Data: 10/10/2012 – Cagliari
“Il disegno di legge di riforma del Titolo V della Costituzione, approvato dal Consiglio dei ministri, è un sopruso contro l’Autonomia della Sardegna”. Lo ha dichiarato questo pomeriggio a Roma la Presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo al termine dell’assemblea straordinaria dei Presidenti dei Consigli regionali.
Il decreto varato stanotte dal premier Mario Monti introduce “la clausola di supremazia” dello Stato sulle Regioni, rimettendo in discussione i rapporti e gli equilibri di forza nel confronto tra Stato e Regione. È stato lo stesso capo del Governo Monti a sottolineare come le modifiche si sono rese necessarie viste le criticità, accentuate anche dai fatti di cronaca.
L’equazione “autonomia” uguale “spreco” non piace alla Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Claudia Lombardo, che ha lanciato l’allarme sul pericolo di perdere la specialità, la più alta conquista che la Costituzione abbia conservato e tutelato a favore dei sardi, e subire un ritorno repentino a un passato statalista e centralista che uccide ogni forma di partecipazione democratica di comunità locali e cittadini.
“La specialità dei sardi costituisce un diritto storico inalienabile e imprescrittibile”, ribadisce la Presidente Lombardo che prosegue: “Qualsiasi tentativo di limitarla o eliminarla, seppure sorretto dal nobile intento di porre un freno ai costi della spesa pubblica, deve essere contrastato con ferma determinazione. Assistiamo oggi a una subdola manovra tesa a ripristinare un asfissiante strapotere statale che tanti danni ha prodotto alla nostra isola, mortificando ogni slancio autonomistico, in favore di nuove forme di colonialismo che alimentano assistenzialismo e clientelismo”.
“La Sardegna sta già pagando un prezzo altissimo per la crisi e ridurre”, sottolinea ancora la Presidente Lombardo, “in nome del patto di stabilità, le già asfittiche risorse di un bilancio regionale, significa condannarla a un futuro di sottosviluppo e arretratezza che non possiamo accettare. La riforma del Titolo V, così come concepita da un governo tecnico, non può considerare la specialità delle Regioni Autonome come un privilegio fonte di sprechi. Si tratta di una visione limitata e miope, che non tiene conto delle ragioni storiche, culturali e politiche che portarono al riconoscimento costituzionale della specialità, al fine di consentire alla Sardegna, e alle altre regioni autonome, di essere parte integrante di un processo di ricostruzione dello stato democratico che ponesse tutti i cittadini nelle stesse condizioni”.
“I sardi”, conclude la Presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, “non possono essere ostaggio di un’appartenenza alla Repubblica che non tenga conto di ragioni fondamentali come la continuità territoriale, l’insularità, l’alto prezzo dell’energia, la zona franca e il patto di rinascita con la partecipazione dello Stato, quali temi e rivendicazioni indispensabili per favorire il riconoscimento della specialità autonoma sarda”. (S.L.)