; Nuoro è piuttosto l’emblema di un pasticcio ed imbroglio complessivo che emergerà al termine delle verifiche programmate».
Il vice presidente della commissione Sanità Edoardo Tocco (Forza Italia) ha parlato di una riforma «fatta di tanta fretta e al tempo stesso di tante carenze, mentre sarebbe stato meglio un confronto a viso aperto più positivo anziché perdere un anno e mezzo di inutili parole, senza accogliere nessuna richiesta soprattutto se proveniente da territori disagiati». Quanto un esecutivo non risponde alle richieste della comunità, ha aggiunto, «non si capisce a cosa serva, quando accade questo in democrazia è un fallimento e a questo punto, meglio finire la riforma e chiudere subito la legislatura, perché sono mancate autonomia, indipendenza e dignità, di fronte ai sardi che ci stanno guardando». (Af)
Dopo l’on. Tocco ha preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd) che ha detto: “Abbiamo discusso molto a lungo del problema di Nuoro ma alla fine della rete ci siamo resi conto che la sanità pubblica di Nuoro è un centro di servizi sanitari di secondo livello e il piano ha accolto questa definizione che risponde alla realtà. Non classificare in questo modo Nuoro avrebbe significato fingere che investimenti importanti non siano stati fati in questi anni, anche se non è ancora paragonabile il servizio nuorese con gli hub di Cagliari e Sassari”. Per il vicecapogruppo del Pd “il processo non si conclude con questo atto ma sono i territori da una parte e le aziende sanitarie dall’altra a dover definire gli equilibri del futuro. Non è giusto essere pessimisti e vivere con allarme, come fanno alcuni, la situazione. Anche se attendiamo il completamente del percorso dell’Areus, come promesso dalla Giunta nei giorni scorsi”.
Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “il documento che ci accingiamo a votare non è il migliore che si poteva esitare ma è un inizio a una nuova stagione di riforma sanitaria della Sardegna. Senza rete territoriale ed emergenza urgenza la riforma che votiamo non avrà gli effetti benefici auspicati”. Per l’esponente del Partito dei Sardi “il riordino della rete territoriale e il contenimento della spesa sono i veri obiettivi da raggiungere”.
La Giunta ha preso la parola con l’assessore Arru, che ha detto: “Iniziamo a parlare con questa riforma di un riordino che va al di là delle disposizioni sanitarie ministeriali. Vorrei che fosse chiaro che l’Areus aziendalizza l’emergenza urgenza dotandola di nuovi servizi e di un numero unico nuovo, il 112, governando anche il trasporto del sangue. E le buste di offerta dell’elisoccorso sono in valutazione: presto per la prima volta avremo tre elicotteri in Sardegna per l’emergenza urgenza. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare i vigili dl fuoco che hanno svolto sino a oggi il servizio con un elicottero multifunzione. Insomma, credo che si vada ad ottenere un risultato importante per la comunità sarda”.
Approvato il capitolo 7, l’Aula ha affrontato alcuni ordini del giorno. Il primo a firma dell’on. Tedde (FI) e più di solidarietà al popolo catalano e censura verso il governo di Madrid. La Giunta si è rimessa all’Aula mentre il primo firmatario, on. Marco Tedde, ha detto: “L’Aula si è già espressa a favore del diritto al referendum della Catalogna. Con questo ordine del giorno stiamo dicendo che il referendum si è svolto in modo pacifico mentre a reazione della Guardia Civil è stata violenta e ha cercato di bloccare con la forza la democrazia”.
L’on. Busia ha chiesto di emendare l’ordine del giorno con un atto di censura verso il governo della Turchia che ha fatto arrestare 35 giornalisti nei giorni scorsi.
L’on. Tedde ha annunciato il voto a favore di un ordine del giorno sulla Turchia ma ha negato la possibilità di emendare il suo, come richiesto dalla collega Busia. Il presidente Ganau ha sospeso brevemente la seduta per poi riaprirla il tempo di comunicare che la seduta riprenderà domani alle 10.30. (C.C.)