Contributi alle imprese artigiane e riforma Consorzi di Bonifica: audizioni in Quinta Commissione.

Le nuove misure di sostegno per le imprese artigiane e la proposta di riforma dei Consorzi di bonifica sono state al centro della seduta mattutina della Commissione “Attività Produttive” guidata da Piero Maieli.

 

Contributi a fondo perduto per le imprese artigiane

La commissione, all’unanimità, ha espresso parere favorevole sulla proposta di modifica dei criteri per la concessione dei contributi in conto interessi e in conto capitale alle imprese artigiane presentata dalla Giunta regionale. Per il 2023, sono disponibili 14,5 milioni di euro, il bando sarà pubblicato entro il prossimo mese di luglio. Saranno inoltre utilizzati i 18 milioni di euro stanziati con la legge “Omnibus” del 2022 che serviranno a liquidare i contributi alle aziende che hanno presentato domanda entro il mese di maggio dello scorso anno. «Dal 2021 a oggi c’è stato un notevole incremento delle richieste da parte delle imprese artigiane – ha detto il Capo di Gabinetto dell’assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio Andrea Cocco – questa proposta di modifica, condivisa dalle associazioni di categoria, tiene conto della nuova realtà». Diverse le novità: «Intanto c’è la separazione dell’attività istruttoria da quella dell’erogazione delle risorse che in passato era in capo ad un unico soggetto – ha spiegato la Dg dell’Assessorato Angela Maria Porcu – l’altra grande novità è che, in futuro, le domande potranno essere presentate fino all’esaurimento delle risorse: da quel momento lo sportello verrà chiuso. C’è poi la proposta di  consentirà alle imprese che nel maggio del 2022 erano in possesso dei requisiti richiesti, di ripresentare le domande nel 2023».

Dal 2016 a oggi la Regione ha erogato circa 52 milioni di euro alle imprese artigiane. Oltre 2400 le aziende beneficiarie dei contributi a fondo perduto. A giugno saranno liquidate altre 254 domande.

 

Riforma dei Consorzi

Nel corso della mattinata, l’organismo consiliare ha proseguito il ciclo di audizioni sulla proposta di legge di riforma dei Consorzi di Bonifica (primo firmatario il presidente della Commissione Piero Maieli). Oggi è stato il turno dei rappresentanti dell’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, ente che svolge funzioni di supporto tecnico-operativo all’Autorità di bacino e verifica la corretta applicazione della direttiva europea in materia di gestione della risorsa idrica.

I rappresentanti dell’Adis hanno evidenziato alcune criticità presenti nella proposta di legge in ordine alla governance e alla coerenza con il quadro comunitario di riferimento. Il direttore generale Antonio Sanna, in particolare, ha sottolineato il rischio di rendere inapplicabile al direttiva europea del 2000 che impone una gestione unitaria del sistema: «Questo potrebbe comportare una lesione del diritto comunitario – ha detto Sanna – in particolare sul principio della remunerazione dei costi che per il settore irriguo non può essere a zero». Tra le criticità segnalate anche il venir meno dell’obbligo di razionalizzazione della governance imposto dalla normativa europea. Dai vertici dell’Adis, infine, è arrivato l’invito a riflettere anche su altri due aspetti: 1) l’affidamento diretto della gestione delle risorse idriche va contro la norma che invece prevede una gara di evidenza pubblica; 2) la possibilità di incorrere in una procedura di infrazione da parte di Bruxelles in caso di corresponsione di incentivi ai Consorzi e la loro esclusione dalla partecipazione ai costi.

Paolo Botti, dirigente del Servizio Gestione Risorse Idriche dell’Adis, ha poi illustrato alcuni dati che evidenziano il buon andamento del governo delle acque in Sardegna: «Dopo le grandi emergenze di fine anni ’90 e primi anni 2000, abbiamo messo a punto un sistema che dal 2006 ci consente di gestire in modo efficace la risorsa idrica. Da allora in Sardegna non c’è più stato un allarme rosso. La governance unitaria ci ha permesso di affrontare al meglio anche periodi siccitosi come quelli del 2016 e 2017». Oggi il “modello Sardegna” viene guardato con interesse dalle altre regioni italiane dove la crisi idrica sta mettendo a dura prova i sistemi di gestione: «Ci chiamano da più parti, anche dall’Europa – ha proseguito Botti – per la prima volta quest’anno in alcuni distretti come quello di Oristano siamo in grado di fare una programmazione biennale delle campagne di irrigazione. E un risultato molto importante. Nonostante un sistema irriguo strutturalmente in deficit, la Sardegna ha trovato un buon sistema di gestione. Le difficoltà del passato possono rappresentare per noi un valore aggiunto».

 

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