CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n.30 Antimeridiana
Martedì 19 novembre 2024
Dl. 45 (Giunta): “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi” – Discussione articolo 1 e emendamenti.
Il Consiglio è convocato alle 15.30
La seduta è stata aperta dal presidente Comandini che, dopo le formalità di rito, ha comunicato all’Aula la composizione della Giunte per le Elezioni. della Giunta per il Regolamento e della Commissione per la Biblioteca. Della prima faranno parte i consiglieri Francesco Agus (Progressisti), Paola Casula (Sinistra Futura), Emanuele Cera (FdI), Giuseppe Fasolino (Riformatori), Alfonso Marras (Forza Italia), Gianluigi Piano (Pd), Sandro Porcu (Orizzonte Comune), Stefano Schirru (Alleanza Sardegna) e Lara Serra (M5S). A comporre la giunta per il Regolamento, presieduta dal vicepresidente del Consiglio Giuseppe Frau (Uniti per la Todde), sono stati chiamati i consiglieri Salvatore Cau (Orizzonte Comune), Roberto Deriu (Pd), Giuseppe Dessena (Avs), Antonello Floris (FdI), Piero Maieli (Forza Italia), Gianluca Mandas (M5S), Alessandro Sorgia (Misto), Stefano Tunis (Sardegna Venti20). Della Commissione per la Biblioteca, guidata dal vicepresidente del Consiglio Aldo Salaris (Riformatori) faranno parte Alice Aroni (Misto) e Lara Serra (M5S)
Ha quindi preso la parola il consigliere di Sardegna 20Venti Stefano Tunis che ha chiesto una breve sospensione dei lavori per consentire una riunione dei gruppi di minoranza. Richiesta accolta dal presidente Comandini che ha sospeso la seduta.
Alla ripresa dei lavori, il consigliere Tunis ha presentato una pregiudiziale per chiedere una valutazione del pronunciamento del Consiglio di Stato in materia di energie rinnovabili che vanno ad incidere sul Decreto Draghi n.199. «Questo decreto traccia una linea sul futuro energetico dell’Italia e della Sardegna con l’obiettivo di superare le fonti da combustibili fossili puntando sulla transizione energetica – ha detto Tunis – tutto questo alimenta il dibattito su come attuare questo programma. Il Governo ha emanato per questo un altro Decret che prende il nome dal Ministro Picchetto-Fratin a cui si riferisce il disegno di legge n.45 della Giunta regionale in ragione della delega del Governo che dà alle regioni la possibilità di individuare aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti da energie rinnovabili. La sentenza del Consiglio di Stato stravolge questa impostazione». Secondo Tunis, il Dl 45 (già incoerente rispetto al Decreto Draghi) si rischia desso una grande confusione: «Il rischio è quello di approvare una legge fragile che rimuove il Dl 5 che ha stabilito una moratoria per le autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici – ha affermato Tunis – per questo proponiamo la pregiudiziale per capire se la legge debba proseguire o se sia meglio sospenderne la discussione».
Per la Giunta ha replicato l’assessore Francesco Spanedda «La sentenza si riferisce solo ad alcuni articoli del decreto Picchetto-Frattin – ha detto Spanedda – il Consiglio di Stato fa salve le prerogative della Sardegna. E’ una pronuncia provvisoria e non di merito, produce effetti nei confronti del Decreto ministeriale impugnato e non si riferisce alla legislazione regionale. L’art. 20 del Decreto Picchetto Frattin continuerà a produrre effetti fino all’individuazione delle aree idonee. Il Consiglio di Stato non può inibire le leggi della Regione, per questo è necessario un pronunciamento della Corte Costituzionale».
Tunis, in sede di replica, ha chiesto la trasmissione dei documenti presentati dalla Giunta.
Il presidente ha quindi messo ai voti la richiesta della pregiudiziale che è stata respinta.
L’Aula è quindi passata all’esame dell’art.1 “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili” e dei relativi emendamenti. Ottenuto il parere delle Commissioni Quarta e Quinta e della Giunta, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Mula (Alleanza Sardegna) per il primo intervento. L’esponente della minoranza ha esordito chiedendo alla presidenza di avere a disposizione la copia cartacea degli emendamenti. Il presidente Comandini ha replicato dicendo che gli emendamenti sono stati caricati sul cloud del Consiglio: «Abbiamo deciso insieme ai capigruppo di limitare la stampa su carta agli emendamenti di sostanza per evitare sprechi». Sul punto è intervenuto il capogruppo di FdI Paolo Truzzu che ha chiesto almeno la trasmissione delle copie degli emendamenti agli emendamenti.
Il presidente ha qui messo in discussione l’art.1: «L’articolo in discussione è il cuore della norma – ha detto Stefano Tunis – il nostro principale dubbio riguarda l’efficacia di questo provvedimento normativo. A nostro avviso rende impossibile centrare l’obiettivo dichiarato: il superamento della produzione di energia da combustibili fossili. Questo punto è decisivo e dà origine alla nostra opposizione alla norma». Tunis ha quindi stigmatizzato la decisione di Giunta e maggioranza di non portare in discussione la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello24: «Si è deciso deliberatamente di ignorare una proposta firmata da oltre 200mila sardi».
Negativo anche il giudizio di Fausto Piga (FdI): «La discussione si svolge nel peggior clima politico possibile – ha esordito Piga – i nostri tentativi di avviare un percorso unitario sono falliti. Doveva essere la battaglia di tutti i sardi voi siete riusciti a fare arrabbiare tutti, i 210 mila sottoscrittori della legge Pratobello 24 e tutti i sardi che vogliono una transizione energetica allontanando gli speculatori. La novità della sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio i fondamenti del DdL n.45. I nostri dubbi sulla sua costituzionalità oggi sono una certezza. Per questo abbiamo presentato dei correttivi ch speriamo vengano accolti dall’Aula».
Franco Mula (Alleanza Sardegna) ha ricordato l’iter del provvedimento in commissione: «Un soggetto importante come Terna non si è presentato in audizione limitandosi a due comunicazioni scritte – ha detto Mula – c’era bisogno di maggior approfondimento. Nonostante questo abbiamo dato il nostro contributo in Commissione». Mula ha poi accusato Giunta e maggioranza di aver volutamente ignorato la Pratobello24: «Il vostro atteggiamento è disarmante, la proposta non era da scartare in toto. Ci sono delle norme urbanistiche passibili di impugnazione ma la legge contiene anche spunti interessanti. Per questo abbiamo cercato di proporre emendamenti che richiamano quella proposta. E’ un segnale verso i 210mila sardi che hanno presentato la Pratobello 24 e che continuano a crederci. Ci sono le condizioni per trovare un’intesa? Vi invitiamo a ragionarci».
Per Alessandro Sorgia (Misto) il DdL 45 è lacunoso e confuso: «Non ci sono misure concrete in grado di avere effetti in materia energetica – ha detto Sorgia – il D.L 45 ripercorre gli obiettivi del Decreto Draghi. Di questo la Giunta è complice. La presidente Todde ha accettato la quota minima di 6 GW di produzione di energia richiesta dal Governo alla Sardegna». Sorgia ha quindi evidenziato altri punti critici della proposta in discussione: «Una stessa area può essere dichiarata idonea e non idonea – ha proseguito il consigliere del Gruppo Misto – questo aprirà la porta a numerosi contenziosi». (Psp)
Nel suo intervento Alberto Urpi (Sardegna al Centro 20Venti) ha sottolineato che il Consiglio regionale ha il dovere di affrontare i problemi e portare soluzioni. Per il consigliere di minoranza la discussione di questa legge ha poco di democratico, visto che non è stata presa in esame la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello, e ha sottolineato la mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi di Forza Italia che hanno abbandonato aula. Per Urpi non c’è chiarezza in questo DL, in particolare sul repowering e ha chiesto all’assessore Spanedda di riferire all’Aula quanti Comuni hanno risposto alla nota mandata dalla Regione per indicare le aree idonee. Per il consigliere il DL non parla di azioni di transizione energetica, ma sembra più un punto di arrivo, non si parla di metano e del rigassificatore, non sono citate Enas e Carbosulcis. Il consigliere di minoranza ha consigliato alla maggioranza di riportare in commissione il testo, discuterlo insieme alle proposte di minoranza e alla Pratobello. “Vogliamo dare il nostro contributo su un tema così importante”, ha detto.
Alice Aroni (Gruppo Misto) ha criticato l’articolo 1 e il testo di legge che, ha detto, non sembra sia stato scritto per promuovere un processo di transizione che coinvolga tutte le comunità. Perché, secondo Aroni, il popolo sardo non vuole essere vittima di scelte calate dall’alto. Vogliamo difendere la Sardegna da scelta a porte chiuse e dare voce alle comunità con la Pratobello. Per Aroni bisogna respingere questa politica miope e contraddittoria per una transizione vera per la Sardegna e i suoi cittadini. Serve una governance inclusiva, ha detto, e misure su cui sia chiaro l’impatto che avranno sul territorio. La consigliera di minoranza ha sottolineato che bisogna mirare a una legge che potenzi le comunità energetiche e che il futuro della autonomia energetica non deve essere solo lasciato in mano agli investitori, ma anche ai cittadini con comunità energetica che promuovono l’autoconsumo. Per Aroni, infine, questa legge non affronta il tema della programmazione territoriale e non garantisce un quadro normativo chiaro e stabile.
Umberto Ticca (Riformatori sardi) ha definito il testo insufficiente, perché non garantisce la partecipazione di 210mila cittadini che hanno firmato per la Pratobello, ed è inefficace per quanto riguarda i suoi fondamenti giuridici e il rispetto della gerarchia delle fonti. Non si può fare una legge basata sul decreto Frattin, ha detto, ricordando che nella sua ordinanza, il Consiglio di Stato ha fissato il principio, secondo cui tutte le volte che andrà in contrasto con il Decreto Draghi il Decreto ministeriale cadrà. Per Ticca si rischia così di approvare una norma che andrà sicuramente incontro a impugnazione e creerà un conseguente vuoto normativo. Infine l’appello ai colleghi di maggioranza per migliorare la norma.
Gianluigi Rubiu (FdI) si è detto stupito per la decisione di discutere il DL 45 a porte chiuse. Fortunatamente, ha detto, gli strumenti tecnologici consentono al pubblico di assistere al dibattito anche da casa. Rubiu ha affermato che la sua presenza in aula ha l’obiettivo di affermare e difendere un diritto essenziale e ricordare che non può esistere democrazia senza l’ascolto della voce dei sardi. Abbiamo provato con tutti gli strumenti democratici, ha detto, a portare in aula la proposta di legge Pratobello e non ci siamo riusciti. Ci sono 210mila sardi che chiedono di essere ascoltati e che venga discussa una proposta di legge che punta su un’attenta pianificazione territoriale capace di guardare al futuro, una disciplina e una regolamentazione urbanistica.
Per Maria Francesca Masala (FdI) ci troviamo di fronte a una decisione che rischia di avere conseguenze sul futuro della Sardegna e sulla credibilità dell’Assemblea, visto che sarà impugnata, ha detto. Per la consigliera questa legge non rappresenta il progresso, non sono state ascoltate le comunità e si impongono classificazioni dall’alto. Poi l’appello alla maggioranza per fermarsi a riflettere e pensare a soluzioni concrete. Per Masala il DL 45 non porta vantaggi e rischia di mettere, ancora una volta, la Sardegna in una situazione di debolezza. I nostri cittadini, ha detto, vogliono una legge che tuteli il territorio e promuova uno sviluppo sostenibile e condiviso. Prendiamo tempo, ha concluso, per confrontarci sui punti critici coinvolgendo i territori.
Per Masala è necessario ripartire dalla proposta di Pratobello, “che ci ha insegnato che i territori reagiscono quando le scelte sono calate dall’alto”. “Costruiamo una legge della Sardegna per la Sardegna”, ha proseguito, “Riportiamo il testo in commissione per migliorarlo e renderlo inattaccabile. Sarebbe una vittoria per tutti. Non abbiamo bisogno di battaglie perse in partenza”.
Antonello Floris (FdI) ha criticato la scelta di non portare in aula la Pratobello. “Non bisogna aver paura del confronto”. Il consigliere ha affermato che individuare le aree idonee è una grande responsabilità, visto che in tutte quelle aree i progetti avranno una procedura semplificata. Per Floris sarebbe stato meglio individuare le aree non idonee e prestare molta attenzione nell’individuare quelle idonee. Floris ha invitato la Giunta e la maggioranza di rivedere la mappatura aree idonee.
Piero Maieli (FI) ha accusato la maggioranza di non rispettare il mandato elettorale avuto dai sardi, visto che si trascurano 210mila firme raccolte proprio dai cittadini ed elettori sardi. “Di cosa avete paura? Che cosa nascondete? Che siamo sotto un attacco speculativo è sotto gli occhi di tutti”, ha detto. “Spiegateci perché non volete parlare della Pratobello”. Critico anche verso la decisione di aver vietato l’ingresso del pubblico nella tribuna dell’aula e ha annunciato che Forza Italia è pronta a occupare l’Aula come hanno fatto le dodici donne, rischiando in prima persona. “Non ci facciamo intimidire. La volontà popolare non si può ignorare”, ha detto.
Cristina Usai (FdI) ha sottolineato che non si può fare una programmazione del territorio senza avere una mappa (“Che nessuno di noi ha mai visto”). Si tratta, ha aggiunto, di una programmazione calata dall’alto che ha deciso di ignorare la volontà popolare. Rigettare un confronto diretto con un’altra proposta di legge che tratta lo stesso argomento è un’occasione persa, ha detto Usai.
Antonello Peru (Sardegna al Centro 20Venti) ha ricordato che il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e che il 2024 è stato l’anno più caldo della storia del mondo a causa della produzione di energia da carbonfossile. “Se noi siamo la causa di questo problema possiamo rimediare al problema”. Per Peru dunque bisogna portare avanti una transizione energetica verso le rinnovabili senza rimandare all’intervento degli altri. Per Peru in questo DL non c’è coerenza. (Eln)
Dopo Peru ha preso la parola l’on. Emanuele Cera (FdI), che ha detto: “Questo non è un dibattito, siamo davanti a un monologo dell’opposizione. Non si parla di turismo, non si parla dei problemi dell’agricoltura, non si parla della finanziaria regionale 2024 2025, ormai a rischio. Presidente, la vostra credibilità sta venendo meno giorno dopo giorno. I cittadini vi stanno pesando al grammo e probabilmente voi non ne siete consapevoli. Alla luce delle 210 mila firme di Pratobello vi chiedo di fermarvi un attimo e di riflettere”.
Sempre dai banchi di Fdi, l’on. Corrado Meloni, secondo cui “i sardi non si meritano tutto questo, non meritano un provvedimento già bocciato dalla comunità sarda che sarà poi bocciato in tutte le altre sedi. Possiamo soltanto sperare nel vostro ripensamento, per una politica energetica sostenibile e insieme praticabile. Voi volete far cassare questo provvedimento per scaricare la responsabilità del fallimento sul governo Meloni. Questo ormai è evidente”.
Per l’on. Giuseppe Fasolino (Riformatori) “la transizione energetica è importante ed è già stata certificata dalla scienza come una esigenza non differibile. Ma questa proposta di legge meriterebbe il coinvolgimento di tutte le parti: avete chiamato gli enti locali, non si capisce perché non vogliate il confronto in Consiglio. I presupposti di questa legge e della Pratobello sono identici: perché vi sottraete al confronto? Nessuno di noi ha la verità in tasca ma nemmeno voi: state negando ai sardi la possibilità di essere ascoltati, portando in discussione una sola legge”.
L’ex sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu (FdI), ha detto apertamente che “questa non è una legge qualsiasi ma una legge importantissima per il futuro della Sardegna. Dovete uscire dalla logica dell’assedio e dell’attacco di un nemico immaginario. Non ci sono nemici fuori da quest’Aula: è lo Statuto la nostra arma di difesa e se non seguiamo questa strada faremo un danno a tutti e apriremo davvero le porte agli speculatori, che tutti a parole diciamo di voler respingere. Fermiamoci a riflettere, è il momento di farlo”.
Sull’articolo 1 l’assessore Emanuele Cani ha preso la parola: “Il decreto Pichetto Fratin è chiaro e ci pone degli obiettivi, che sono in contrasto con la struttura stringente della Pratobello. In questi mesi la Giunta ha cercato di avere una coerenza perfetta che richiami l’essenza delle norme nazionali e verso una giusta transizione energetica, fatto di autoproduzione e di autoconsumo. La nostra legge ha tutti gli elementi per fare il suo cammino, normando in un settore che chi ha governato sino a qualche mese fa ha ignorato, decidendo di non decidere. Hanno risposto per iscritto alle nostre sollecitazioni 210 sindaci e questo dato è un ordine di grandezza importante, al quale si aggiungono i contributi verbali, tutti registrati. La partecipazione degli enti locali alla stesura di questa legge non è certo mancata”. (C.C.)