Signore e Signori,
porgo i miei saluti ai convenuti a questa manifestazione e li ringrazio per aver voluto partecipare alla presentazione ufficiale del volume “L’Autonomia in cornice -Le opere d’arte del Parlamento sardo”.
Il libro, in bella veste editoriale, raccoglie circa 900 opere – tra dipinti, incisioni e sculture – acquisite dal Consiglio regionale della Sardegna nel corso di circa mezzo secolo di autonomia, testimonianza di un patrimonio culturale consistente e di un percorso storico che, seppure con alcune limitazioni, rappresenta un significativo spaccato della produzione artistica sarda del secolo scorso.
Come ho già avuto modo di sottolineare nella prefazione, L’Autonomia in cornice ha visto la luce in questa legislatura con un Presidente e un Ufficio di Presidenza diversi da quelli che ne avevano inizialmente promosso la pubblicazione.
Il progetto, in realtà, prende le mosse nel dicembre del 1998, quando l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, grazie al forte impulso dato all’iniziativa dal Vicepresidente Salvatore Zucca, decise di accogliere la proposta della Professoressa Maria Elisabetta Governatori e della Dottoressa Anna Maria Janin di curare un progetto di catalogazione e valorizzazione del patrimonio artistico di proprietà del Consiglio regionale sardo.
Si trattava di opere sconosciute alla maggioranza di sardi che, nella loro collocazione abituale – saloni di rappresentanza, uffici ma anche anditi e magazzini – il più delle volte apparivano non adeguatamente valorizzate. Tale esigenza era stata avanzata anche nelle legislature precedenti senza tuttavia arrivare a conclusione.
Il progetto, articolato nella realizzazione di un catalogo generale illustrato di tutte le opere di proprietà del Consiglio e in una mostra di quelle più rilevanti, rientrava nell’ambito delle manifestazioni promosse dall’Assemblea per celebrare il cinquantesimo anniversario dello Statuto d’autonomia.
Dopo pochi mesi, e precisamente il 28 aprile del 1999, giornata simbolica per il popolo sardo, si apriva a Cagliari la mostra delle opere d’arte più significative, selezionate tra tutte quelle presenti nel palazzo di via Roma. L’esposizione, inaugurata dall’allora Presidente Selis, rimase aperta fino al 10 giugno dello stesso anno.
Giungeva così a realizzazione una parte di quel progetto che oggi, con la presentazione dei questo libro, trova finalmente una degna conclusione. Va detto, ad onor del vero, che il volume L’Autonomia in cornice, benché contenga una raccolta di foto dei dipinti e delle sculture della collezione del Consiglio regionale, non sia propriamente un catalogo, dato che non include schede o apparati bibliografici. Ciò non ne sminuisce certamente il suo valore artistico, culturale, ma anche antropologico e di costume.
Il merito va soprattutto ai promotori e ai curatori dell’iniziativa: la Professoressa Governatori, la Dottoressa Janin e il Professor Pellegrini, che hanno costituito un comitato scientifico che ha seguito le fasi di realizzazione di questo impegnativo progetto.
A loro desidero esprimere il mio apprezzamento e li ringrazio, anche a nome dell’intero Consiglio regionale, per il lavoro che hanno svolto.
Le firme che figurano nell’elenco sono prestigiose: basterebbe nominare Aligi Sassu, Fausto Liberatore, Francesco Ciusa o Biasi o Marghinoti , soltanto per citarne alcuni, per capire di essere di fronte a uno spaccato artistico sorprendente, che lascia trasparire, a livello locale, un clima artistico vivace, anche grazie alla dialettica con esperienze non sarde.
Rammarica il fatto che il volume non abbia risposto all’intenzione dell’Ufficio di Presidenza di delineare una ricostruzione della storia dell’arte in Sardegna nel periodo cui si riferiscono le opere della raccolta.
Ed è anche per questo che ho trovato fuori luogo, e al di là delle finalità dell’opera, la polemica che uno dei curatori conduce in uno dei testi introduttivi, facendo un uso a mio avviso improprio – e fuori contesto – dei documenti del dibattito tenutosi in Consiglio regionale sull’acquisizione delle opere di Giuseppe Biasi e dell’opinione espressa in quella occasione da uno dei protagonisti della nostra storia autonomistica: l’onorevole Sebastiano Dessanay.
Al di là di questa annotazione, emerge, quale elemento fortemente positivo della pubblicazione de L’Autonomia in cornice, la volontà espressa dal Consiglio regionale di essere protagonista di operazioni culturali di grande respiro, benché costretti a una diminuzione della fruizione di mecenatismo che il Parlamento dei sardi ha condotto fino a oggi, a causa soprattutto della ristrettezza dei mezzi economici a nostra disposizione.
Questo non impedisce però di ragionare in termini di programmi e di investimenti futuri, privilegiando, per quanto possibile, la politica culturale e l’utilizzo di risorse pubbliche per l’acquisizione di opere d’arte da parte dell’assemblea legislativa.
È quindi auspicabile che questa iniziativa voglia essere, come sta accadendo con la pubblicazione dell’edizione critica degli Acta Curiarum Regni Sardiniae, un segnale forte di come il Consiglio regionale, e in particolare questa Presidenza, intenda svolgere un ruolo di riferimento culturale, anche attraverso la promozione di eventi artistici di rilievo, programmati, con competenza e rigore, in un ottica di orientamento di quanto accade nel panorama isolano.
Il patrimonio artistico del Consiglio, nel frattempo, si è arricchito di nuove opere. È stata infatti acquisita l’intera collezione di Mario Sironi: 61 fogli, quasi tutti eseguiti a tempera ed acquerello, contenenti i figurini per la “Lucrezia Borgia” di Donizzetti, andata in scena al Teatro Comunale di Firenze del 1933 per il Primo Maggio Musicale Fiorentino. Si tratta di una raccolta straordinaria: la maggior parte dei fogli reca annotazioni varie a matita, fatte di pugno da Sironi, riguardanti l’esecuzione dei costumi dell’opera lirica.
Tra meno di un mese, esattamente il prossimo 21 aprile, sempre a Cagliari, nella Cittadella dei Musei, verrà riproposta la Mostra che nel 2005 ha celebrato i 60 anni dalla Liberazione, ospitando nel palazzo del Consiglio le opere di 60 artisti fra i più rappresentativi della nostra isola.
Sarà possibile celebrare quella ricorrenza attraverso un percorso d’arte contemporanea: una raffigurazione per ogni anno di democrazia. Le opere sono state donate dagli artisti al Consiglio, che si è impegnato a portare i dipinti, in una sorta di mostra itinerante, in giro per la Sardegna. (…)
Vogliate scusarmi per aver utilizzato un po’ più del tempo che avevo previsto, ma l’importanza dell’iniziativa e la presenza di autorità e studiosi hanno reso questa premessa doverosa.
Rinnovo ai presenti i miei saluti e quelli dell’intero Consiglio regionale della Sardegna e invito la Professoressa Maria Luisa Frongia, Ordinario di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Cagliari, a prendere la parola per la presentazione del volume L’Autonomia in cornice -Le opere d’arte del Parlamento sardo.
Grazie
Giacomo Spissu