Interrogazione n. 948/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interrogazione n. 948/A

ORRÙ – AGUS – CADDEO – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – ZEDDA Massimo, con richiesta di risposta scritta, sull’importazione in Sardegna di rifiuti speciali pericolosi dal resto d’Italia.

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I sottoscritti,

visti:
– la legge 27 marzo 1992, n. 257, recante “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”, che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto a decorrere dal 28 aprile 1994. La legge definisce i rifiuti contenenti amianto come i “Materiali di scarto delle attività estrattive di amianto, i detriti e le scorie delle lavorazioni che utilizzano amianto, anche provenienti dalle operazioni di decoibentazione e qualsiasi oggetto contenente amianto che abbia perso la sua destinazione d’uso e che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente”;
– la legge regionale 16 dicembre 2005, n. 22, recante “Norme per l’approvazione del Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”, che dà attuazione all’attività pianificatoria di cui all’articolo 10 della legge n. 257 del 1992, disciplina le modalità e le procedure per l’adozione del Piano regionale di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’ambiente ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto;
– il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”, all’articolo 182 bis “Principi di autosufficienza e prossimità” dichiara che è necessario “permettere lo smaltimento dei rifiuti ed il recupero dei rifiuti urbani indifferenziati in uno degli impianti idonei più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti”;
– la delibera di Giunta regionale n. 50/17 del 21 dicembre 2012, che ha approvato il “Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali” con l’intenzione di limitare la produzione dei rifiuti e favorire il loro riutilizzo, riciclaggio e recupero, specificando le tipologie, la quantità e l’origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire; nella delibera, inoltre, vengono indicati il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari ad assicurare la gestione dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, al fine di favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti;
– la delibera di Giunta regionale n. 1/21 dell’8 gennaio 2021, che ha approvato l’ultimo aggiornamento della sezione rifiuti speciali del “Piano regionale di gestione dei rifiuti”, costituito anche dalle sezioni riguardanti i rifiuti urbani, la bonifica delle aree inquinate e l’amianto;

considerato che:
– l’amianto è un minerale fibroso piuttosto friabile ed è una delle sostanze più pericolose per la salute umana a causa della capacità dei materiali che lo contengono di rilasciare nell’aria fibre potenzialmente respirabili per effetto di qualsiasi sollecitazione (manipolazione/lavorazione, vibrazioni, correnti, etc.) che, se inalate, producono effetti nocivi dovuti all’instaurazione di meccanismi patogenetici di natura irritativa, degenerativa e cancerogena prevalentemente a carico dell’apparato respiratorio;
– la pericolosità dell’amianto è ormai comprovata da studi scientifici e il suo interramento è devastante per le falde idriche e disastroso per l’ambiente;
– i rifiuti industriali sono classificati come “speciali” e si dividono in pericolosi e non pericolosi, ciò implica una diversa procedura da seguire sia nel viaggio verso la discarica che nello smaltimento degli scarti di produzione all’interno degli impianti;

rilevato che:
– nelle ultime settimane gli organi di stampa stanno riportando dei fatti gravissimi, ovvero il persistere del trasporto e dello smaltimento nell’Isola di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dal nord e centro Italia contenenti amianto puro ridotto in polvere o a pezzi. I TIR sarebbero partiti da Livorno per Olbia e Cagliari, due volte la settimana, per poi raggiungere la discarica della Riverso a Serra Scirieddus, nella vecchia miniera dismessa di Barega, non lontano da Carbonia;
– la Riverso è la discarica speciale più grande dell’Isola che, pur avendo in passato beneficiato di tre autorizzazioni nel 2010, nel 2016 e nel 2018, ha fatto una successiva richiesta di ampliamento con sopraelevazione fino a una capienza complessiva di 1.834.000 metri cubi. Per tale ampliamento il procedimento di VIA, conclusosi nel 2020, ha imposto la condizione di smaltire esclusivamente “rifiuti provenienti esclusivamente dal territorio regionale”. Considerato che risulterebbe impossibile la verifica dei quantitativi in questione, distinguendo tra completamento ed ampliamento della discarica, la condizione imposta in sede di VIA diviene di fatto vincolante per l’attività dell’intero impianto;

preso atto che:
– da molteplici sentenze della Corte costituzionale, pur emergendo che il principio dell’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti non si applica ai rifiuti speciali pericolosi per l’impossibilità di determinare un ambito territoriale di riferimento, viene comunque confermato che l’individuazione dell’impianto “specializzato” deve avvenire senza violare o ignorare il requisito della maggiore prossimità al luogo di produzione;
– l’ordinanza emessa in sede cautelare dal TAR Sardegna, Sez. II, 7 agosto 2020, n. 319, in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti, vieta lo smaltimento in discarica (senza trattamento) di rifiuti extraregionali in assenza di una specifica autorizzazione integrata ambientale (AIA). Per i rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali pericolosi opera anche il “principio dell’autosufficienza nello smaltimento” nella regione di produzione, come da giurisprudenza costituzionale che si riferisce alla fase del trattamento prima del conferimento in discarica;
– nelle ultime settimane sono state promosse diverse petizioni contro il traffico di rifiuti in Sardegna, e inviate segnalazioni di protesta agli organi consiliari della Regione. Sabato 13 marzo i movimenti ambientalisti e i sindacati hanno manifestato a Cagliari, sotto il palazzo del Consiglio regionale, mentre sabato 20 marzo Friday for Future e Sa Domo, con la partecipazione di Italia Nostra, hanno organizzato una manifestazione in Piazza Castello a Sassari, per denunciare e protestare contro la prassi diffusa in Sardegna dell’importazione di rifiuti e di fanghi da depurazione provenienti dal continente, e in particolare contro l’ingente carico di amianto e altri rifiuti altamente inquinanti di recente intercettati al porto di Cagliari;

rilevato inoltre che:
– risulta che la Regione non svolge nessun tipo di controllo preventivo sul traffico di rifiuti proveniente dal resto d’Italia;
– risulta che la Regione esercita limitati controlli sulla condotta delle gestioni delle discariche, non avendo ancora individuato la struttura addetta alla gestione delle sanzioni e considerata la carenza di organico e di apposite figure specialistiche in cui versa attualmente il Corpo Forestale;
– il rapporto tra la potenzialità di trattamento rifiuti e la loro effettiva produzione, considerando anche l’entrata prossima a pieno regime degli inceneritori di Macchiareddu e di Tossilo, potrebbe rendere diseconomica la gestione delle discariche per carenza di rifiuti e incentivare il traffico di rifiuti speciali di importazione extraregionale,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per:
1) sapere se siano a conoscenza dei fatti sopra descritti e quali misure di vigilanza e controllo siano state messe in atto al fine di accertarsi che quanto accade sia rispettoso della normativa nazionale e regionale in materia di smaltimento dei rifiuti speciali;
2) sapere quali misure urgenti intendano adottare a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini residenti nelle zone circostanti i siti in cui sono presenti discariche o termovalorizzatori;
3) chiedere se si sia pensato di predisporre, attraverso un servizio pubblico regionale, un controllo sistematico del rispetto della normativa vigente in materia di rifiuti, in particolare di quelli speciali, affidandolo a personale esperto e qualificato, dotato di adeguati strumenti di indagine e con postazioni fisse di controllo e verifica all’interno degli impianti di conferimento e nelle aree portuali, al fine di accertarsi della regolarità del traffico in ingresso e in uscita dalla Sardegna;
4) se si intenda rendere obbligatoria l’installazione di appositi portali per la misurazione della radioattività e delle emissioni odorigenedi all’ingresso tutti i centri di conferimento rifiuti;
5) se si intenda incrementare l’attività di controllo dell’Arpas, estendendo l’annuale rapporto di monitoraggio dei rifiuti urbani anche ai rifiuti speciali pericolosi e non.

Cagliari, 25 marzo 2021

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