Data: 25/11/2015 ore 16:00
Discussione dell’interpellanza n. 83 (Anedda) sulla gara d'appalto a procedura aperta per l'affidamento di servizi catalogafici e informatici relativi al Sistema informativo regionale del patrimonio culturale.
La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’interpellanza n.83 (Anedda) “sulla gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento di servizi catalografici e informatici relativa al sistema informativo regionale del patrimonio culturale”. Il presidente ha dato quindi la parola al presentatore, il consigliere Fabrizio Anedda del gruppo Misto, per la sua illustrazione.
Nel suo intervento Anedda ha definito la vicenda emblematica della situazione di tanti lavoratori autonomi con partita Iva senza alcuna tutela sindacale e protezione sociale. Il bando di gara, ha ricordato, «richiedeva il possesso di alcuni requisiti e competenze nel settore della catalogazione secondo gli standard nazionali ed è stata aggiudicata a due società che poi hanno effettuato le assunzioni non sulla base di graduatorie ma attraverso generiche informazioni». Occorre perciò chiedersi come mai non siano state predisposte graduatorie, ha detto, «e poi se l’assessorato abbia effettuato i necessari controlli per la verifica delle professionalità». In realtà, ha aggiunto Anedda, «a distanza di un anno dall’inizio dei lavori non era stato stipulato alcun contratto con gli operatori, in contrasto con la previsione del bando, non fu indicato dalla Regione alcun tariffario-tipo per le prestazioni e si procedette per analogia utilizzando procedure di altre Regioni, mentre le società stipularono poi contratti individuali e privi di garanzie per i lavoratori, a differenza di bando che parlava di posizioni normative e retributive riferite ai contratti di categoria».
Nella replica l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che si tratta di un caso di cui l’assessorato si è occupato da tempo, dietro segnalazioni di molti operatori, incontrando «molte difficoltà di individuare un equo compenso in base ai contratti di categoria, a causa dell’assenza di un vero e proprio contratto nazionale, fatta eccezione per alcuni criteri di massima indicati nel 2010 dall’Istituto nazionale del catalogo». Per quanto riguarda le lettere di incarico, ha continuato l’assessore, «tale adempimento era di competenza delle società aggiudicatarie mentre, per ciò che concerne l’applicazione del contratto con la Regione gli stati di avanzamento sono stati regolari per circa 24000 su un totale 27500». L’assessorato è poi intervenuto per favorire una mediazione finalizzata a risolvere il problema delle differenze di compenso ma, purtroppo, si è arrivati ad una soluzione parziale». Dalla situazione che si è creata a suo tempo, ha concluso la Firino, «si è comunque preso spunto per una inversione di tendenza, tanto è vero che attualmente in tutti i bandi è presente un riferimento molto puntuale sulla contrattualistica».
Il consigliere Anedda, nella replica, ha preso atto dei chiarimenti dell’assessore, proponendo che, per il futuro, siano introdotte graduatorie per titoli vincolando le società appaltatrici ad attingere alle stesse per le assunzioni e ad applicare il tariffario nazionale sul modello di quello del Ministero dei Beni culturali.
Successivamente il presidente ha comunicato che non essendo pervenuta la relazione di minoranza al Dl n.273 (“Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del Dlgs 118/2011 e successive modifiche ed integrazioni”) il provvedimento non può essere esaminato dall’Aula.
Subito dopo ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. (Af)