MOZIONE N. 24

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 24

TICCA – FASOLINO – SALARIS sull’autonomia differenziata e l’urgenza di adottare le norme di attuazione dello Statuto finalizzate a rafforzare la competitività della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’attuazione della legge 26 giugno 2024, n. 86 recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” determinerà un radicale mutamento dell’assetto del regionalismo italiano, con un sostanziale livellamento dei poteri delle regioni e, al di là delle affermazioni di principio, un conseguente depotenziamento delle regioni a Statuto speciale;
– paradossalmente nemmeno in Sardegna il dibattito sul tema affronta, se non in modo marginale, il nodo della permanenza delle ragioni profonde della specialità (soprattutto in relazione alla condizione di insularità e al relativo principio, recentemente introdotto nella Costituzione all’articolo 119, comma 6), della piena attuazione dei poteri autonomistici e di una applicazione dinamica e adeguata ai tempi dello Statuto speciale;
– la necessità di focalizzare l’attenzione sull’adeguatezza della nostra autonomia e sulla prospettiva di una sua riforma, come prospettato anni fa, con la proposta di legge di istituzione della Assemblea costituente del Popolo sardo a ciò preposta, è invece resa impellente proprio dall’avvio del processo di attuazione della legge sull’autonomia differenziata;
– è necessario avere piena consapevolezza delle motivazioni per le quali lo Statuto speciale, pur garantendo un’ampia autonomia, non ha prodotto i risultati sperati e la Sardegna non è stata in grado di uscire dalla condizione di regione in ritardo di sviluppo, restando agli ultimi posti tra le regioni d’Europa (234^ su 268) per indice di competitività;
– i fattori che determinano questa situazione sono diversi, ma uno dei principali è da ricercare proprio nella scarsa incisività della Regione nell’utilizzare gli strumenti che nei decenni ha avuto a disposizione per favorire la crescita, sia nel rapporto con l’Europa che nei confronti dello Stato;
– tra i fattori frenanti assume particolare rilievo il mancato dispiegamento della pienezza dei poteri autonomistici, causato anche dalla mancata adozione delle norme di attuazione, necessarie per esercitare competenze strategiche, oltre che per adeguare l’applicazione dello Statuto alle esigenze del presente, ben diverse da quelle del 1948;
– mentre altre regioni a statuto speciale, come il Trentino Alto Adige, hanno saputo sfruttare appieno questo strumento, ottenendo quasi 200 norme di attuazione, la Sardegna ne ha viste approvate appena 32, di cui solo 8 negli ultimi vent’anni;
– accanto alle materie previste dagli articoli 3, 4 e 5 dello Statuto, ampi spazi per una significativa espansione dei poteri della Regione sono offerti dall’articolo 6, in forza del quale “(la Regione) esercita, altresì, le funzioni amministrative che le siano delegate dallo Stato”. Su tale norma si basa, ad esempio, il decreto legislativo 10 aprile 2001, n. 180 (Norma di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna recante delega di funzioni amministrative alla Regione in materia di lavoro e servizi all’impiego);

CONSIDERATO che:
– la Sardegna, in quanto isola più lontana dal continente europeo, affronta sfide uniche e complesse che richiedono interventi specifici in attuazione del principio di insularità, che rappresenta il più forte impegno mai assunto dalla Repubblica per garantire alle regioni insulari parità di condizioni per poter efficacemente competere a livello nazionale ed europeo;
– per garantire pari opportunità e sviluppo alla Sardegna, è pertanto fondamentale ottenere:
a) la piena realizzazione del diritto alla mobilità, garantendo in modo strutturale l’accessibilità esterna attraverso una continuità territoriale di qualità che metta fine una volta per tutte a precarietà e incertezza degli spostamenti e l’accessibilità interna all’isola attraverso infrastrutture di trasporto in linea con gli standard nazionali ed europei.
b) il superamento del pesante gap infrastrutturale (la Sardegna ha l’indice di infrastrutturazione più basso d’Italia), aggravato proprio dalla condizione di insularità, che esclude la Sardegna dalle grandi reti nazionali e internazionali;
c) le misure specifiche di fiscalità e di sviluppo, che favoriscano gli investimenti nell’Isola e la sua crescita economica;
d) il sostegno alla ricerca e all’innovazione, attraendo investimenti e promuovendo la collaborazione tra università e imprese;
e) il rafforzamento delle competenze in materia di tutela del paesaggio;
f) la valorizzazione dell’identità culturale, mediante il conseguimento di maggiore autonomia in materia di scuola, beni culturali e uso della lingua sarda;

impegna la Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad addivenire, in attuazione dell’articolo 56 dello Statuto, al concreto ed immediato incardinamento presso la Commissione paritetica della procedura di intesa finalizzata all’emanazione delle norme di attuazione dello Statuto speciale, nelle materie che maggiormente incidono sulla competitività della nostra Isola e che non sono state ancora adottate, con particolare riferimento ai seguenti temi:
a) continuità territoriale aerea e marittima, con l’obiettivo di risolvere in modo strutturale il problema dell’accessibilità della Sardegna;
b) incentivi, anche di natura fiscale, alle imprese che operano o intendono insediarsi in Sardegna;
c) disciplina organica in materia di delega di funzioni statali e di altre norme sull’ordinamento scolastico;
d) disciplina organica in materia di accademia di belle arti, istituti superiori per le industrie artistiche, conservatori di musica e istituti musicali pareggiati, con attribuzione di specifica delega;
e) disciplina organica in materia di energia;
f) disciplina organica in materia di uso della lingua sarda nei rapporti tra i cittadini e l’amministrazione, nelle scuole, nei procedimenti giudiziari;
g) delega alla Regione di funzioni statali relative ai beni nuragici e al patrimonio archeologico presente in Sardegna;
h) università degli studi, con attribuzione di specifica delega;
i) finanza locale;
j) disciplina di attuazione organica in materia di usi civici;
k) catasto dei terreni e catasto urbano, con attribuzione di specifica delega;
l) disciplina organica in materia di ammortizzatori sociali, cassa integrazione, disoccupazione, mobilità;
2) avviare un confronto serrato con il Governo teso a:
a) definire un quadro normativo e finanziario che garantisca alla Sardegna, in ragione della sua condizione insulare e della sua perifericità, effettive possibilità competitive e di erogazione delle prestazioni, rispetto alle altre regioni, in particolare in vista dell’attuazione della disciplina contenuta nella legge n. 86 del 2024 in materia di autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario;
b) definire, anche con il coinvolgimento delle altre società, enti e agenzie interessati, un programma pluriennale di investimenti finalizzati al recupero del gap infrastrutturale della Sardegna nei diversi ambiti;
3) garantire la massima trasparenza e informazione sui temi oggetto della presente mozione, riferendo periodicamente al Consiglio regionale e ai cittadini sardi sullo stato di avanzamento delle trattative con il Governo e sui risultati conseguiti.

Cagliari, 18 ottobre 2024

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