“Le nuove generazioni possono trarre un insegnamento dallo studio degli avvenimenti del passato: essere orgogliose delle proprie radici e analizzare la storia per riflettere e per non commettere gli errori già avvenuti”.
La Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Puligheddu “Oggi, 28 aprile, è una giornata che assume un particolare significato soprattutto per i giovani: Sa Die è senz’altro un giorno solenne e commemorativo per le Istituzioni, una giornata di vacanza per le scuole. Ma, oltre la solennità e la spensieratezza, era e rimane, una questione di diritti”.
Per questo la Garante, nel ricordare i bambini uccisi e feriti, deportati, trattati come bottino di guerra; le bambine umiliate e perseguitate da regimi autoritari e dispotici, afferma che “Il cammino per la piena attuazione dei diritti per i minori nel mondo può essere considerato un progetto ancora incompiuto” ed auspica che le nuove generazioni nel nostro Paese crescano con una solida cultura dei diritti e che l’educazione di oggi serva in futuro a dare certezze ai più fragili nel rispetto della dignità delle persone e delle norme che ne regolano la civile convivenza.
Pertanto, “Il sentimento che mi guida in questa bellissima celebrazione” – ha detto Carla Puligheddu – “è l’accresciuta rivendicazione dei diritti e delle aspirazioni dei minori della nostra Regione”.
La festa del popolo Sardo, di cui quest’anno ricorre il trentennale, è quanto mai attuale.
Istituita per rappresentare il ricordo dell’insurrezione del 28 aprile 1794, quando vennero allontanati da Cagliari i Piemontesi in seguito alla negazione di alcuni diritti rivendicati dai sardi al governo torinese, “A 30 anni di distanza la consapevolezza di essere popolo e nazione, orgogliosi e custodi delle proprie radici è un sentimento sempre presente e anzi forse rafforzato in tutti i sardi.
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