CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 1 – antimeridiana
martedì 9 aprile 2024
Aperta la XVII^ Legislatura
Piero Comandini eletto presidente del Consiglio regionale
Si è aperta la XVII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna.
Il consigliere anziano Lorenzo Cozzolino ha dichiarato aperta la seduta e ai sensi del regolamento ha invitato all’ufficio di presidenza i consiglieri Alessandro Solinas, Umberto Ticca, Michele Ciusa e Alessandro Pilurzu quali consiglieri più giovani per esercitare le funzioni di segretari provvisori.
Il presidente provvisorio dell’assemblea Cozzolino ha dato corso al giuramento dei consiglieri regionali e per primo ha prestato giuramento. A seguire ha invitato la presidente della Regione, Alessandra Todde, e i consiglieri regionali a prestare il medesimo giuramento. Chiamati uno a uno dai segretari, i consiglieri hanno giurato.
Il consigliere Cozzolino, in qualità di presidente provvisorio, ha quindi invitato la presidente Todde a dare lettura dei componenti della giunta che risulta così composta:
Maria Elena Motzo (Affari generali)
Giuseppe Meloni (Programmazione)
Francesco Spanedda (Enti locali)
Rosanna Laconi (Ambiente)
Gianfranco Satta (Agricoltura)
Franco Cuccureddu (Turismo)
Antonio Piu (Lavori pubblici)
Emanuele Cani (Industria)
Desirè Alma Manca (Lavoro)
Ilaria Portas (Pubblica istruzione)
Armando Bartolazzi (Sanità)
Barbara Manca (Trasporti).
Gli assessori non consiglieri regionali hanno prestato giuramento e i consiglieri assessori hanno preso posto nei banchi della Giunta.
Quindi il presidente provvisorio, Lorenzo Cozzolino, ha svolto il suo intervento di apertura della legislatura:
“Presidente della Regione, signore e signori membri della Giunta regionale, onorevoli signore e onorevoli signori Consiglieri regionali, è grazie alla mia età, ma solo per cinquanta giorni di differenza all’anagrafe con il collega Giuseppino Canu, che ho il grande onore di dare avvio alla diciassettesima legislatura dell’Autonomia sarda che vede per la prima volta una donna eletta come Presidente della nostra Regione.
Presidente Todde, nel congratularmi la saluto e Le auguro che il Suo mandato porti a un futuro di buon governo e prosperità per la nostra Regione.
Come consuetudine, da consigliere più anziano, prima delle elezioni del nuovo Presidente del Consiglio regionale, è mio compito pronunciare questo discorso intriso di doverosi saluti e di auspicabili indirizzi da seguire nel corso della prossima legislatura.
Porgo i miei auguri di proficuo lavoro ai nuovi consiglieri regionali e un saluto affettuoso ai colleghi che ho già avuto modo di conoscere nella quattordicesima e quindicesima legislatura. Porgo i miei saluti agli assessori regionali e alle autorità presenti.
Auspico innanzitutto una reciproca e costante collaborazione tra la Giunta regionale e questa Assemblea, con proficue interlocuzioni finalizzate a realizzare le risposte legislative necessarie per soddisfare le aspettative dei sardi e per sconfiggere così le diffidenze dei tanti cittadini che non vanno più a votare.
Ai sardi dobbiamo ridare la fiducia, un senso e un valore al diritto costituzionale di manifestare la propria volontà durante le elezioni, esprimendo il proprio voto.
Dobbiamo dimostrare che questa Assemblea è la casa della democrazia e della partecipazione.
In campagna elettorale abbiamo promesso che ci saremmo occupati di risolvere le crisi che affliggono la nostra regione, ora, per farlo, dobbiamo aprire le porte del palazzo ma soprattutto aprire le orecchie per saper ascoltare i reali bisogni e per poter costruire dopo, con razionalità, le leggi necessarie.
Umanizzare quindi l’azione del governo, ponendo la persona e i suoi intangibili valori al centro dell’assolvimento della funzione pubblica, costituirà un primo valido segnale del ritorno della politica vicina e attenta alle esigenze dei cittadini.
Noi, da questa casa, dobbiamo pensare a tutti i Sardi, a quelli residenti nell’isola e a quelli che vivono fuori dai confini regionali, in Italia, in Europa e nel resto del mondo.
In un momento storico drammatico dove, in diverse aree della terra, si è divisi e lacerati da guerre e conflitti, noi dobbiamo trasmettere i valori autentici della sardità che vogliono un popolo unito nel perseguire un solo fine: la pace tra i popoli.
È questa la politica che auspico, fatta di un confronto leale e propositivo tra le parti che hanno a cuore il solo fine del bene collettivo.
I Sardi attendono, Presidente, una amministrazione regionale che, custodendo e rivendicando la sua specialità, sappia affrontare con coraggio i problemi e le aspettative della Sardegna, anche sotto il profilo giuridico e che s’impegni per trasformare la condizione attualmente sfavorevole dell’insularità in una risorsa di positiva opportunità.
Inoltre l’attuale maggioranza di governo regionale, visto il dramma economico e sociale che attanaglia l’isola, deve promuovere azioni tese a cementare la necessaria coesione tra le persone, i territori e le istituzioni, privilegiando la ricerca del bene comune, a partire dall’attenzione per chi soffre maggiormente.
Occorre dare fiducia ai nostri giovani.
Hanno tante doti e capacità che noi adulti, purtroppo, non sappiamo riconoscere e valorizzare.
Non dobbiamo considerarli come soggetti passivi, ma veri protagonisti della propria crescita in un autentico rapporto educativo: sono loro il nostro futuro.
Preoccupa la crescente realtà della nuova emigrazione, in particolare quella giovanile.
Ne deriva inevitabilmente un calo di presenze attive nell’organizzazione del lavoro e l’impoverimento, non solo demografico, dell’isola, soprattutto delle zone interne.
È comunque importante considerare che, se da un lato l’emigrazione è conseguenza di una realtà sociale incapace di valorizzare le potenzialità dei giovani, dall’altra parte non è corretto scoraggiare, a priori, una fisiologica mobilità per studio e opportunità di carriera, perché si tratta di scelte fatte in piena libertà.
È urgente avviare da subito un confronto con il Governo nazionale sui temi dell’Autonomia differenziata e sul principio d’insularità.
Sono questioni troppo importanti che rischiano di penalizzare ulteriormente il divario economico, già pesante, tra la nostra regione e il resto del Paese.
Con l’Unione europea dobbiamo riprendere le storiche battaglie autonomistiche.
Grandi sono le sfide che ci attendono:
sanità, è assurdo assistere alla carenza di medici di base in tutte le zone interne della Sardegna, agli ospedali del territorio abbandonati, a liste di attesa infinite, a pazienti costretti ad emigrare per curarsi;
lavoro, in tutti settori della vita amministrativa, compreso quello sanitario, bisogna dare risposta al fabbisogno di personale, attraverso lo scorrimento delle graduatorie e l’indizione di nuovi concorsi;
agricoltura e pastorizia, dobbiamo ascoltare e risolvere i problemi di questo comparto vitale per la nostra economia. Un popolo, quello delle campagne, che negli ultimi anni ha dovuto attuare forme di protesta estreme per rivendicare e farsi riconoscere l’essenziale per continuare a lavorare e a produrre. Un comparto, quello agro pastorale, che sarà il primo a scontare le conseguenze nefaste di una stagione estiva che si presenta, secondo le previsioni, con temperature altissime, poca acqua e con la mannaia distruttiva delle cavallette e degli incendi;
trasporti, oggi è impossibile muoversi da e per la Sardegna e anche dentro la nostra regione treni e strade non garantiscono tempi e sicurezza nella mobilità;
ambiente, va rafforzata la sua tutela attraverso la riorganizzazione e il potenziamento delle strutture preposte alla salvaguardia ambientale come il Corpo Forestale regionale, l’Agenzia Forestas e la Protezione Civile;
energia, va promosso lo sviluppo delle fonti di energia alternativa contemperando le esigenze di tutela del paesaggio e del territorio, ma soprattutto è indispensabile il coinvolgimento delle comunità locali destinatarie della localizzazione degli impianti;
turismo, dobbiamo pensare alla promozione moderna dell’offerta turistica puntando sulla valorizzazione del nostro patrimonio naturale culturale e storico che devono diventare veri attrattori multi stagionali.
Questo è il compito che ci attende, e per quanto difficile possa apparire, a esso dobbiamo dedicarci con tutte le nostre forze per creare fiducia nel domani e nei giovani e offrire migliori condizioni per una serena e pacifica convivenza del nostro popolo.
Auguro a tutti buon lavoro”.
A conclusione del suo intervento, il presidente provvisorio ha dato lettura dell’articolo 3 del regolamento interno, quello inerente l’elezione del presidente del consiglio che avviene a scrutinio segreto e al primo scrutinio stabilisce la maggioranza di due terzi dei componenti dell’assemblea e in caso di mancato raggiungimento del quorum si procede col secondo scrutinio, in cui è richiesta la maggioranza dei due terzi dei votanti e a seguire la maggioranza assoluta.
I segretari hanno quindi proceduto con la chiamata dei consiglieri ed il presidente provvisorio ha informato l’Aula della comunicazione della Presidente della Regione che attribuisce all’assessore del Bilancio e Programmazione, Giuseppe Meloni, le funzioni di vice presidente della Giunta.
Concluse le operazioni di spoglio, il presidente Cozzolino, ha comunicato l’esito del primo scrutinio: presenti, 60, astenuti 33, votanti 27, schede bianche 21, nulle 1, Comandini, 3 e Peru, 2.
Non essendo stato raggiunto il quorum (40 voti validi) si è proceduto con la seconda votazione.
Concluse le votazioni e lo spoglio, il presidente ha comunicato l’esito del secondo scrutinio: presenti 53, astenuti 32, votanti 21, bianche 14, Peru, 6, Cozzolino, 1.
Si è quindi proceduto con la terza votazione (quorum: maggioranza assoluta).
Concluse le operazioni di voto , il presidente provvisorio dell’assemblea, al termine dello spoglio ha comunicato l’esito del terzo scrutinio: presenti 60, votanti 60, schede bianche 16, nulle 1, Comandini 42, Peru 1; e ha dunque proclamato eletto presidente del Consiglio regionale della Sardegna, l’onorevole Piero Comandini (Pd).
L’on. Comandini ha preso posto alla presidenza e ha esordito così:
«E’ difficile iniziare questo ruolo dopo aver la prova di questo affetto da colleghi di maggioranza e anche dell’opposizione.
Noi oggi qua siamo dei privilegiati e abbiamo la grande responsabilità di scrivere pagine belle per i sardi, se saremo uniti e se avremo gli stessi obiettivi.
Grazie a chi mi ha dato questa responsabilità di svolgere un ruolo istituzionale in quest’aula e fuori da qui. Vi ringrazio tutti nello stesso modo, per quello che insieme faremo in quest’aula portando avanti leggi importanti: è questo l’obiettivo che ci ha animati quando abbiamo deciso di candidarci. Dobbiamo voltare alto e spogliarci anche delle nostre appartenenze politiche senza rinnegare la propria cultura politica e la propria storia.
Dobbiamo avere davanti soltanto i problemi dei sardi, aiutare le donne sarde che sono in condizione di estrema difficoltà soprattutto quando lavorano. Dobbiamo trovare in questa istituzione le soluzioni ai problemi, soluzioni che i sardi attendono. E cominciamo oggi questo cammino con una donna presidente della Regione, una grande novità. Ma ringrazio anche Paolo Truzzi per come ha condotto la campagna elettorale e per le parole di apprezzamento che ha avuto il giorno dopo. Paolo Truzzu ha confermato di essere un vero uomo delle istituzioni. Sono sicuro che la minoranza lavorerà insieme con noi in questa che ritengo essere una fase costituente per la Sardegna. Voliamo alto, ci sarà un tempo per i confronti fuori da quest’aula ma qui mettiamoci la maglietta dei sardi e dimostriamo di avere un cuore che batte per i sardi.
Non possiamo non guardare fuori dalla Sardegna, alla guerra e al Mediterraneo, ai tanti che cercano miglior fortuna varcando. Sarò il presidente di tutti e cercherò di essere il presidente del sardi. Grazie».
Il presidente ha dunque dichiarato conclusi i lavori e preannunciato i nuovi impegni dell’assemblea, a cominciare dalla formazione dell’ufficio di presidenza e la costituzione dei gruppi e delle commissioni consiliari.