La situazione della sanità sarda è drammatica. N on c’è una visione generale, la legge sugli accreditamenti è da cambiare, gli organici sono drasticamente ridotti, gli straordinari non vengono pagati, il rapporto tra infermieri/pazienti, che in Italia è di 1 a 6 nell’isola è di 1 infermiere ogni 13 pazienti, in qualche caso di 1 a 20.
La crisi del comparto che sta portando 1 sardo su 5 a rinunciare alle cure è stata denunciata questo pomeriggio davanti ai Capigruppo dai rappresentati sindacali del settore sanità di Fp Cgil, Uil FPL, Fials, Nursind,Nursing – Up, Fsi – Usae, Anaao Sardegna.
Assente l’assessore regionale della Sanità Carlo Doria.
I Capigruppo di opposizione, sottolineando che questa giunta continua a sottrarsi al confronto democratico, hanno chiesto al Presidente del Consiglio regionale Michele Pais di convocare nel più breve tempo possibile un’altra seduta per un confronto serrato con l’esponente della giunta. Inoltre, è stata chiesta dai presidenti dei gruppi di minoranza, la convocazione del Consiglio per affrontare il problema sanità e capire in Aula cosa vuole fare questa maggioranza davanti a una situazione del genere.
I sindacati hanno chiesto alla politica di dare risposte immediate perché i servizi sanitari non sono più all’altezza. E’ questa la ragione – hanno detto i sindacati – per cui i sardi stanno rinunciando alle cure. La disorganizzazione è globale, i turni sono massacranti e sempre più personale sceglie di lasciare le strutture pubbliche per quelle private. C’è bisogno di un cambio di marcia.
I sindacati hanno invitato la giunta a ritirare la delibera 19/82 del 1 giugno 2023 con la quale l’esecutivo prevede l’istituzione di quattro nuovi ospedali in Sardegna. E’ una delibera – hanno detto i sindacati – che non rispecchia le esigenze di oggi. I cittadini hanno bisogno di cure subito non possono vivere di propaganda. Per i sindacati, quindi, il principale investimento, nell’immediato, deve riguardare il personale sanitario. Senza investire sugli organici continuerà una sanità a singhiozzo e a tempo. Insomma dei 30 ospedali sardi – secondo i sindacati – non ne funziona uno.