Mozione n. 614

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 614

MULA – FANCELLO – GALLUS – LANCIONI – MAIELI – MARRAS – SATTA Giovanni – SCHIRRU – USAI – SECHI – CAREDDA – STARA – TALANAS – TEDDE – COCCIU sulla quantificazione dei costi e dei danni provocati dalle servitù militari e industriali presenti in Sardegna, sulla richiesta di adeguate compensazioni al Governo italiano, sulla progressiva riduzione delle occupazioni e sull’opposizione all’installazione di qualsiasi altra forma di servitù.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la Sardegna è occupata dal 65 per cento del totale delle servitù militari italiane;
– oltre 30.000 ettari del territorio sardo sono occupati dal demanio militare, di cui 13.000 sono gravati strettamente da servitù militari vere e proprie; 80 chilometri di costa non sono accessibili alle attività economico-turistiche;
– i poligoni di Perdasdefogu e Teulada sono i più vasti di Europa;
– questi dati indicano quanto sia sproporzionato il carico dell’occupazione militare sulla Sardegna rispetto alle altre regioni italiane;
– sin dalla prima Conferenza sulle servitù militari del 1981 si parla di riequilibrio, ma di fatto non si è mai fatto nessun passo avanti rispetto a questo riequilibrio;
– l’inquinamento delle servitù militari dal punto di vista della qualità ambientale e della salute rappresenta un costo incalcolabile per le popolazioni residenti, per il presente e per il futuro dell’Isola;
– la Regione ha posto una clausola per la quale il Ministero della difesa deve impegnarsi, con decorrenza immediata e improcrastinabile, a ogni azione tesa alla tutela e alla bonifica del territorio; questo ad oggi non è mai avvenuto;

VALUTATO che:
– oltre alle servitù di tipo militare la Sardegna è gravata da servitù industriali, in particolare legate alla produzione di energia, che non portano alcun vantaggio al territorio che occupano;
– in nome della doverosa transizione energetica è evidente che sia in atto un fenomeno speculativo nei confronti della Sardegna, oggetto di un numero spropositato di progetti per la costruzione di parchi eolici a terra e in mare;

POSTO che ad oggi:
– non è mai stato fatto uno studio che attribuisca un costo realistico ad ogni ettaro di territorio occupato da servitù militare;
– non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termini di mancato sviluppo alternativo, uno sviluppo alternativo che è stato impedito dalla servitù militare stessa;
– non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termine di danno ambientale;
– non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termine di danno alla salute;
– non è chiaro a quanto ammontano i ricavi dello Stato derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo;

PRESO ATTO che:
– il Consiglio regionale della Sardegna e l’Assemblea di Corsica hanno istituito con la mozione n. 233, approvata dall’Assemblea sarda il 28 aprile 2016 e dalla deliberazione n. 16, del 26 maggio 2016, adottata dall’Assemblea della Corsica, il Consiglio permanente sardo-corso;
– la Consulta sardo-corsa è nata con l’obiettivo di predisporre atti, documenti e iniziative per raggiungere obiettivi comuni e salvaguardare e valorizzare le identità dei Sardi e dei Corsi;
– dopo il rinnovo del Consiglio regionale e dell’Assemblea di Corsica la Consulta sardo-corsa non si è più riunita;

CONSIDERATO che la Regione, i comuni e in generale il popolo sardo hanno il diritto di conoscere la reale situazione economica delle basi militari in termini di costi, di quantificazione del mancato sviluppo, di danni all’ambiente e alla salute nonché di ricavi derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo per decine di migliaia di euro all’ora;

VISTO che:
– il 17 giugno 2014, in vista della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, il Consiglio regionale approvava all’unanimità un nuovo ordine del giorno unitario sulle servitù militari che impegnava la Giunta regionale:
– a porre, come primo obiettivo nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari e il loro superamento dal punto di vista economico, sociale e ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti;
– a proseguire le interlocuzioni con il Governo per arrivare a un’intesa che definisse un riequilibrio in termini di compensazione economica rispetto ai danni ambientali sanitari ed economici subiti dall’Isola a causa del gravame militare;
– a prevedere la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la dismissione dei poligoni;
– a disporre una valutazione sui danni all’ambiente e alla salute pubblica; a istituire in ciascun poligono osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale;
– a chiedere risorse adeguate per le bonifiche ambientali delle aree in cui sono presenti servitù militari in via di dismissione;

RILEVATO che la Regione e il popolo sardo hanno diritto a proteggere il proprio territorio da nuove servitù, comprese quelle energetiche, e che qualsiasi impianto per la produzione di energia installato in territorio sardo o nel mare prospiciente alle nostre coste deve compensare i costi ambientali e paesaggistici che produce attraverso una compensazione in termini economici e di fornitura di energia stessa,

impegna il Presidente della Regione

1) a interrogare il Governo italiano e il Ministero della difesa per conoscere a quanto ammontano i ricavi dello Stato derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo;
2) a manifestare al Governo italiano la totale opposizione a qualsiasi nuova servitù nel territorio sardo, sia essa militare o industriale;
3) a costituire una commissione di esperti che calcoli l’impatto di tali servitù sulla salute e l’ambiente e definisca i costi, seppur incalcolabili, per cui la Regione chieda una adeguata compensazione allo Stato italiano;
4) a riunire la Consulta sardo-corsa per valutare la possibilità di intraprendere un percorso comune per elaborare una proposta di trasparenza e di democrazia nel nome del diritto alla conoscenza che faccia chiarezza su cosa comporta a livello economico, ambientale e sanitario la presenza delle basi militari in Sardegna e in Corsica.

Cagliari, 12 ottobre 2022

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