CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Mozione n. 28
TRUZZU – COCCIU – TICCA – PERU – MULA – SORGIA – ARONI – CERA – CHESSA – FASOLINO – FLORIS – MAIELI – MARRAS – MASALA – MELONI Corrado – PIGA – PIRAS Ivan – RUBIU – SALARIS – SCHIRRU – TALANAS – TUNIS – URPI – USAI di sfiducia all’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, in base all’articolo 118 del regolamento del Consiglio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– già al momento della nomina del dottor Armando Bartolazzi, quale Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, sono sorte numerose polemiche in quanto la scelta è ricaduta su un professionista che aveva scarsa conoscenza della realtà sanitaria sarda e dei processi amministrativi e che appariva più legata a indicazioni politiche provenienti dalla capitale che all’effettiva volontà di imprimere un cambio di passo al sistema sanitario regionale;
– allora le polemiche furono prontamente liquidate dalla Presidente della Regione che dichiarò che il nuovo Assessore avrebbe portato “una visione fresca e non vincolata a schemi regionali, che non sono né giusti né sbagliati, ma semplicemente parte di qualcosa che non ha funzionato” e rivendicò il fatto che il dottor Bartolazzi sarebbe stato “un valore aggiunto”;
– le prime dichiarazioni dell’Assessore, che si definì “Il rombo di tuono della sanità sarda”, hanno generato un corto circuito mediatico, dimostrando immediatamente quanto il dottor Bartolazzi avesse più affinità con le dichiarazioni inappropriate che non con la risoluzione degli atavici e dei nuovi problemi del sistema sanitario regionale;
CONSIDERATO che:
– la situazione della sanità regionale è piuttosto critica e necessita di una conoscenza adeguata della macchina amministrativa, del territorio e delle sue dinamiche, della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale e una capacità di ascolto e comprensione consona alla fitta rete di interlocutori, quali in particolar modo sono i lavoratori dei diversi settori, i pazienti e i cittadini tutti;
– la sanità ha rappresentato uno dei temi principali, se non addirittura il più importante, della recente campagna elettorale e la coalizione del cosiddetto “Campolargo”, insieme alla sua Presidente Alessandra Todde, hanno sempre sostenuto di avere idee, proposte e uomini in grado almeno di affrontare, se non di risolvere, i problemi cronici del sistema sanitario regionale;
VALUTATO che:
– l’iniziale autoproclamazione quale “rombo di tuono della Sanità sarda” poteva apparire come una gaffe isolata dell’Assessore della sanità, invece si è ben presto rivelata come una costante di comunicazione, accompagnata da una altrettanto cronica incapacità di incidere concretamente sui tanti problemi della sanità sarda, generando ulteriore sconforto e disaffezione verso le istituzioni da parte dei professionisti del settore, dei pazienti e dei cittadini;
– le proposte formulate dall’Assessore per risolvere i problemi della sanità sarda si sono quasi sempre dimostrate delle “boutade” senza alcun preventivo approfondimento tecnico e amministrativo, senza alcun confronto con i soggetti istituzionali interessati (rappresentanti di categoria, sindacati, aziende sanitarie, università, enti locali, ministero) e non si sono mai tradotte in un atto amministrativo concreto quale ad esempio una proposta di delibera;
– nonostante i tanti proclami dell’Assessore Bartolazzi e della Giunta di centro sinistra, ora al governo della Regione, le decisioni concretamente prese, tra cui spicca quella, poi impugnata dal Governo, di richiamare in servizio i medici in pensione, si sono rivelate impraticabili se non addirittura illegittime, mentre gli unici strumenti validi, immediatamente disponibili per arginare concretamente l’emergenza sanitaria in atto, restano ancora quelli messi in campo dalla precedente maggioranza di centro destra;
– ad oggi la principale e unica preoccupazione dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale e della maggioranza di centrosinistra sembra essere costituita dal commissariamento delle Aziende sanitarie per poter così sostituire i direttori generali delle stesse, i direttori amministrativi e sanitari in quanto non graditi politicamente;
– la costante delegittimazione degli organi di vertice, in totale assenza di un qualsiasi progetto di riordino della sanità isolana, in totale assenza di una qualsiasi oggettiva valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati, dimostra essere non altro che un tentativo di mera occupazione del potere da parte dei partiti della maggioranza e, fatto ancora più deplorevole, si traduce in un evidente danno al sistema sanitario regionale e di conseguenza in un peggioramento della qualità dei servizi erogati al cittadino;
APPURATO che l’Assessore, nel corso dei primi sette mesi di mandato, non solo non ha risolto alcuna delle criticità presenti all’interno del sistema sanitario, non solo non ha conferito serenità e certezze agli operatori del sistema, ma ha anche presentato una serie di proposte talmente irrealizzabili da suscitare l’aperta contestazione da parte dei soggetti istituzionali e dei cittadini e, in alcuni casi, addirittura l’ilarità, tanto le proposte erano strampalate, tra cui ricordiamo:
a) la proposta di consentire ai medici di medicina generale operanti fuori regione di poter accedere alle scuole di specializzazione fuori borsa, cioè su posti aggiuntivi, alla condizione che gli stessi però svolgessero contestualmente l’attività di medico di base; proposta che è stata respinta come impraticabile dall’ordine dei medici, che non è stata preventivamente discussa con il Ministero e con le Università di Cagliari e Sassari, tanto che non si è mai tradotta in una proposta deliberativa concreta;
b) la decisione di non approvare l’utilizzo dei cosiddetti “medici a gettone” comunicata a tutte le aziende sanitarie tramite una nota dell’Assessorato, poi revocata nell’arco di ventiquattro ore, a seguito della protesta dei direttori generali che rimarcavano l’impossibilità di garantire la piena operatività dei presidi di pronto soccorso anche in alcuni dei principali ospedali sardi;
c) la presentazione del disegno di legge n. 40, recante “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del Sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24.”, ovvero la proposta di riorganizzazione del sistema sanitario che, in realtà ha come unico obiettivo la cacciata dei direttori generali, giace in Commissione dal 2 settembre e che è stata ampiamente criticata dagli stessi rappresentanti della maggioranza, tanto da affidare ai componenti della Commissione sanità l’arduo compito di riscriverla interamente;
d) la mancata gestione dell’emergenza “blue tongue”, con l’esplosione dell’epidemia tra gli allevamenti ovini, la mancata dislocazione dei veterinari in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, la grottesca proposta di attendere l’abbassamento delle temperature per sconfiggere la diffusione dell’agente vettore e, infine, l’utilizzo dell’azoto liquido al fine di congelare le letamaie e bloccare il proliferare dell’epidemia;
e) le recenti dichiarazioni in merito alla situazione dell’Ospedale oncologico Businco, rilasciate in occasione della seduta del Consiglio regionale del 7 novembre 2024, che per il dottor Bartolazzi “non esiste dal punto di vista funzionale, il Businco è fuori da “Alleanza contro il cancro”, che è la rete oncologica degli IRCCS nazionali con interfacce mondiali […] qui bisogna mettersi in testa che in Sardegna manca un centro di riferimento oncologico, un centro di riferimento oncologico che dovrebbe essere un IRCCS. […] Quindi bisogna, secondo me svegliarci, noi dobbiamo pretendere un IRCCS in Sardegna e potenziare il Businco perché il Businco come struttura oncologica è un ologramma, non esiste”;
RICORDATO che:
– a oggi non risulta che l’Assessore, dopo otto mesi di mandato, abbia proposto alcuna delibera di Giunta regionale che mirasse a ridefinire gli obiettivi delle aziende sanitarie sulla base degli indirizzi della nuova maggioranza, né risulta che lo stesso abbia proposto alcuna delibera di riorganizzazione strategica del sistema sanitario;
– non risultano ancora impegnate le risorse messe a disposizione dalla Regione nelle ultime due variazioni di bilancio, relative alla perequazione dei fondi di contrattazione del personale sanitario e all’abbattimento delle liste d’attesa;
– a oggi non è stata messa in campo alcuna politica strutturale per ovviare alla cronica mancanza dei medici di base e dei pediatri, che iniziano a mancare non solo nelle zone interne, ma anche nei principali centri della Regione;
– a oggi non risulta approvata alcuna delibera da parte della Giunta regionale per cercare di ovviare alla impressionante mancanza di personale nel sistema sanitario che, secondo le stime di alcune sigle sindacali, si aggira intorno alle quattromila unità;
– la stessa maggioranza oggi alla guida della Regione attraverso le dichiarazioni di suoi autorevoli rappresentanti ha dichiarato che la sanità è ormai un’emergenza non più rinviabile e che le numerose esternazioni fuori luogo di colui che dovrebbe dare il contributo principale alla risoluzione dei problemi hanno abbondantemente superato il segno;
– il sistema della sanità privata convenzionata ha lamentato più volte la difficoltà ad operare stante, da un lato la mancata corresponsione delle risorse inizialmente stanziate in fase di bilancio preventivo e predisposizione del budget e dall’altro il mancato utilizzo delle risorse aggiuntive, stanziate dalla Regione per l’abbattimento delle liste d’attesa ormai interminabili;
APPURATO che anche in questi giorni l’Assessore con dichiarazioni a mezzo stampa ha messo in luce le buone performances di alcuni presidi ospedalieri e di alcune aziende sanitarie sarde, come risulta dal report AGENAS 2024, senza specificare che però tali risultati sono il frutto dei dati raccolti nel corso del 2023, quindi prima del suo arrivo e pertanto, vanno ascritti al personale in servizio presso le strutture e anche a quei direttori che lo stesso vorrebbe cacciare per assenza di affinità politica;
RITENUTO che:
– l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale a oggi si è reso protagonista di alcune dichiarazioni che sono tipiche delle chiacchiere da bar e che non sono degne di chi è chiamato ad assumere importanti cariche istituzionali e debba pertanto assumersi la piena responsabilità politica di avere svilito il suo ruolo;
– la sanità sarda conosce oramai un grave depotenziamento e depauperamento che necessita di un’inversione di marcia e di immediate soluzioni e atti che l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale ha ampiamente dimostrato di non poter assicurare e pertanto deve assumersi l’immediata responsabilità della sua inconsistenza politica,
dichiarano
la sfiducia all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale
e chiedono al Presidente della Regione
ai sensi di quanto previsto dall’articolo 118 del Regolamento del Consiglio Regionale di revocare la delega di Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale al dottor Armando Bartolazzi.
Cagliari, 5 dicembre 2024