La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha ascoltato il nuovo direttore generale dell’Ares Anna Maria Tomasella e l’assessore Mario Nieddu sullo stato di attuazione della riforma.
Nella sua relazione introduttiva la responsabile dell’Ares ha affermato che la divisione sostanziale fra Ares ed Asl è che la prima avrà prevalentemente compiti organizzativi mentre le seconde si concentreranno sul servizio sanitario, mantenendo solo alcune funzioni amministrative.
Su questa “cornice” normativa si è sviluppato all’interno della commissione un articolato dibattito. Secondo Giorgio Oppi di Udc-Cambiamo l’Ares deve fornire servizi al sistema ma non esercitare il ruolo di super-governo della sanità regionale, oltretutto con un numero esagerato di dipendenti. Mentre per Miche Cossa dei Riformatori l’uscita dall’azienda unica decisa dal Consiglio regionale è irreversibile, però bisogna accelerare l’attuazione della riforma.
Secondo Daniele Cocco, di Leu, il sistema regionale è bloccato dall’incertezza sui confini fra Ares ed Asl, con gravi danni per i cittadini, determinati anche dalla lungaggini dei concorsi. Di riforma rimasta a metà strada ha parlato anche Gianfranco Ganau (Pd) mentre Saiu (Lega) ha auspicato una riflessione più ampia, chiedendo però dati precisi sulla distribuzione del personale (medico e non) nelle diverse aziende. A quasi due mesi dalla legge, ha ricordato Francesco Agus dei Progressisti, si procede con le interpretazioni e nel frattempo si sta andando incontro ad uno scenario non facile, fra “coda” della pandemia e liste d’attesa. In effetti, ha rilevato Antonio Piu sempre dei Progressisti, sono ormai tre anni che la sanità sarda naviga nell’incertezza ed anche la riforma aggiunge confusione. Rossella Pinna del Pd la ribadito le critiche alla riforma mancata ma ha invitato a non dimenticare la proroga dei contratti “Covid” in scadenza per la fine del mese e la possibilità delle stabilizzazioni offerta dalla legge Madia.
La dr.ssa Tomasella ha poi fornito alcuni chiarimenti su questioni poste dai consiglieri. Premettendo che l’Ares avrà sempre una componente sanitaria, la manager ha chiarito che il personale sanitario in Ares, si occupa delle verifiche sull’appropriatezza dei ricoveri, delle liste d’attesa (quest’ultima competenza verrà poi decentrata), della sanità digitale, della medicina convenzionata, di formazione, di ingegneria chimica e di risk-management. Quanto ai concorsi unici per tutta la Regione (già avviati al momento del suo insediamento), la Tomasella ha definito la scelta discutibile perché non individua con precisione il fabbisogno dei territori e quindi, per il futuro, si manterranno i concorsi unificati consentendo però ai partecipanti di indicare la sede per la quale concorrono.
L’assessore della Sanità Mario Nieddu, da parte sua, ha assicurato che la riforma andrà avanti, anche se nel passaggio dal testo di legge alla realtà sono emersi aspetti da approfondire e migliorare. Non c’è dubbio, però, che la sanità sarda ha molto bisogno delle persone e sarebbero in arrivo novità proprio iin materia di personale, sia per gli assunti “covid” il cui contratti potrebbero essere prorogati almeno fino al prossimo 30 settembre, e le graduatorie degli infermieri che dovrebbero essere sbloccate a breve, sia infine per la mobilità extra Regione di 36 medici, che hanno scelto di rientrare in Sardegna.
Domani la commissione, effettuerà due sopralluoghi: alle 10.00 al Presidio Microcitemico della Asl 8 di Cagliari e alle 12.00 al San Michele dell’Arnas Brotzu.
(Af)