CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 606
GANAU – PISCEDDA – MORICONI – COMANDINI – PINNA – DERIU – MELONI – LAI – COCCO – CADDEO – ORRÙ – AGUS – ZEDDA Massimo – SATTA Gian Franco – PIU sulla situazione relativa alle servitù militari.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che come riportato dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru nell’audizione del 10 giugno 2014 presso la Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle servitù militari:
– la Sardegna ha un gravame di servitù militari che si aggira intorno al 65 per cento delle servitù, una concentrazione straordinariamente alta;
– sin dalla prima Conferenza sulle servitù militari del 1981 si parla di riequilibrio ma di fatto non si è mai fatto nessun passo avanti rispetto a questo riequilibrio;
– c’è un aspetto strutturale, che è il peso sproporzionato a carico della Sardegna nella partita delle servitù militari;
– i poligoni di Perdasdefogu e Teulada sono i più vasti di Europa;
– oltre 30.000 ettari del territorio sardo sono occupati dal demanio militare, di cui 13.000 sono gravati strettamente da servitù militari vere e proprie; 80 chilometri di costa non sono accessibili alle attività economico-turistiche;
– i dubbi sullo stato dell’inquinamento delle servitù militari dal punto di vista della qualità ambientale e della salute stanno creando enormi incertezze all’attività turistica; questa incertezza aumenta in modo significativo i costi della presenza delle servitù militari;
– la Regione ha posto una clausola per la quale il Ministero della difesa deve impegnarsi, con decorrenza immediata e improcrastinabile, a ogni azione tesa alla tutela e alla bonifica del territorio; questo ad oggi non è mai avvenuto;
VALUTATO che:
– ad oggi non è mai stato fatto uno studio che attribuisca un costo realistico ad ogni ettaro di territorio occupato da servitù militare;
– ad oggi non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termini di mancato sviluppo alternativo, uno sviluppo alternativo che è stato impedito dalla servitù militare stessa;
– ad oggi non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termine di danno ambientale;
– ad oggi non è chiaro quale sia il costo delle servitù militari in termine di danno alla salute;
– ad oggi non è chiaro a quanto ammontano i ricavi dello Stato derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo;
PRESO ATTO che:
– il Consiglio regionale della Sardegna e l’Assemblea di Corsica hanno istituito con la mozione n. 233, approvata dall’Assemblea sarda il 28 aprile 2016 e dalla deliberazione n. 16, del 26 maggio 2016, adottata dall’Assemblea della Corsica, il Consiglio permanente sardo-corso;
– la Consulta sardo corsa è nata con l’obiettivo di predisporre atti, documenti e iniziative per raggiungere obiettivi comuni, e salvaguardare e valorizzare le identità dei Sardi e dei Corsi;
– dopo il rinnovo del Consiglio regionale e dell’Assemblea di Corsica la Consulta sardo-corsa non si è più riunita;
CONSIDERATO che la Regione, i comuni e in generale il popolo sardo hanno il diritto di conoscere la reale situazione economica delle basi militari in termini di costi, di quantificazione del mancato sviluppo, di danni all’ambiente e alla salute nonché di ricavi derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo per decine di migliaia di euro all’ora;
RILEVATO che: il 17 giugno 2014, in vista della seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari, il Consiglio regionale approvava all’unanimità un nuovo ordine del giorno unitario sulle servitù militari che impegnava la Giunta regionale:
– a porre, come primo obiettivo nel quadro dei rapporti tra Stato e Regione, la graduale dismissione dei poligoni militari e il loro superamento dal punto di vista economico, sociale e ambientale, assicurando il mantenimento dei livelli occupazionali esistenti;
– a proseguire le interlocuzioni con il Governo per arrivare a un’intesa che definisse un riequilibrio in termini di compensazione economica rispetto ai danni ambientali sanitari ed economici subiti dall’Isola a causa del gravame militare;
– a prevedere la progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli militari e la dismissione dei poligoni;
– a disporre una valutazione sui danni all’ambiente e alla salute pubblica; a istituire in ciascun poligono osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale;
– a chiedere risorse adeguate per le bonifiche ambientali delle aree in cui sono presenti servitù militari in via di dismissione,
impegna il Presidente della Regione
1) a identificare un soggetto terzo, internazionalmente autorevole, ufficialmente riconosciuto e di alto prestigio scientifico al quale commissionare una valutazione indipendente per capire cosa ha comportato la presenza delle basi militari in Sardegna negli ultimi 50 anni in termini di costi reali, benefici, impatto sociale e ambientale ed eventuale mancato sviluppo economico.
2) a interrogare il Governo e il Ministero della difesa per conoscere a quanto ammontano i ricavi dello Stato derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo.
3) a riunire la Consulta sardo-corsa per valutare la possibilità di intraprendere un percorso comune per elaborare una proposta di trasparenza e di democrazia nel nome del diritto alla conoscenza che faccia chiarezza su cosa comporta a livello economico, ambientale e sanitario la presenza delle basi militari in Sardegna e in Corsica.
Cagliari, 26 luglio 2022