CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1273/A
(Pervenuta risposta scritta in data 13/04/2022)
LAI – COCCO, con richiesta di risposta scritta, sull’obbligo di apertura di sospetto focolaio di PSA per tutti i suini morti e per tutti gli aborti che avvengono negli allevamenti di suini situati nel territorio regionale.
***************
I sottoscritti,
premesso che:
– in seguito all’ultimo audit eseguito dai commissari UE in materia di PSA, è stato introdotto l’obbligo di aprire il sospetto di focolai di PSA per tutti i suini morti e per tutti gli aborti che avvengono negli allevamenti di suini situati nel territorio regionale;
– con l’apertura del sospetto di focolaio di PSA, le movimentazioni in entrata ed in uscita dell’allevamento vengono temporaneamente interrotte, sino al conseguimento ufficiale dell’esito delle analisi, con il protrarsi dei blocchi sino a 4 giorni consecutivi;
– nello specifico, se il blocco viene imposto in un giorno prefestivo o in un fine settimana, gli allevatori sono costretti a tenere i maiali fermi in allevamento per diversi giorni, con il rischio di alterare i cicli produttivi dell’allevamento e, in base alla durata del blocco, di deprezzamento del prodotto stesso;
– sino ad oggi, in seguito alla morte di suino in allevamento, veniva eseguita una visita da parte del servizio pubblico o di un veterinario libero professionista prima dell’interramento, con redazione di un certificato di morte, e solamente in caso di lesioni post mortem riferibili a PSA, a seguito di anamnesi individuale e di stalla, si innescava il sospetto di focolaio;
rilevato che:
– a pagare il prezzo maggiore sono gli allevamenti più importanti, quelli che garantiscono la maggior parte della produzione regionale di carne di maiale e che nonostante le numerose difficoltà continuano a tenere in vita un settore che potrebbe essere trainante per l’economia sarda;
– fisiologicamente in tutti gli allevamenti si hanno delle morti legate a cause diverse dalla PSA, come per esempio i suinetti schiacciati dalle madri e quelli morti per patologie polmonari o enteriche, e tali morti sono proporzionali alle dimensioni dell’allevamento stesso;
– ancora, questi allevamenti, che movimentano regolarmente suini presso macelli regionali senza che sia mai stata riscontrata nessun sospetto di Peste suina Africana, vengono già sottoposti a controlli ufficiali più volte l’anno e sono sottoposti a incombenze normative sempre più rilevanti;
considerato che:
– l’embargo sui maiali sardi dovuto alla Peste suina africana prima e l’emergenza Coronavirus dopo, hanno avuto effetti devastanti sul comparto suinicolo, andando ad incidere negativamente su un settore già fortemente compromesso tanto dalla crisi economica degli ultimi anni quanto delle limitazioni sulla libera circolazione ed esportazione delle carni in conseguenza delle misure applicate per l’eradicazione della Peste suina;
– in vista delle vendite nel mese di dicembre e per tutta la durata di tale obbligo, la contrazione delle vendite è destinata ad accentuarsi e con essa le ansie e le preoccupazioni degli operatori del settore per le gravissime ripercussioni che ricadranno sugli allevamenti sardi del comparto suinicolo;
dato atto che stante i numeri sulla diffusione della malattia non necessitano ulteriori restrizioni a carico di questo tipo di allevamenti, dove tutti i passaggi produttivi sono sottoposti a controlli formali, costanti e rigorosi;
ritenuto necessario offrire adeguate garanzie ai produttori suinicoli sardi perennemente in sofferenza, ritenuti uno dei maggiori volani dell’economia agropastorale sarda, senza dover ricorrere all’apertura del sospetto focolaio di PSA e al blocco delle movimentazioni per ogni suino morto in allevamento,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto suesposto;
2) non ritengano opportuno intervenire a sostegno del settore, adottando tutte le misure atte a impedire, in caso di sospetto focolaio di PSA, che per ogni suino morto in allevamento le aziende siano costrette al blocco delle movimentazioni per diversi giorni, con il rischio di alterare i cicli produttivi dell’allevamento e/o di deprezzarne il prodotto, contingentando il tempo di risposta alle 24 ore.
Cagliari, 30 novembre 2021