CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Interrogazione n. 1004/A
(Pervenuta risposta scritta in data 29/06/2021)
CANU – COSSA, con richiesta di risposta scritta, sull’affidamento familiare.
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I sottoscritti,
premesso che la notizia dell’inchiesta giudiziaria avviata nel 2019 in Emilia-Romagna sulle modalità di affidamento a terzi di minori allontanati dalle famiglie di origine ha riproposto, anche in Sardegna, la necessità di fare chiarezza sulle procedure previste per il distacco;
ricordate le iniziative pubbliche di protesta davanti ai tribunali dei minori e le richieste di rivalutazione dei provvedimenti adottati in Sardegna;
considerato che la legge n. 149 del 2001 recita nel suo articolo iniziale “il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia” e che “le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto”;
evidenziato che la Costituzione, agli articoli 29 e 30, regola diritti e doveri dello Stato nei confronti della famiglia e della sua tutela, individuando nei doveri dei genitori il mantenimento, istruzione e educazione dei figli;
sottolineato che la Commissione per i diritti dell’infanzia delle Nazioni unite, ben prima delle recenti vicende giudiziarie che hanno portato alla luce la necessità di riformare il sistema di affido, si era espressa chiedendo all’Italia una riverifica dello stesso sistema nell’ottica di porre rimedio alle criticità già rilevabili dai dati numerici dei provvedimenti adottati;
tenuto conto che, su indicazione degli assistenti sociali, educatori, psicologi o psichiatri in merito all’inadeguatezza genitoriale o per fatti comprovati di violenza, malnutrizione, carenza di cure sanitarie, gli affidamenti avvengono su decisione del giudice al fine di tutelare il minore;
appreso da una pubblicazione comparsa il 1° agosto 2019 su IL SOLE 24 ORE riportante un’indagine condotta dall’Istituto degli innocenti di Firenze per il Ministero del lavoro, che la media italiana di affidi fuori famiglia è del 2,7 per cento o e che oltre tale percentuale potrebbero ravvisarsi degli abusi nell’esercizio dell’istituto giuridico;
ribadito che, nonostante la legge n. 149 del 2001 preveda che siano impiegati tutti gli sforzi necessari a tutelare il diritto del minore ad essere cresciuto nella propria famiglia di origine e che, in caso di inadeguatezza delle condizioni di vita, possano essere prese misure di allontanamento temporaneo, durante il quale devono essere però attivate, ove possibile, tutte le procedure per la risoluzione delle problematiche riscontrate al fine di pervenire al ricongiungimento familiare nel più breve tempo possibile;
constatato che la stessa fonte dell’Istituto degli innocenti di Firenze indica che in Italia solo il 40 per cento dei minori rientra nella famiglia di origine dopo un primo periodo di affido, mettendo in luce l’attuale difficoltà nello stabilire corretti piani di risoluzione dell’inadeguatezza genitoriale;
preso atto che nei mesi scorsi tutti i minori coinvolti nella vicenda processuale sono rientrati per decisione del giudice nelle famiglie di origine, con totale stravolgimento delle valutazioni genitoriali effettuate negli anni dai servizi sociali;
valutato che le criticità evidenziate in pubbliche manifestazioni organizzate in Sardegna da genitori che ritengono di aver subito ingiustizie riconducibili al sistema di affido debbano trovare un riscontro da parte delle istituzioni, al fine di fugare ogni loro dubbio e riportare una procedura delicata e complessa nell’ambito del totale rispetto delle norme e dell’interesse del minore,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere se:
1) siano a conoscenza di quanto su esposto;
2) non ritengano di dover provvedere al rilevamento dei dati sugli affidi in Sardegna al fine di conoscere, inquadrare e monitorare il fenomeno;
3) non ritengano utile, una volta acquisita l’entità del fenomeno, stilare un report che metta in evidenza, in particolare, quanti allontanamenti e quanti rientri siano stati disposti e dopo quanto tempo dal distacco familiare.
Cagliari, 22 aprile 2021