CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVILegislatura
Mozione n. 3
COMANDINI – CORRIAS – DERIU – GANAU – MELONI – MORICONI – PIANO – PISCEDDA – AGUS – CADDEO – LOI – ORRÙ – PIU – SATTA GIAN FRANCO – STARA – ZEDDA MASSIMO – COCCO – LAI sul futuro del Porto canale di Cagliari a seguito del calo dei traffici e l’incertezza dei posti di lavoro, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il Porto canale di Cagliari, costato svariate centinaia di milioni di euro, grazie alla disponibilità di immensi spazi nell’entroterra dedicati alla movimentazione dei container e all’invidiabile posizione geografica nel Mediterraneo, è diventato uno dei principali terminal container del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo e non solo;
– il Cagliari International Container Terminal (CICT) è dal 2003 l’hub per il transhipment Contship in Sardegna, dedicato ad operazioni “hub and spoke” e “relay” su grande scala. Il CICT è anche porto gateway per la Regione, ed “extended homeport” per i paesi del nord Africa. La triplice funzione dell’hub cagliaritano è possibile grazie alla flessibilità e all’efficienza dei suoi processi e alle opportunità di sviluppo offerte dai 900.000 mq disponibili per la crescita del terminal e di altre infrastrutture industriali e logistiche. Su scala globale CICT garantisce accesso ai principali mercati internazionali, mentre per i flussi import ed export funge da centro di distribuzione per tutto il bacino del Mediterraneo e da collegamento diretto tra i mercati sardi ed i mercati globali. Il posizionamento di CICT ed il suo innovativo approccio tecnologico lo rendono capace di gestire operazioni on-demand e just-in-time, a supporto della catena logistica di spedizionieri e caricatori;
– il Porto canale di Cagliari, con una forza lavoro di circa 350 addetti, nel 2015 ha fatturato, rispetto al 2014, un incremento di circa il 2,46 per cento, e si conferma quarto porto italiano di transhipment con un trend in continua crescita;
– nel 2016 il comitato portuale ha deliberato una riduzione di tasse per gli operatori commerciali legati al transhipment, rendendo il porto canale di Cagliari ancora più competitivo rispetto agli altri principali scali del Mediterraneo, importante per sostenere lo sviluppo dei traffici commerciali favorendo ricadute su investimenti privati e sulla creazione di nuovi posti di lavoro;
– la Sardegna registra il 93 per cento circa del suo interscambio via mare e il Porto canale di Cagliari è uno dei più importanti in Italia ma presenta ancora grandi possibilità di crescita, assolutamente necessaria per assicurare all’Isola tutte le opportunità di sviluppo. L’Isola, grazie alla sua posizione geografica, è sempre più centrale nelle rotte globali e nelle strategie degli operatori marittimo-portuali e può, meglio di altri, cogliere le opportunità che si aprono e accettare la sfida competitiva che arriva dagli altri porti del Mediterraneo;
CONSIDERATO che.
– le potenzialità che offre l’intera struttura del Porto canale di Cagliari non sono utilizzate al 100 per cento, e l’attuale area utilizzata del terminal è di 400.000 mq contro un potenziale di 900.000 mq;
– le attività di funzionamento e gestione dell’intera struttura ruotano attorno ad una forza lavoro di circa 700 addetti tra amministrativi e operai delle ditte portuali assunti ai sensi degli articoli 16 e 17 della legge n. 84 del 1994;
– come si apprende dalle ultime notizie, lavoratori e sindacati sono fortemente preoccupati per la situazione di crisi;
– la CTS ha annunciato il licenziamento di 16 dipendenti, che non potranno usufruire degli ammortizzatori sociali, mentre la Irtec ha iniziato un’operazione di salvataggio per evitare il licenziamento di 40 dei 64 dipendenti;
CONSIDERATO, ulteriormente, che:
– la compagnia di navigazione tedesca Hapag-Lloyd rappresentava, nel Porto canale di Cagliari, il principale operatore di movimentazione container;
– il 16 giugno 2017, nel giornale on line inforMARE, la compagnia Hapag – Lloyd comunicava la cancellazione degli scali al porto di Cagliari nell’ambito dei collegamenti tra il subcontinente indiano e il nord Europa realizzati con le denominazioni Europe Pakistan India Consortium (EPIC) e Indian Ocean Service (IOS). Comunicava inoltre, che l’ultima partenza programmata dal porto italiano sulla relazione eastbound sarebbe stata quella della portacontainer Teno che avrebbe lasciato il porto di Cagliari il 29 giugno;
– si evince che nella nuova configurazione Cagliari viene letteralmente cancellata con una rotazione del servizio che effettuerà scali ad Amburgo, Anversa, London Gateway, Tanger Mede cc…; ed appare evidente un’azione tesa alla smobilitazione dell’hub cagliaritano;
PRECISATO che:
– nei primi sei mesi del 2017 si è registrato un crollo di circa il 15 per cento rispetto agli altri porti italiani, e lo si evince dai seguenti dati: nel primo trimestre di quest’anno la Medcenter Container Terminal (MCT), che gestisce l’intero traffico containerizzato del porto di Gioia Tauro, ha movimentato 666 mila teu (+1 per cento); nel porto della Spezia la filiale La Spezia Container Terminal (LSCT) ha movimentato 312mila teu (+18 per cento) e nel porto di Cagliari la filiale Cagliari International Container Terminal (CICT) 148mila teu (-15,3 per cento); nel Salerno Container Terminal (SCT) del porto di Salerno sono stati movimentati 72mila teu (+9,8 per cento);
– ad oggi, come si legge dagli organi di stampa, il traffico ha subito una riduzione di circa l’80 per cento generando uno stato di crisi non indifferente soprattutto tra i lavoratori che rischiano il licenziamento;
CONSIDERATO, inoltre, che:
– dal 2003 ad oggi non è stato fatto nessun concreto investimento né pubblico né privato facendo venir meno la flessibilità e l’efficienza dei processi portuali in cui il porto primeggiava;
– dal 2016 giacciono in attesa delle relative autorizzazioni amministrative progetti per oltre 100 mila euro, proposti sia dal Consorzio industriale di Cagliari che dall’Autorità del sistema portuale del Mar di Sardegna, finalizzati a migliorare il livello dei servizi e delle infrastrutture del porto industriale e a rendere effettivamente fruibili oltre 200 ettari a ridosso della banchina di levante;
– dal 2015 il progetto per la realizzazione della zona franca di Cagliari, promosso dal Consorzio industriale di Cagliari e necessario a infrastrutturare i primi 6 ettari di aree destinate al regime doganale esente, è in attesa delle concessioni edilizie e che è pronto il progetto esecutivo per l’infrastrutturazione di ulteriori 30 ettari;
– la proposta di istituzione della Zona economica speciale nelle aree periportuali, presentata dalla Giunta regionale al Governo nel 2018, è ancora in attesa di riscontro;
– con la cancellazione delle due grandi rotte, avvenuta il 29 giugno 2017, è venuto meno l’accesso ai principali mercati internazionali;
– si sta mettendo a rischio un intero sistema, facendo venir meno le opportunità di sviluppo offerte dai 900.000 mq disponibili per la crescita del terminal e di altre infrastrutture industriali e logistiche, che doveva essere potenziato per il rilancio della Sardegna, il mantenimento e la creazione di nuovi posti di lavoro;
VISTO il verbale di riunione tenutasi il 20 giugno 2017 tra i rappresentanti del Porto industriale di Cagliari e i sindacati, dove questi ultimi esprimono forte preoccupazione per il futuro del Porto canale di Cagliari e auspicano che si trovino tutte le soluzioni possibili per sfruttare al massimo tutte le potenzialità offerte dell’intera struttura così da rilanciare e rendere altamente competitiva l’intera attività portuale;
VISTA l’attuale situazione di crisi che mette a rischio un ingente numero di posti di lavoro salvaguardati finora dall’attivazione dei contratti di solidarietà che scadranno a fine aprile prossimo e che fa presagire prospettive allarmanti, si ritiene opportuno:
– individuare le carenze strutturali e adeguarle ai nuovi standard affinché il porto canale diventi competitivo rispetto agli altri scali del Mediterraneo;
– avviare i progetti già finanziati e che attendono il rilascio delle autorizzazioni amministrative
– attuare una fiscalità di vantaggio così da rilanciare lo scalo cagliaritano rendendo operativa la Zona franca ed istituendo la Zona economica speciale;
– prevedere, in attesa che il porto riprenda le proprie attività, la cassa integrazione speciale per i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro,
impegna il Presidente della Regione
1) a promuovere un’immediata verifica ed eventualmente, attraverso l’apertura di un tavolo tecnico con tutte le parti coinvolte al processo produttivo del terminal, a mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di individuare le soluzioni che consentano non solo la prosecuzione delle attività, ma il rilancio ed il potenziamento delle stesse, così da rendere il terminal altamente competitivo nell’interesse dello sviluppo della Sardegna e scongiurare la conseguente perdita di un ingente numero di posti di lavoro;
2) a riferire in Aula gli esiti dell’incontro che si è tenuto il 15 aprile 2019 presso il Ministero dei trasporti.
Cagliari, 17 aprile 2019