La Seconda commissione, presieduta dalla consigliera dell’opposizione Desiré Manca (M5S), per effetto delle dimissioni del presidente Franco Stara (Iv), ha espresso parere favorevole (3 sì del centrodestra e 3 astenuti dei gruppi di minoranza) alle linee guida per la programmazione delle rete scolastica e dell’offerta formativa 2023-2024. Il provvedimento, approvato lo scorso 25 ottobre dalla Giunta regionale (delibera n.33/31) è stato illustrato, nel parlamentino della Pubblica istruzione, dall’assessore Andrea Biancareddu (Udc) che, in apertura del suo intervento, ha confermato l’efficacia, anche per l’anno scolastico 2023/2024, della deroga ministeriale per i parametri stabiliti in ordine al numero minimo di alunni necessario per l’attribuzione, alle istituzioni scolastiche, di un dirigente con incarico a tempo indeterminato e di un direttore dei servizi generali a amministrativi in via esclusiva.
Pertanto il numero minimo di alunni richiesto è di 300 invece di 400, per gli istituti in aree svantaggiate e nelle isole minori e 500, invece di 600, per tutti gli altri. «In Sardegna – ha spiegato l’assessore – risultano quindi 273 autonomie scolastiche e, in applicazione della deroga governativa, soltanto otto sono quelle sottodimensionate». Per queste le indicazioni per le conferenze provinciali sono chiare: non potranno essere proposte nuove autonomie sottodimensionate; non potranno essere costituiti istituti omnicomprensivi e si dovranno dare priorità alla presenza di autonomie sottodimensionate dello stesso ordine ubicate nello stesso comune, nonché alla presenza di autonomie sottodimensionate dello stesso ordine in Comuni con distanze inferiore a 20 chilometri. Qualora le proposte delle conferenze provinciali si discostino dalle linee guida regionale è facoltà della Regione attivare interventi correttivi.
In precedenza la commissione si è occupata dell’annosa questione del ritardo dell’agenzia Forestas, nell’attivazione dei turni degli operai trimestrali dei comuni di Alà dei Sardi, Bono, Bottida e Monti. I sindaci Michele Solinas (Bono) e Francesco Ledda (Alà dei Sardi) hanno sostenuto con fermezza le ragioni dei lavoratori e hanno chiesto l’immediata riattivazione delle chiamate dei cosiddetti trimestrali, a fronte delle varie emergenze (climatiche, ambientali, idrogeologiche e non da ultimo sociali) che ne giustificano – a loro giudizio – l’impiego. Di parere contrario, il commissario di Forestas, Giovanni Caria, e soprattutto il direttore dell’ente, Maurizio Malloci che hanno, invece escluso il perdurare di situazioni straordinarie e di emergenza nei cantieri di Alà, Bono, Monti e Bottida. Le istanze dei sindaci sono state rilanciate con forza dal consigliere regionale di Leu, Daniele Cocco ed anche dalla vice presidente Desirè Manca (M5S), da Franco Stara (Iv), Laura Caddeo (Leu) e Piu (Progressiti) che hanno insistito sulla corretta interpretazione delle norme nazionali e regionali per consentire la stipula di ulteriori contratti a tempo determinato.
Dopo un vivace scambio di opinioni, al quale hanno preso parte anche i consiglieri della maggioranza Ignazio Manca (Lega) e De Giorgi (Misto), il commissario di Forestas ha accolto l’invito a procedere, unitamente con i dirigenti del servizio territoriale di Sassari e Tempio, ad un’approfondita valutazione circa la sussistenza delle condizioni di emergenza e straordinarietà, così da consentire l’attivazione delle turnazioni dei trimestrali nei cantieri che insistono nei territori di Alà, Bono, Monti e Bottida. Un ulteriore impegno è stato assunto per una valutazione di quanto già indicato nella risoluzione che sull’argomento hanno approvato le commissioni Seconda e Quinta in seduta congiunta nel dicembre del 2019.