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Sardegna al centro-20Venti presenta una PL per promuovere le Comunità energetiche. Previsto un finanziamento di oltre 300 milioni di euro

Oltre 300 milioni di euro nel prossimo triennio per promuovere una transizione energetica che punti sullo sviluppo delle Comunità energetiche regionali, mettendo al centro l’interesse dei cittadini sardi e delle loro comunità. E’ l’obiettivo della proposta di legge, presentata questa mattina in Consiglio regionale dai consiglieri del Gruppo Sardegna al centro-20Venti, Antonello Peru, Stefano Tunis e Alberto Urpi. La norma, composta da undici articoli, integra gli interventi già previsti dalla legge regionale n. 15 del 2022 e promuove e sostiene lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili (CER) su tutto il territorio regionale, con l’obiettivo di incrementare l’autonomia energetica della Regione.

“In questa visione antagonista”, hanno spiegato i proponenti, “a quella di disseminazione di impianti di grossa taglia orientati esclusivamente al profitto e non concepiti per le reali esigenze delle comunità locali destinate a ospitarle” assumeranno un ruolo strategico le comunità energetiche come strumento principale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa in materia di transizione energetica. I contributi, nel rispetto della normativa nazionale ed europea e attraverso la cooperazione tra pubblico e privato, saranno destinati  all’istituzione delle Cer, alla progettazione, alla realizzazione e al potenziamento di impianti alimentati da fonti rinnovabili al servizio delle Cer, ma anche alla copertura totale delle spese di gestione dei primi cinque anni. I finanziamenti potranno essere richiesti dai Comuni sopra i 5000 abitanti, mentre ora soltanto quelli sotto i 5000 abitanti possono ottenere gli incentivi nazionali.

Vogliamo stimolare le famiglie e le imprese a creare forme di collaborazione, ha spiegato Peru, per arrivare a un’autonomia e a una sovranità energetica che sia in capo alle famiglie e alle imprese sarde, disincentivando così i grandi player internazionali.  “Credo sia l’unica proposta alternativa – ha spiegato Alberto Urpi – che prova a raccontare una conformazione energetica della Sardegna diversa da quella di cui si sta dibattendo ogni giorno, in cui si parla solo dell’obiettivo dei 6,2 gigawatt, di aree idonee, con tantissimi sindaci oggi lasciati soli”. E ha aggiunto: “E’ un modo per dire con forza e chiarezza che le comunità energetiche devono essere accoglienti e capaci di essere di ampia portata. Con questa proposta di legge finanziamo tutti gli impianti delle famiglie che vanno verso l’autoconsumo se entrano nelle comunità energetiche”. Urpi ha spiegato che evidentemente l’incentivo statale del 50%, già utilizzabile per l’installazione di un impianto fotovoltaico non è sufficiente, visto che sono ancora poche le famiglie che ne fanno uso. Con questa legge “diciamo che la parte restante sarà finanziata dalla Regione se gli impianti verranno inseriti all’interno delle comunità energetiche”. Si tratta di una “proposta di legge coraggiosa e sfidante”, ha continuato Urpi, che ha una visione energetica della Sardegna ispirata all’autoconsumo “e finalmente i Comuni non verranno lasciati soli”. Per Stefano Tunis è l’unica proposta credibile alternativa alla disseminazione in Sardegna di una grande quantità di impianti per la produzione di energia. “E’ una situazione che parte da lontano, da almeno un lustro fa, e su questa situazione le impronte digitali della presidente Todde sono identificabili”. “Noi diamo una risposta antagonista agli interessi economici dei soggetti industriali” e ha aggiunto Tunis che è arrivato il momento che la Giunta Todde scelga se vuole continuare a stare dalla parte dei player industriali o se vuole stare dalla parte dei cittadini sardi “che vogliono essere protagonisti e governare il processo della transizione ecologica e non subirlo”.

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