Data: 13/06/2007
Una legge che riconosca la violenza contro le donne e istituisca i centri e le case di accoglienza per le vittime di soprusi in tutta la Sarde-gna. Lo chiedono le associazioni delle donne (Amistantzia, Luna Nera e Amanitese) che hanno consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Giacomo Spissu, le circa 5000 firme raccolte con una petizione in tutta l’isola. Il Presidente dell’assemblea ne ha disposto l’immediata trasmissione all’organismo consiliare competente.
La Commissione Sanità ha avviato nei giorni scorsi l’esame delle due proposte di legge (PL. N. 184/185) presentate dalle consigliere di entrambe gli schieramenti. Dopo la relazione interna svolta dall’onorevole Francesca Barracciu (Ds), sarà una sottocommissione a unificare i due testi normativi. Da quel momento, ha sottolineato Spissu, sarà possibile “fare modifiche e ulteriori correzioni per migliorare un provvedimento atteso da tempo e che rappresenta un atto di civiltà per la Sardegna e il suo sistema giuridico”. Il Presidente Spissu ha ricordato di aver sollecitato l’inserimento delle due proposte di legge all’ordine del giorno della Commissione fin dallo scorso mese di dicembre: “Con l’approvazione del Piano Sanitario e della Legge Finanziaria – ha evidenziato Spissu – si è potuto finalmente avviare l’esame dei provvedimenti. La discussione sarà aperta al contributo di tutti, in particolare delle vostre associazioni che da anni lavorano in tutta la regione con i Centri d’ascolto”. La legge, secondo il Presidente del Consiglio, sarà dunque rappresentativa delle istanze che provengono dagli operatori e dai territori.
Ivana Dettori (Amistantzia) ha evidenziato l’importanza della raccolta di firme depo-sitate oggi presso la presidenza del Consiglio: “La petizione contiene anche un testo normativo che sarà utile per aprire un confronto con la Commissione. I principi ispiratori – ha evidenziato Dettori – sono i medesimi delle proposte presentate dalle donne in Consiglio regionale. Questa è la ragione principale per cui non è stato necessario presentare anche una proposta di legge di iniziativa popolare. Abbiamo però voluto rispettare il patto d’onore siglato tra i cittadini e le Istituzioni nei numerosi banchetti allestiti in questi mesi in tutti i paesi dell’isola”.
La delegazione guidata da Ivana Dettori ha infine avanzato al Presidente Spissu l’auspicio che la futura legge possa contenere una norma che definisca “in modo chiaro e congruo” lo stanziamento finanziario per l’apertura e il mantenimento in vita dei Centri antiviolenza: in caso contrario sarebbe impossibile garantire la sostenibilità delle strutture e si vanificherebbe la ratio della legge. Anche su questo punto Spissu non ha avuto dubbi: “Nel momento in cui si deciderà di dare vita a questa legge, – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – è evidente che ci saranno anche le dotazioni economiche per assicurare il funzionamento dei centri antiviolen-za e delle case di accoglienza”.