Interrogazione n. 1960/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVI Legislatura

Interrogazione n. 1960/A

(Pervenuta risposta scritta in data 21/12/2023)

COCCO Daniele Secondo – GANAU – CIUSA – PINNA – AGUS, con richiesta di risposta scritta, sulle gravi criticità del servizio di assistenza sanitaria presso gli istituti penitenziari della Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
– il decreto legislativo n. 230 del 22 giugno 1999 recante “Riordino della medicina penitenziaria, in applicazione dell’articolo 5 della legge 30 novembre 1998, n. 419”, assegna al SSN il compito di assicurare alle persone detenute i livelli di prestazioni concernenti la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione analoghi a quelli garantiti ai cittadini in stato di libertà;
– il decreto legislativo n. 140 del 18 luglio 2011, recante “Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna in materia di sanità penitenziaria”, dispone il trasferimento al Servizio sanitario regionale di tutte le funzioni sanitarie svolte dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento per la giustizia minorile;
– la deliberazione della Giunta regionale n. 13/5 del 14 marzo 2017, in attuazione dell’Accordo Stato-regioni del 22 gennaio 2015, ha definito le nuove linee guida per l’organizzazione del Servizio sanitario regionale a favore delle persone detenute;
– la Regione, per il tramite dell’ARES Sardegna, assicura l’assistenza sanitaria alla popolazione detenuta negli istituti penitenziari e nei servizi della giustizia minorile del proprio territorio attraverso un sistema articolato di servizi sanitari che costituiscono la Rete regionale per l’assistenza sanitaria penitenziaria;
– attualmente l’assistenza sanitaria del SSR presso gli istituti penitenziari della Sardegna presenta le stesse gravi criticità e carenze già riscontrate nell’assistenza sanitaria erogata ai cittadini in stato di libertà, dovute principalmente all’insufficiente dotazione di personale sanitario, alle difficoltà ad accedere alle necessarie cure specialistiche e ricoveri, alle lunghissime liste d’attesa per visite ed esami (appuntamenti sospesi per TAC, RMN, elettromiografie, EGDS e colonscopie);
– le gravi carenze del sistema sanitario nelle carceri sarde, oltre a non garantire il diritto alla salute dei cittadini detenuti, si ripercuotono giornalmente nell’attività lavorativa del personale sanitario spesso impiegato in turni massacranti, senza godere del necessario riposo e delle ferie e costretto a lavorare in condizioni di emergenza o insicurezza;

considerato che:
– l’assistenza sanitaria penitenziaria è caratterizzata da una significativa carenza nell’offerta della maggior parte dei servizi socio-sanitari specialistici, con visite e cure interne riconducibili alla sola medicina di base;
– la mancanza della medicina specialistica penitenziaria comporta l’invio del detenuto negli ospedali o nelle strutture sanitarie territoriali fuori dal carcere, con grave rischio per l’incolumità degli operatori sanitari e degli altri pazienti e con altissimi costi per il trasferimento del detenuto in condizioni di sicurezza;
– gli stipendi dei medici e degli operatori sanitari che lavorano negli istituti penitenziari sono assolutamente inadeguati alla mole di lavoro che viene svolta e ai rischi legati alla pericolosità di alcuni detenuti (detenuti tossicodipendenti, violenti, con scompensi psichici o autolesionisti, detenuti in alta e altissima sicurezza quali terroristi e in regime del 41 bis);
– sia necessario un aggiornamento delle Linee guida dell’assistenza penitenziaria regionale, approvate con la deliberazione della Giunta regionale n. 13/5 del 14 marzo 2017, in funzione della recente riforma del Sistema sanitario regionale;

valutata la necessità:
– di dover garantire un efficiente servizio sanitario in tutto il territorio regionale, garantendo il diritto alla salute per i tutti i cittadini sardi con l’erogazione di prestazioni sanitarie omogenee anche ai cittadini detenuti negli istituti penitenziari;
– di garantire la corretta fruizione dei turni di riposo, dei permessi e delle ferie al personale sanitario in servizio presso gli istituti penitenziari della regione;
– di stabilizzare il personale medico con incarico provvisorio attraverso procedure concorsuali straordinarie riservate al personale precario;
– di incentivare il servizio assistenziale all’interno delle case di reclusione attraverso incentivi economici al personale sanitario, con il riconoscimento di specifiche indennità che tengano conto della specificità dell’ambito in cui devono operare,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza delle gravi criticità nel servizio di assistenza sanitaria presso gli istituti penitenziari della Sardegna:
2) quali azioni intendano adottare, o far adottare, al fine di garantire gli essenziali servizi assistenziali e sanitari negli istituti penitenziari della Sardegna anche attraverso la stabilizzazione del personale sanitario precario, l’assunzione di medici specialisti, la definizione di un accordo integrativo regionale che valorizzi il personale sanitario impegnato all’interno delle carceri;
3) quali azioni intendano adottare, o far adottare, al fine di procedere all’aggiornamento delle Linee guida dell’assistenza penitenziaria regionale.

Cagliari, 8 novembre 2023

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