La proposta di legge per il recupero dei laghetti e dei bacini di accumulo presenti nei terreni privati è stata al centro della seduta congiunta delle commissioni “Governo del territorio” e “Attività Produttive”. Il provvedimento, presentato dal gruppo Psd’Az (primo firmatario Franco Mula), punta a una mappatura dei punti di raccolta delle acque per poter effettuare interventi di pulizia e messa in sicurezza finalizzati al ripristino dell’originaria destinazione: l’uso irriguo e l’abbeveramento del bestiame. Idea condivisa dal neo assessore all’Ambiente Marco Porcu, sentito in audizione dalle due commissioni: «E’ un’iniziativa importante che sposiamo – ha detto Porcu – molti laghetti, per gli elevati costi di manutenzione e di gestione, sono in stato di abbandono o vengono svuotati dai proprietari per evitare problemi. Questo comporta un problema serio alla campagna antincendi, in considerazione del fatto che in molti casi forniscono l’acqua agli elicotteri per lo spegnimento dei roghi». L’assessore ha auspicato un intervento legislativo che consenta ai proprietari dei terreni di mettere a norma i siti: «Occorre valutare una rivisitazione delle prescrizioni sulla manutenzione dei laghetti – ha aggiunto l’assessore – soprattutto quelli di dimensioni ridotte. Serve una semplificazione delle norme. Per quelli realizzati prima del 1988 non è necessaria la valutazione di impatto ambientale».
Per il primo firmatario della legge, la sistemazione di laghetti e bacini di accumulo consentirebbe alle aziende agricole, soprattutto delle zone interne, di fronteggiare la scarsa disponibilità delle risorse idriche: «La proposta di legge e aperta – ha detto Franco Mula – suggerimenti osservazioni sono ben accetti».
Il presidente della Quinta Commissione Piero Maieli ha sottolineato la necessità di procedere a un censimento puntuale dei siti presenti, delle loro dimensioni e del tipo di terreni dove sono stati realizzati, in modo da decidere dove indirizzare le risorse.
Secondo il presidente della Quarta Commissione Giuseppe Talanas sarebbe utile riflettere sull’ipotesi di finanziare non solo il recupero e la valorizzazione dei punti di accumulo esistenti ma anche sulla possibilità di realizzarne dei nuovi.
I consiglieri di Emanuele Cera (Forza Italia) e Ignazio Manca (Lega) hanno invece suggerito di studiare una norma che comprenda non solo i laghetti collinari ma anche quelli delle pianure e di prevedere la possibilità di realizzare punti di raccolta nelle cave dismesse. Per il consigliere del Pd, Salvatore Corrias, infine, occorre prevedere interventi specifici per le zone che sono escluse dalle reti irrigue dove mancano impianti di derivazione e di adduzione delle acque. «In alcune zone del Gennargentu e del Supramonte occorre far arrivare l’acqua – ha detto Corrias – un altro ostacolo è rappresentato dall’iter autorizzativo. Se non si risolvono questi problemi è difficile applicare la legge».
Suggerimenti che saranno esaminati nella prossima seduta delle Commissioni. In programma le audizioni degli assessori dei Lavori pubblici e dell’Agricoltura.