Interrogazione n. 1701/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1701/A

TEDDE – COCCIU – CERA – ZEDDA Alessandra, con richiesta di risposta scritta, sulla necessità di utilizzare il personale medico delle USCA, in scadenza al 31 dicembre 2022, per assistere e curare i soggetti anziani e persone già fragili per altre patologie e per dotare di personale formato le Unità di continuità assistenziale (UCA), previste dal decreto ministeriale n. 77 del 2022 all’interno dei modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale.

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I sottoscritti,

premesso che con l’articolo 1, comma 5, della legge regionale 6 luglio 2022, n. 11 (Rafforzamento delle strutture sanitarie regionali per le attività di contrasto alla pandemia da Covid) sono stati stanziati specifici fondi per la proroga dei medici delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) fino al 31 dicembre 2022;

considerato che le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), istituite a marzo del 2020 per far fronte all’emergenza pandemica, sono equipe sanitarie itineranti, preparate ad assistere a domicilio i pazienti contagiati dal Covid-19, così da alleggerire il carico per gli ospedali in sofferenza per i tanti ricoveri causati dal virus;

atteso che in Sardegna sono in funzione 15 USCA che utilizzano 150 medici che nel biennio di impiego hanno ampliato le loro prestazioni originarie, assistendo anche pazienti oncologici, pediatrici e, in generale, tante persone fragili, che cesseranno dal servizio alla fine del 2022;

rilevato che il Covid non è stato debellato, ha solo cambiato forma colpendo oggi i soggetti anziani e persone già fragili per altre patologie, molti dei quali vivono in comuni in cui mancano i medici di medicina generale ed è in particolare verso questi pazienti che si è rivolta, nell’ultimo periodo, l’opera di assistenza delle USCA;

acclarato che il Covid ha messo a nudo le criticità del sistema assistenziale in generale e ha definitivamente fatto emergere che il territorio ne è la componente più fragile. In molti paesi mancano i medici di medicina generale, gli ospedali periferici sono depotenziati, la popolazione residente è anziana e per questa, già fragile per altra patologia o per l’età avanzata, le manifestazioni cliniche del Covid, che non è scomparso, possono ancora essere gravi;

evidenziato che le professionalità acquisite nella gestione domiciliare dei pazienti e la profonda conoscenza del territorio dei medici delle USCA, in questo momento di estrema penuria di personale medico, sono una risorsa che non va dispersa ma messa al servizio del cittadino e a supporto del servizio assistenziale non necessariamente riservandolo ai soli pazienti Covid, ma anche ai pazienti cronici e fragili;

accertato, altresì, che tale impiego del Servizio con la futura attuazione della riorganizzazione dell’assistenza territoriale è peraltro già previsto nel decreto ministeriale n. 77 del 2022, che all’interno dei modelli e standard per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale istituisce le Unità di continuità assistenziale (UCA), équipe mobili distrettuali per la gestione e il supporto della presa in carico di individui, o di comunità, che versano in condizioni clinico assistenziali di particolare complessità e che comportano una comprovata difficoltà operativa;

sottolineato che è indispensabile, anche alla luce del disposto normativo, ripensare ad un sistema delle cure primarie che intercetti fin dal domicilio i bisogni assistenziali del cittadino e che se ne possa prendere cura;

sottolineato, altresì, che utilizzando il personale, le sedi e i mezzi delle USCA le UCA sarebbero attive sul territorio nell’immediatezza, non limitando le proprie prestazioni ai pazienti Covid, ma costituendo una risorsa preziosa e rispondendo alle necessità clinico-assistenziali del paziente in un approccio integrato alla sua cura ed alla prevenzione delle malattie,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se:
1) ritenga che anche alla luce del chiaro disposto del decreto ministeriale n. 77 del 2022 il personale medico delle USCA, alla luce della sua formazione e della sua esperienza sul campo, possa costituire, in un momento di grave carenza regionale e nazionale di medici di medicina generale, un imprescindibile sostegno ai tanti territori dell’isola in cui il deficit di assistenza mette a rischio la salute e la vita di tanti sardi;
2) e con quale tempistica, in adempimento al decreto ministeriale n. 77 del 2022 all’interno dei modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale intenda istituire le Unità di continuità assistenziale (UCA.

Cagliari, 5 dicembre 2022

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