CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interpellanza n. 163/A
CUCCU – CAREDDA – SATTA Giovanni Antonio sull’uso della lingua sarda.
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I sottoscritti,
premesso che:
– lo Stato italiano con la legge n. 482 del 15 dicembre 1999, concernente “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, ha riconosciuto il sardo tra le lingue da tutelare;
– nel 2018 il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 22 “Disciplina della politica linguistica regionale”;
– quest’ultima ha sancito che la Regione sarda assuma l’identità del popolo sardo come bene primario e individui nella sua affermazione il presupposto di ogni progresso personale e sociale;
– le disposizioni della legge regionale n. 22 del 2018 hanno avviato un percorso verso una pubblica amministrazione bilingue, secondo il modello seguito, da anni, dalle Regioni del Trentino-Alto Adige e dalla Valle d’Aosta, oramai multilingue;
considerato che:
– ad oggi la legge risulta parzialmente applicata, con il coordinamento e la gestione amministrativa, in capo alla Regione, della rete degli sportelli linguistici;
– la Giunta regionale, su proposta dell’Assessorato della cultura e dell’istruzione, sta finanziando interventi di tutela e promozione delle lingue parlate nell’isola (catalano, gallurese, sassarese e tabarchino) e, invece, scarsamente della lingua sarda come idioma ufficiale da trasmettere in maniera intergenerazionale;
– come segnalato anche recentemente da numerose associazioni, nonostante la legge n. 482 del 1999 sia molto chiara in proposito, ancora non è possibile in Sardegna, all’atto dell’iscrizione a scuola, poter scegliere lo studio della lingua sarda, come accade per esempio nella Regione Friuli- Venezia Giulia, dove i genitori sono invitati a indicare nel modulo di iscrizione scolastico se vogliano usufruire o meno del friulano nella formazione/educazione dei figli;
rilevato che non sia stata prevista nella pubblica amministrazione sarda né in determinati settori di questa, alcuna indennità di bilinguismo, come riconosciuta al personale della Valle d’Aosta, della Provincia di Trento, del Friuli Venezia Giulia,
chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere quali azioni intendano avviare nel breve periodo per dare piena attuazione alle disposizioni della legge regionale n. 22 del 2018, rilanciando fattivamente il principio identitario e autonomista che riconosce l’utilizzo della lingua sarda nella quotidianità , in tutte le esternazioni dell’agire umano, sia nella vita privata che in quella lavorativa.
Cagliari, 18 dicembre 2021