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Celebrazioni 70°anniversario della Liberazione: l’intervento del presidente Ganau a Nuoro

Nuoro, 21 aprile 2015

Sig. Sindaco,
il mio saluto personale e quello del Consiglio regionale a Lei e a tutte le autorità presenti, a tutti coloro che hanno voluto condividere con noi questa giornata di celebrazione dei 70 anni della Liberazione dell’Italia.
Un saluto particolare ai più giovani, agli studenti qui presenti, cui abbiamo voluto dedicare la giornata, perché a loro spetta il compito di custodire, difendere ed estendere i valori che la lotta di liberazione ci ha consegnato.
Ringrazio il Sindaco e l’amministrazione per aver voluto condividere con noi quest’ iniziativa.
Grazie all’ANPI e al suo presidente che ci onora con la sua presenza.
E grazie al Liceo delle Scienze umane e musicali “Sebastiano Satta” e all’istituto comprensivo “Pietro Borrotzu” per la preziosa collaborazione.
Abbiamo fortemente voluto che il Consiglio regionale celebrasse il 70° anniversario della Liberazione, convinti che il ricordo di coloro che hanno perso e rischiato la vita per consentirci di vivere in uno stato libero e democratico sia un fatto importante e debba essere l’occasione per ricordarci la necessità di un impegno quotidiano volto a diffondere i valori della Resistenza.
E, soprattutto, abbiamo voluto che queste celebrazioni avvenissero fuori dalle mura del Consiglio Regionale perché crediamo che la politica, soprattutto nei momenti difficili come questi che stiamo attraversando, debba tornare tra la gente, per ricordare momenti importanti come questo ma anche per stare vicino ai problemi dei sardi e condividere le soluzioni migliori per la Sardegna.
Sono passati 70 anni da quel lontano 25 Aprile 1945 – dalla sconfitta del nazi – fascismo.
Grazie ai partigiani, a quegli uomini e quelle donne che si batterono allora, grazie alla Resistenza e ai suoi ideali è nato quel capolavoro di diritti e di doveri rappresentato dalla nostra Costituzione, che è l’atto fondante della nostra Repubblica, della nostra democrazia.
Lì sono contenuti i principi del vivere civile, di solidarietà, di sussidiarietà che ci consentono oggi di godere pienamente della libertà conquistata.
La Costituzione, e mi rivolgo ancora ai più giovani, deve essere conosciuta, rispettata, difesa e finanche pienamente attuata in alcune sue parti.
Spetta oggi a tutti noi ed a voi giovani per il futuro far si che queste conquiste non siano disperse, siano consolidate e non date per scontate.
Affermava Piero Calamandrei rivolgendosi proprio ai più giovani:
“…La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordatevi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo… “
Era il 1955 e – ancora oggi – dopo 60 anni le sue parole andrebbero lette ogni giorno per ricordarci che la nostra democrazia va continuamente alimentata attraverso battaglie di difesa della solidarietà, della giustizia sociale e del rispetto della persona umana.
E in questi principi che bisogna trovare le soluzioni per affrontare il dramma che oggi centinaia di persone affrontano, trovando la morte, ricercando invece solo una vita migliore.
I motivi per essere solidali e sconfiggere chi oggi fa tratta di schiavi.
Noi ci alziamo tutti i giorni e respiriamo.
Tutti i giorni facciamo gesti e azioni assolutamente abitudinarie cui non diamo peso, come comprare e leggere i giornali o i libri che vogliamo, esprimere opinioni, manifestare dissenso.
Partecipiamo ad attività sociali, culturali, possiamo costituire libere associazioni, aderire a partiti, sindacati, votare liberamente per scegliere i nostri amministratori e la classe dirigente.
Ebbene tutto questo oggi appare scontato ma è possibile solo grazie alla lotta di resistenza, a quegli uomini e a quelle donne che hanno lottato e perso la vita per consentirci tutto questo, a quei valori che li hanno ispirati nella lotta di liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
Questa normalità è possibile grazie a quel 25 Aprile 1945.
Sotto il regime fascista la libertà di pensiero, di associazione, di stampa, la possibilità di costituire partiti, di manifestare, erano vietate e chi si oppose al regime fu vittima di una violenza inaudita. Allora la libertà non esisteva, si veniva discriminati e perseguitati per diverse opinioni politiche, tendenze sessuali, provenienze razziali, credo religioso, nella pretesa di un assurdo primato della razza.
Per questo siamo qui, perché è dalla conoscenza e dalla consapevolezza del passato e della nostra storia, che dobbiamo trovare le ragioni perché nessuno possa mettere mai in discussione queste conquiste e per essere sempre pronti a difendere quel bene prezioso come l’aria, che è la libertà.

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