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21esimo Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi

Signore e Signori


è con immenso piacere che prendo parte al XXI Congresso Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi che si apre oggi a Orosei. Ringrazio gli organizzatori per aver scelto la nostra regione come sede di questa importante assise e colgo l’occasione per portare a questa assemblea, oltre che i miei personali saluti, quelli di tutto il Consiglio regionale della Sardegna.
 Devo dire di essere rimasto molto colpito dalla frase che avete scelto per presentare questo appuntamento: “L’Unione Italia Ciechi: un laboratorio sempre aperto per dare ai ciechi ad agli ipovedenti una sole voce”.
 Lo sforzo che in questi anni avete compiuto per l’integrazione dei cittadini non vedenti in una società distratta con i soggetti più deboli, per il riconoscimento dei diritti previsti dalla legislazione vigente, a partire dalla Carta Costituzionale, e per la definitiva attuazione della parità di accesso agli strumenti della conoscenza e dell’informazione testimoniano la bontà del percorso che avete compiuto fino a oggi.
Un laboratorio che avete tenuto aperto con coraggio verso l’esterno, anche quando cresceva l’egoismo e la disattenzione nei vostri confronti. Un’indifferenza che ha coinvolto, e mi duole riconoscerlo, anche le Istituzioni, specchio fedele di una società che spesso è solidale solo a parole. La politica, in certi casi, dove aver l’umiltà di fare un passo indietro e recuperare quella capacità d’ascolto che sovente viene meno.
Come Presidente dell’Assemblea legislativa della Sardegna, sono qui presente proprio per ascoltarvi e, permettetemi, anche per imparare. Solo così potrò essere testimone prezioso delle vostre rivendicazioni e delle vostre richieste che, per quanto possibile, dovranno trovare risposta attraverso gli strumenti legislativi della Regione sarda. Una Regione che si appresta ad avviare una grande, forse irripetibile, stagione delle Riforme. Nessuna Riforma, però, sarà davvero compiuta se, a partire da quella del nuovo Statuto, non riconoscerà spazi, ruoli e diritti ai cittadini che in Sardegna hanno bisogno di una maggiore rete di protezione rispetto agli altri.
Molti di voi hanno detto che da questo meraviglioso angolo della nostra terra siete pronti a“discutere del presente per disegnare il futuro”, per misurarvi contro le difficoltà di questo tempo che si presenta avaro di solidarietà e incline al disimpegno sociale.
Mi sembra una prospettiva positiva che incoraggia le Istituzioni a porgere maggiore attenzione alle vostre problematiche. A partire da quella assai delicata dell’integrazione scolastica, aggravata spesso dalla difficoltà per i ragazzi ad avere i testi in Braille, con  caratteri ingranditi o in formato digitale.
I problemi sono tanti. Troppi. E certamente la vostra capacità di analisi e sintesi sarà per me molto utile. Per questo, nel rinnovarvi i miei più calorosi saluti e di tutto il Consiglio regionale della Sardegna, vi ringrazio nuovamente per l’invito che avete voluto rivolgermi e vi auguro una buona e feconda giornata di lavori.


 

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