Interrogazione n. 1335/C-6

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 1335/C-6

GANAU – PINNA – COMANDINI – CORRIAS – DERIU – MELONI – MORICONI – PISCEDDA in merito alla deliberazione di contrasto alle liste d’attesa nel 2022 e in merito alla formale contestazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sull’attribuzione delle risorse della specialistica ambulatoriale.

***************

I sottoscritti,

premesso che:
– sono decine i cittadini che dalla prima settimana di gennaio chiamano per le liste d’attesa infinite, in molte aree ma nel centro-nord della Sardegna in particolare, un’emergenza che sta impedendo l’accesso alle cure a centinaia di famiglie anche perché gli ospedali sono paralizzati e lo saranno per molti mesi ancora e non saranno in grado di recuperare il pregresso senza nuove risorse umane che però non ci sono, mentre aumentano le assunzioni di amministrativi con nuovi concorsi solo per cercare di dar corso alla moltiplicazione delle poltrone e alla duplicazione (da 1 a 10) degli uffici nelle Asl;
– la nuova deliberazione della Giunta regionale sul contrasto alle liste d’attesa che distribuisce risorse nazionali con i criteri della finanziaria nazionale appare assolutamente insufficiente rispetto al fabbisogno della Sardegna e occorrono, sin dalla prossima finanziaria in aula, nella quale non c’è traccia di questo, risorse aggiuntive regionali considerato che lo scorso anno erano 13 milioni e ora sono 11 milioni, due milioni in meno con una suddivisione che non pare essere giustificata, all’interno della stessa deliberazione, da dati relativi all’attività del 2021 posto che lo scorso anno 11 milioni al sistema sanitario privato convenzionato e ora 2 milioni, lo scorso anno erano poco meno di 2 milioni al sistema sanitario pubblico e ora sono 9 milioni;
– non emerge, dunque, da alcun elemento formale di spesa analizzato la scelta della Giunta regionale ovvero se ci sia un bisogno inferiore di contrasto alle liste d’attesa per giustificare, a fronte di risorse enormi, la riduzione di 2 milioni di euro su base annua ovvero come siano state spese le risorse disponibili lo scorso anno nel sistema pubblico e privato convenzionato;
– non emerge neanche la motivazione della riduzione della spesa ovvero se si presuma che la pandemia termini presto e il sistema ospedaliero possa recuperare la diagnostica sospesa, considerata la cronica riduzione del personale medico e sanitario, o che diminuisca l’esigenza dei cittadini di accesso ai servizi sanitari;

valutato che il sistema pubblico vive in questo momento, e lo farà per i prossimi due anni, momenti di enorme caos per l’avvio di una riorganizzazione che costringe e stressa il sistema amministrativo con la moltiplicazione da un’azienda sanitaria a 10 aziende sanitarie, oltre le Aziende ospedaliere e che per chi lavora nel sistema si tratta del terzo modello organizzativo in 5 anni con il ritorno alle 8 precedenti fallimentari ASL, senza che sia la salute dei cittadini al centro dei cambiamenti;

considerato, in particolare, che:
– permane nella disponibilità di risorse per i cittadini un forte divario nord-sud, che nella erogazione della diagnostica strumentale, della fisioterapia e nelle visite vede differenze profonde di 6-8 volte, come ad esempio, i 4 euro per abitante nella Asl di Sassari contro i 24 nella Asl di Cagliari e i 20 in quelle del Sulcis e del Medio Campidano nella diagnostica strumentale e che questo contribuisce in maniera determinanti ai viaggi della speranza e alle ingiustificabili liste d’attesa per una TAC o una risonanza di mesi;
– nello scorso anno per attenuare queste disuguaglianze di opportunità nella cura dei cittadini era stata resa disponibile la somma aggiuntiva (da 62 a 65 milioni per la specialistica ambulatoriale) di 3 milioni di euro per il riequilibrio territoriale, già inadeguati e che quest’anno non sono, ad oggi, disponibili;
– nello scorso anno l’attribuzione delle risorse per la specialistica aveva comunque visto un aggravamento delle disparità rispetto al triennio 2018-2020 in quanto la spesa storica era passata dall’85 per cento al 95 per cento tra i criteri di distribuzione territoriale;
– soprattutto, l’AGCM, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, si è pronunciata nella prima settimana di gennaio, come si legge nel Bollettino 1/22 a pagina 28 e seguenti, contestando i criteri di attribuzione della specialistica ambulatoriale (non della ospedalità privata posto che questa è vincolata dal riconoscimento di posti letto ospedalieri nel Piano sanitario regionale), usati dalla Regione nel 2021-22-23, in particolare il criterio di attribuzione in base alla spesa storica, formalizzando alla Regione una richiesta di modifica dei criteri con altri finalizzati a valutazioni oggettive dell’esigenza delle prestazioni, della loro qualità e della loro distribuzione e che la stessa Autorità ha richiesto che la Regione risponda formalmente alla richiesta,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale:
1) in merito alla deliberazione di contrasto alle liste d’attesa nel 2022:
a) quali siano i risultati della spesa per il contrasto delle liste d’attesa nello scorso anno per le risorse attribuite al sistema pubblico e a quello privato convenzionato;
b) quali siano le azioni formali e i progetti posti in essere lo scorso anno e quali da porre in essere nel 2022 per consentire che il sistema pubblico possa utilizzare le risorse aggiuntive e rispondere alle esigenze dei cittadini premiando il personale disponibile;
c) quali siano le risorse regionali aggiuntive da utilizzare per il contrasto alle liste d’attesa nel 2022;
2) in merito alla formale contestazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sull’attribuzione delle risorse della specialistica ambulatoriale:
a) quali siano le risposte che intendano dare all’AGCM e in quali tempi e se non si valuti la necessità di una valutazione con il Consiglio regionale e la Commissione competente.
b) quali siano gli indirizzi per il 2022 della spesa di 62 milioni di specialistica ambulatoriale posto che si è avviata l’attività suddividendo per mensilità il 100 per cento della spesa storica del 2022 e quali siano le eventuali azioni che si porranno in essere per il riequilibrio territoriale nord-sud;
c) se si intenda utilizzare per il piano contestato dall’AGCM il metodo dei contratti triennali come nel 2018-2020 per una adeguata pianificazione di risorse e investimenti tecnologici e un piano graduale di riequilibrio delle risorse o se si intenda continuare, con grave danno di operatori e pazienti, con la sola programmazione annuale.

Cagliari, 31 gennaio 2022

Condividi: