CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1348/A
(Pervenuta risposta scritta in data 22/06/2022)
MANCA Ignazio – GIAGONI – MELE – SAIU, con richiesta di risposta scritta, per conoscere quale sia la situazione degli interventi riguardo le bonifiche da inquinamento industriale e se queste possano diventare una delle priorità del PNRR.
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I sottoscritti,
premesso che:
– in data 16 ottobre 1969 il Parlamento ha approvato la legge istitutiva della Commissione d’inchiesta che avrebbe dovuto accertare le cause d’ordine economico, sociale, culturale e politico che stavano alla base del banditismo e dei fenomeni di brigantaggio in Sardegna;
– la stessa Commissione doveva proporre le misure necessarie atte a reprimere le suddette manifestazioni;
– contemporaneamente, la Commissione avrebbe dovuto suggerire quegli interventi atti a superare il diffuso malessere e la situazione socio economica delle zone interne;
– ne seguì un’accurata analisi, al termine della quale la Commissione ha indicato gli orientamenti da seguire per promuovere uno sviluppo armonico dell’economia dell’isola. In particolare, oltre ai suggerimenti nel settore agricolo, sono stati individuati la scommessa economica nell’individuazione di tre grandi poli industriali: Porto Torres, Portoscuso e Ottana;
– in sostanza i fenomeni di criminalità, da ricondursi inequivocabilmente al mondo agro pastorale, dovevano combattersi attraverso l’allontanamento dei pastori dal loro mondo a quello nuovo della grande industria;
– la scelta, evidentemente non felice, diede inizio ad un vero e proprio disastro antropologico, con esodo in massa dai piccoli centri dell’interno, di fatto, creando i presupposti per un lento e progressivo spopolamento;
– all’inizio l’occupazione ebbe una vertiginosa crescita; si pensi ad Ottana che dai primi 3 mila occupati passò in poco tempo a 15.000;
– purtroppo, la chimera della chimica durò poco; il sogno si spense già dai primi anni 80;
– nel frattempo, fiumi di denaro pubblico vennero sversati a mare insieme al petrolio e a quelle sostanze tossico nocive, che hanno lasciato segni indelebili sul territorio, alle falde acquifere e al mare;
– dagli studi epidemiologici effettuati a suo tempo dall’Istituto superiore di sanità emerse che “nelle aree di Sassari-Porto Torres la mortalità e l’incidenza di malattie tumorali, cardio e cerebro vascolari, degenerative e malformati è superiore alla media regionale”;
considerato che:
– l’indagine epidemiologica voluta dall’ex Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, Nerina Dirindin, dopo un anno di ricerche e raffronto di dati già esistenti, fino allora ignorati, si concluse in data 16 aprile 2006, dando un colpo decisivo all’ipocrisia con cui per decenni venne steso un velo omertoso sulle migliaia di morti in eccesso rispetto alla media regionale per patologia tumorali collegate all’esposizione agli agenti inquinanti;
– la denuncia contenuta nel “Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari e militari della Regione Sardegna” evidenziò come il fenomeno riguardasse ben 71 comuni e circa 850.000 abitanti, ossia poco più della metà della popolazione sarda; in tutto 18 le aree considerate a rischio;
– fotografato lo stato di salute del territorio interessato, lo studio si concluse con un invito ad affidarsi alla magistratura, che già in altre parti d’Italia (Porto Marghera) si era occupata di fenomeni similari;
– l’invito alla politica, ovviamente, era quello di destinare ingenti somme per le bonifiche e di procedere con decisione per eliminare le cause di rischio ambientale e limitare ulteriori danni;
– con il decreto 21 luglio 2016 del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare veniva ridefinita la perimetrazione del territorio turritano sottoposto a SIN, pari a 1.864 ettari, di cui 1.200 di proprietà ENI;
preso atto:
– della recente sentenza del Consiglio di Stato, che previo rigetto del ricorso in appello intentato da ENI avverso la decisione del TAR Sardegna del 2020, ha acclarato in capo ad ENI la responsabilità dell’inquinamento della falda acquifera dell’area di Porto Torres;
– che, a fronte di tanto disastro ambientale, a distanza di anni, nulla o ben poco è stato fatto; la politica del territorio è spiaggiata nell’invocare il rispetto del protocollo sulla chimica verde, come unica priorità, ricoprendo per l’ennesima volta con un velo omertoso l’esigenza non più procrastinabile di procedere a definitive (e non parziali) bonifiche dell’intera area contaminata;
– che se solo decollasse il progetto, potrebbero trovare occupazione per decenni le migliaia di disoccupati, orfani del fallimento industriale;
– inoltre che, solo successivamente, si potrà procedere alla riconversione in attività ecocompatibili, che erano e restano le priorità. Rilancio dell’agricoltura nella Nurra, del porto commerciale, della diportistica, della piccola e media industria di trasformazione e conserviera per i prodotti derivanti da agricoltura e pesca, del turismo archeologico, della valorizzazione dell’Asinara, che potrebbe fungere da volano per la crocieristica. La cantieristica da sola sarebbe sufficiente per offrire occupazione a tutti gli attuali disoccupati (si prenda come esempio Monfalcone, con le imprese esterne alla Fincantieri sfiora i 30.000 occupati);
considerato, altresì, che:
– non miglior sorte è pervenuta al territorio di Ottana interessato da una “situazione oggettivamente complessa che presenta una rilevante serie di criticità” come appurato dalla commissione d’inchiesta del Consiglio regionale istituita la scorsa legislatura;
– l’inquinamento industriale accertato risultò 1.000 volte superiore ai limiti di legge;
– il piano per le relative bonifiche venne presentato nel 2003 e sarebbe scaduto nel 2009;
– non meno grave è la situazione nell’area di Portoscuso;
– a fronte di tutto ciò, gli interventi di bonifica, finora sempre parziali, già avviati dal 2012 non si sono di fatto mai conclusi,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per conoscere:
1) quali siano stati finora gli interventi pubblici o privati riguardo le agognate bonifiche e, a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato, quali passi vadano intrapresi presso il Governo nazionale per risolvere la gravosa emergenza e procedere al ripristino ambientale e la messa in sicurezza del territorio contaminato;
2) che le bonifiche dei territori inquinati della Sardegna diventino una delle priorità del PNRR.
Cagliari, 10 febbraio 2022