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Convegno sulla figura di Peppino Catte

 


Ringrazio l’Associazione tra gli ex Consiglieri regionali della Sardegna per avermi invitato a questo convegno in memoria di un grande politico e intellettuale della storia autonomistica della nostra regione: il professor Peppino Catte, il compagno Catte.


Catte fu per lungo tempo un punto di riferimento per tanti giovani sardi, un esempio di passione che lo rese, nella sua azione politica e di insegnamento, capace di assumersi il peso e la responsabilità di scelte importanti, improntate sempre alla libertà e alla democrazia. Senza dubbio un esempio anche per i ragazzi e le ragazze che oggi si affacciano per la prima volta agli impegni civici e politici.


Catte, che abbandonò il Pci per il Psi in seguito alla drammatica invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss, fu un autonomista pragmatico e un riformista convinto. Qualità che, nelle elezioni regionali del 1965, consentirono ai socialisti di riconquistare un seggio nell’assemblea legislativa. A lui spettò l’onore di ricoprire la carica di consigliere.
Fu portavoce delle istanze del proletariato urbano e del mondo rurale sardo.


Come Assessore difese strenuamente le zone interne e si impegnò a rivoluzionare un’agricoltura isolana ancora legata a sistemi di produzione arcaici e inadeguati.


Pose con forza la questione di un nuovo modello pastorale, più moderno anche grazie alla creazione di infrastrutture territoriali e aziendali.  Memorabili, sotto il suo impulso, furono infine le battaglie del Partito Socialista contro la criminalità e i sequestri di persona.


Fu un lavoratore instancabile; la sua morte, improvvisa e drammatica, al termine di una riunione di partito, dà il segno della generosità di Peppino Catte, un socialista che non si sottraeva mai alle fatiche e all’impegno politico.



Agli organizzatori, agli illustri relatori e ai partecipanti tutti rivolgo, anche a nome del Consiglio regionale della Sardegna, il mio caloroso saluto e l’augurio di un buon lavoro.


Giacomo Spissu



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