Interrogazione n. 1400/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1400/A

(Pervenuta risposta scritta in data 13/04/2022 e in data 24/11/2022)

MANCA Desiré Alma, con richiesta di risposta scritta, in merito alla preoccupante diffusione del fenomeno del land grabbing in Sardegna legato al proliferare di impianti industriali di produzione di energie rinnovabili.

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La sottoscritta,

premesso che:
– il 14 luglio 2021 l’ISPRA ha presentato il rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021”;
– il rapporto fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio, che continuano a causare la perdita di una risorsa fondamentale, il suolo, con le sue funzioni e i relativi servizi ecosistemici;
– il rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni naturali perdute o minacciate;
– i dati confermano la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree nell’intorno del sistema infrastrutturale, più frammentate e oggetto di interventi di artificializzazione a causa della loro maggiore accessibilità, soprattutto quando necessari per la realizzazione di poli logistici e commerciali;
– la valutazione del degrado del territorio, strettamente legata alla perdita di servizi ecosistemici che un suolo è in grado di offrire, permette di avere un quadro più completo dei fenomeni che impattano sulla funzionalità del suolo e che limitano la capacità di “combattere la desertificazione, ripristinare terreni degradati e suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, per realizzare la neutralità del degrado del territorio (Land Degradation Neutrality – LDN)” e di “far diventare più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili le città” entro il 2030, come previsto dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;
– il consumo di suolo, il degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi continuano a un ritmo non sostenibile e, nell’ultimo anno, in Italia quasi due metri quadrati ogni secondo di aree agricole e naturali sono stati sostituiti da nuovi cantieri, edifici, infrastrutture o altre coperture artificiali;
– le conseguenze sono anche economiche e i “costi nascosti”, dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 8 anni, sono stimati in oltre 3 miliardi di euro l’anno che potrebbero erodere in maniera significativa le risorse disponibili grazie al programma Next Generation EU;
– dal 2012 ad oggi il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana, che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori, e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km;

considerato che:
– in Sardegna sta diventando sempre più preoccupante il fenomeno del land grabbing legato al proliferare di impianti industriali di produzione di energie rinnovabili, ovvero l’accaparramento di terreni agricoli da parte di multinazionali;
– al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150 per cento del già ingente comparto eolico isolano;
– sempre alla stessa data erano state presentate un’ottantina di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici;
– complessivamente sarebbero interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli;
– attualmente gli impianti fotovoltaici a terra ricoprono più di un milione di mq di suolo, il 58 per cento del totale nazionale dell’ultimo anno, e si prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra che invece potrebbero essere realizzate su edifici esistenti;
– il suolo perso in un anno a causa dell’installazione di questa tipologia di impianti sfiora i 180 ettari;

evidenziato che:
– la Giunta regionale con la deliberazione n. 59/90 del 27 novembre 2020 nell’ambito del Piano energetico ambientale della Sardegna 2015-2030 ha individuato “le aree non idonee all’installazione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili”;
– tale deliberazione individua tra le aree agricole non idonee all’installazione di impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili solamente quelle “interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni DOP, IGP, STG, DOC, DOCG, produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, in coerenza e per le finalità di cui all’articolo 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387 del 2003 anche con riferimento alle aree, se previste dalla programmazione regionale, caratterizzate da un’elevata capacità d’uso del suolo”;

ritenuto che:
– la produzione di energia da fonti rinnovabili sia auspicabile e da sostenere, ma occorra limitare il più possibile l’accaparramento dei terreni agricoli e l’incremento del già devastante consumo del suolo;
– occorra promuovere l’integrazione architettonica degli impianti in agricoltura, sfruttando la superficie disponibile su coperture e facciate degli edifici agricoli;
– sia opportuno destinare all’installazione dei parchi fotovoltaici le aree agricole marginali a basso valore naturalistico, improduttive o industrialmente dismesse,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l’Assessore regionale dell’industria, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) se siano a conoscenza della situazione sopra esposta;
2) quali azioni intendano mettere in campo per limitare il fenomeno del land grabbing legato al proliferare di impianti industriali di produzione di energie rinnovabili e l’incremento del già devastante consumo del suolo.

Cagliari, 4 aprile 2022

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