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“Stop al disboscamento della foresta del Marganai”. Interrogazione del presidente della Commissione sanità Mondo Perra

Data: 11/09/2015 ore 19:00

In Sardegna si sta consumando un grave danno ambientale all’interno del compendio naturalistico Monte Linas-Marganai, uno degli ultimi esempi di foresta mediterranea spontanea cresciuta su strati rocciosi formatisi in oltre 600 milioni di anni.

Il Comune di Domusnovas, con l’avallo dell’Ente Foreste, ha già portato a termine il taglio di 35 ettari di bosco per la produzione di legna da ardere e pellets. Nei prossimi sei anni è previsto il  disboscamento di altri 505 ettari secondo quanto previsto da un progetto approvato nel lontano 2009 da Comune e Regione. Se portato a termine, l’intervento causerebbe conseguenze ambientali nefaste: erosione del terreno e scomparsa di alcune specie animali oggi presenti all’interno dell’area naturalistica.

Lo sostiene il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale Mondo Perra (Psi) che questa mattina ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore all’Ambiente Donatella Spano.

Del caso, denunciato per primo dal quotidiano online Sardinia Post, si è occupato nei giorni scorsi anche il Corriere della Sera con un articolo dell’inviato di punta del giornale Gian Antonio Stella.

«Enti regionali che gestiscono risorse pubbliche non possono avallare scelte anacronistiche e contrarie agli interessi dello stesso territorio a cui sarebbero rivolti i benefici – attacca Perra – è necessario intervenire immediatamente per scongiurare il disboscamento della foresta del Marganai e porre rimedio ai gravissimi danni ambientali già prodotti».

Perra, nell’interrogazione, ricorda alla Giunta che nei giorni scorsi oltre 3000 cittadini hanno sottoscritto una petizione per chiedere di fermare i tagli. Stessa richiesta è stata avanzata all’esecutivo da alcuni autorevoli esponenti del mondo scientifico.

«I benefici economici annunciati sono palesemente illusori ed inesistenti rispetto all’irreversibilità del potenziale disastro ambientale – conclude Perra – mentre risultano inutilizzati 58 milioni di euro stanziati dall’Unione Europea per la salvaguardia delle arre boschive del Sulcis».

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