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Definire una nuova legge di riordino dei Consorzi di Bonifica, il presidente Ganau al convegno dell’ANBI Sardegna

Buongiorno a tutti, ringrazio l’Unione Regionale ANBI Sardegna, l’associazione che riunisce i consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, per la scelta di promuovere una giornata di riflessione e confronto sul tema legato ad uno strumento –  il Masterplan per il sud –  le cui linee guida come sapete sono state di recente rese note dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, fornendo il quadro di riferimento entro cui si collocheranno le scelte operative su cui stanno lavorando Governo, Regioni e Città Metropolitane. Così come sottolineato dallo stesso Presidente Renzi il documento di fatto chiarisce  la base finanziaria di partenza del Masterplan “uno sforzo di investimenti mai realizzato in passato in un solo anno e finalizzato a sbloccare anche per gli anni successivi gli investimenti nel Mezzogiorno”.
Uno strumento strategico dunque a disposizione delle regioni del sud che consentirà di poter contare su nuove risorse e di dimostrare di saper lavorare sulla Governance e di avere capacità amministrativa. Quali opportunità per la nostra isola, quindi, in un quadro di riordino del ruolo dei Consorzi di bonifica sardi? Nel percorso avviato  di riorganizzazione degli Enti locali, che vede oggi impegnato in prima linea il Consiglio regionale, credo sia necessario definire con certezza e chiarezza le competenze di tutti i servizi pubblici che contribuiscono al “Sistema Sardegna”. Fra questi, naturalmente, i Consorzi di Bonifica, enti pubblici di autogoverno a base associativo che possono svolgere un ruolo importante per l’acqua e l’ambiente nel quadro dei nuovi assetti regionali.
La riforma con la quale nel 2006 la Regione Sardegna è intervenuta in materia di risorse idriche e bacini idrografici, non ha portato evidentemente ai risultati sperati, in primo luogo per ciò che riguarda il contenimento dei costi delle diverse utenze, civili, irrigue ed industriali.
 A questo è necessario ricordare che – mentre nel resto dell’Italia la gestione delle risorse idriche a prevalente uso irriguo è affidata agli agricoltori associati nei Consorzi di bonifica – in Sardegna viene attribuito ad unico ente regionale la gestioni di tutte le funzioni nel settore delle risorse idriche a uso plurimo, in particolare l’uso irriguo che obbliga i Consorzi ad “acquistare il bene acqua”.
Così come la mancata attuazione, in Sardegna, del Protocollo d’intesa Stato  – Regioni (settembre 2008), successivo alla legge regionale sui Consorzi (L.R. n.6 del maggio 2008), finalizzata alla riorganizzazione delle funzioni dei consorzi di bonifica, al loro risanamento finanziario e al riordino dei relativi comprensori di bonifica, ha di fatto fortemente penalizzato la nostra isola  che non si è riallineata al “sistema bonifica” nazionale, non riuscendo a garantirne una maggiore efficienza. Un sistema dell’attività di bonifica che ha nel resto dell’Italia assunto polivalenza funzionale: parliamo di difesa e conservazione del suolo, gestione delle acque per uso irriguo e salvaguardia ambientale, considerato che oggi gli interventi di bonifica concorrono al raggiungimento della sicurezza territoriale, alimentare ed ambientale.
Non mi dilungo oltre ma, consentitemi di muovere il mio personale apprezzamento all’attività svolta, su invito dell’Unione Regionale ANBI Sardegna, dalle organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri che hanno insieme lavorato per esaminare l’attuale situazione dei Consorzi in Sardegna, in particolare, sul tema della gestione delle risorse idriche per una valutazione dei costi anche alla luce dell’attuale sistema normativo che gravano sulle aziende agricole e sul bilancio della Regione.
 Gli incontri di studio e pianificazione hanno consentito di individuare degli obiettivi comuni fondamentali per attribuire al sistema “bonifica” una valenza integrale in chiave moderna. Strumenti che credo possano essere utili per la definizione di una legge  regionale sui Consorzi di Bonifica che possa concorrere ad una migliore gestione del bene comune nell’interesse degli agricoltori sardi.

Gianfranco Ganau
Presidente Consiglio regionale della Sardegna

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