CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Ufficio Stampa
Nota stampa della seduta n. 49 Antimeridiana
giovedì 27 febbraio 2025
Riforma sanità, prosegue la discussione sul Disegno di Legge n.40. Approvato l’art.1.
Cagliari 25 febbraio 2025 – I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Piero Comandini. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha proseguito l’esame del primo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge 40 “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24”
Sull’ordine dei lavori è intervenuto Franco Mula (Fi) che ha invitato il presidente Comandini a sospendere i lavori per dieci minuti per consentire di avere il numero legale. Proposta appoggiata anche dal capogruppo del Pd, Roberto Deriu, che ha chiesto la sospensione per una breve riunione di maggioranza. Il presidente Comandini ha sospeso i lavori fino alle 10,30.
Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha aperto la discussione sull’articolo 1 e sugli emendamenti. Dopo il parere espresso dalla Sesta commissione e dalla Giunta regionale, è intervenuto il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, sull’ordine dei lavori e ha chiesto che sia data la possibilità di presentare emendamenti prima dell’inizio dell’esame dell’articolo a cui si riferiscono, come si è sempre fatto. Il presidente Comandini ha ricordato che il regolamento prevede che si possano presentare emendamenti fino a un’ora prima dell’inizio della seduta in cui si esaminerà l’articolo in questione.
Sull’articolo 1 il primo a intervenire è stato Fausto Piga (FdI) che ha sottolineato come le intenzioni della maggioranza non siano cambiate e ha parlato di “masochismo politico”, visto che questa legge non piace a nessuno e sta facendo arrabbiare tutti. Piga ha ricordato che uno dei principali sindacati l’hanno giudicata una legge dannosissima per il sistema sanitario e che non c’è bisogno di una nuova riforma, ma di far funzionare quello che c’è. Il consigliere di FdI ha chiesto che il Dl venga chiamato con il suo nome per rispetto nei confronti dei cittadini, visto che il testo parlerà di sanità ma non di diritto alla salute, non fa cenno, ha detto, alla sanità territoriale, alle liste d’attesa, all’edilizia sanitaria. Non ci sono proposte concrete, ha continuato, ma solo la volontà di commissariare le aziende sanitarie per nominare persone di fiducia. Lo spoil system, ha detto, non si può fare e si rischia di causare un danno erariale.
La consigliera Alice Aroni (Misto) ha parlato che dati del Ministero della Salute. “Proprio ieri il Ministero ha pubblicato i dati sui Lea”, e ha aggiunto che evidenziano come “la Sardegna abbia registrato il miglior progresso in assoluto, guadagnando 8,63 punti grazie ai miglioramenti nella prevenzione e nell’assistenza territoriale”. Aroni ha proseguito: “L’affermazione che avete posto a base di questa pseudoriforma è falsa e ne sarete chiamati a rispondere in un giudizio, come per le altre amenità che avete scritto in questo disegno di legge 40”. Aroni ha poi affermato che la maggioranza ha presentato soltanto emendamenti canguro per giocare a far cadere quelli dell’opposizione, ma non è un gioco, ha detto, perché si sta parlando della salute dei cittadini. Per Aroni non c’è niente di urgente in questa norma, se non sostituire i direttori generali, che non hanno ancora avuto gli obiettivi dall’assessorato.
D’accordo con la collega Aroni il consigliere Corrado Meloni (FdI) sugli emendamenti canguro, che evidenziano lo spirito con cui la maggioranza sta affrontando i problemi della sanità. Per Meloni l’atteggiamento dell’assessore è di sufficienza e ha ricordato che tutte le osservazioni manifestate dagli auditi in commissione non sono state ascoltate. C’è solo la fretta, ha detto, di arrivare al commissariamento dei direttori generali delle Asl. Meloni ha anche sottolineato quanto ieri hanno detto i rappresentanti della Cgil. Per il consigliere la maggioranza, con questo disegno di legge, non sta affrontando alcun problema reale e non sta pensando al diritto alla salute dei sardi. L’esponente della minoranza ha esortato l’assessore della Sanità a convincere la sua maggioranza a ritirare il disegno di legge.
Per Cristina Usai (FdI) non c’è alcuna urgenza visto che la norma “è rimasta dormiente per sei mesi” e ha sottolineato che la maggioranza sa bene che non sta risolvendo i problemi della sanità sarda, ma sta soltanto cambiando le poltrone. La consigliera ha ricordato che se, prima di questo Dl, fosse stata approvata la Finanziaria si sarebbero potute utilizzare le risorse necessarie per cercare di risolvere i problemi della sanità sarda. Per Usai “i cambiamenti ci sono ma solo in negativo” e ha ricordato che i pazienti sardi chiedono soltanto di potersi curare senza lunghe attese e che gli auditi avevano lanciato appelli alla maggioranza, caduti però nel vuoto.
Il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha voluto sottolieneare che quella in esame non è una leggina, ma un legge in attuazione dei poteri tipici dell’autonomia. E ha parlato di una mistificazione dell’attività che sta svolgendo il Consiglio. Si stanno, ha detto, utilizzando i poteri che derivano dallo Statuto per cui “abbiamo una legge che interviene nel mutare, nell’adeguare l’assetto organizzativo e istituzionale”. Poi rivolgendosi ironicamente alla consigliera Aroni le ha chiesto, visti i dati che parlano di una sanità che funziona bene, di renderlo noto a tutti i cittadini sardi che attendono per gli esami e le cure.
Per Stefano Schirru (Misto) è un tema troppo importante per fare ironia e ha chiesto alla maggioranza di conoscere che idea abbia della sanità in Sardegna. Evidenziando il silenzio e l’imbarazzo della maggioranza, Schirru ha chiesto all’assessore Bartolazzi: “Ci faccia capire esattamente che tipo di riforma, che tipo di sanità voi avete in mente”, e ha aggiunto chiedendo cosa proponga questa legge a parte il commissariamento, che se pur condivisibile perché “chi governa deve governare a 360 gradi” non si può fare perché “bisognerebbe cambiare la legge nazionale ovvero chiedere al nostro Parlamento di legiferare sul fatto che i direttori generali delle Asl siano assimilati ai direttori generali della Regione”. Per Schirru si parla di riorganizzazione, ma si sarebbero potuti utilizzare gli atti aziendali, convocare i direttori generali, fare anche una manifestazione di interesse per aprire una mobilità compensativa in tutta la Sardegna, “perché credo che uno degli aspetti che oggi sta mortificando la sanità sia legato anche al malcontento degli operatori sanitari”. Il consigliere ha citato anche la differenza retributiva tra medici strutturati e medici a gettone.
Per Alessandro Sorgia (Misto) è stata la presidente della Regione, Alessandra Todde, a decidere che si dovesse “anteporre questa leggina” alla manovra finanziaria. Per il consigliere questa decisione e questo atteggiamento remissivo porterà alla sconfitta della coalizione di maggioranza quando si ripresenterà alle urne e ha aggiunto: “Mi auguro che questa legislatura finisca il prima possibile”. Sorgia ha accusato la maggioranza di superficialità e pressappochismo, di aver provocato ritardi e danni alla Sardegna con la decisione di anteporre alla Finanziaria il DL 40. Il consigliere di minoranza ha anche ricordato la decisione di non portare in Aula la Pratobello24 e ha esortato la Giunta a ritirare il disegno di legge in discussione: “Siete ancora in tempo”. (Eln)
Il consigliere Franco Mula (FdI) ha contestato l’interpretazione regolamentare che consente la presentazione degli emendamenti agli emendamenti due ore prima dell’inizio della seduta e non già due ore prima della discussione dell’articolo al quale si riferiscono. Dopo questa sottolineatura, l’esponente della minoranza ha ribadito critiche ai contenuti del Dl 40 («non risolve nessuno dei problemi che penalizzano i sardi»), evidenziando l’assenza di stanziamenti (a causa della mancata approvazione del bilancio) e rimarcando come unico obiettivo della norma quello della nomina dei commissari nelle aziende sanitarie. «Nella passata legislatura – ha dichiarato Mula – noi abbiamo mantenuto in carica i manager nominati dai nostri predecessori, fino alla scadenza del contratto».
Concetti ribaditi anche dalla consigliera Francesca Masala (FdI) che, nel corso del suo intervento ha elencato le criticità del sistema sanitario sardo (liste d’attesa interminabili, reparti sotto organico, turni insostenibili, pronto soccorso al collasso, carenza dei servizi in periferia, fuga di medici e infermieri, concorsi deserti, medicina territoriale carente, mancanza di continuità assistenziale, mobilità sanitaria e costi enormi per la Regione) per arrivare ad affermare “che l’approvazione del Dl 40 non risolverà alcuno dei problemi che gravano sui cittadini e le cittadine della Sardegna”. «Una legge senza risorse – ha insistito Masala – non può essere una riforma e con zero euro ci saranno zero cambiamenti ma questo provvedimento rischia di creare più incertezza e confusione introducendo un sistema di controllo politico nella gestione della sanità sarda».
Il consigliere Umberto Ticca (Riformatori) ha dato lettura integrale del titolo dell’articolo 1 del Dl 40 per enfatizzarne il richiamo allo Statuto sardo: «Il riferimento allo Statuto non è banale ma questa è solo una leggina per i modi e i contenuti con i quali interviene per migliorare il sistema sanitario sardo». «Ad un anno dalle elezioni si interviene in maniera ininfluente sulla qualità dei servizi erogati al cittadini – ha proseguito l’esponente della minoranza – e nessun beneficio è atteso, se se non quello di consentirvi di procedere con i commissariamenti che come tutti sanno saranno oggetto di impugnazione e produrranno ulteriori contenziosi». Ticca ha quindi fatto riferimento ai dati sui Lea 2023 che riconoscono avanzamenti della sanità sarda nella graduatoria nazionale: «I dati su esposti nella relazione al provvedimento sono diversi da quelli reali e attuali e non sono dunque gli ultimi disponibili, siete quindi in tempo per rimandare la legge in commissione e consentire al Consiglio di poter lavorare su un tema urgente e importante come è quello della sanità».
Il consigliere Gianluigi Rubiu (FdI) ha lamentato i ritardi con i quali l’assessore della Sanità e la Giunta («tranne poche eccezioni») trasmettono le risposte dovute alle interrogazioni dei consiglieri regionali. «Ricordo il contenuto della prima da me presentata il 13 dicembre 2024 – ha attaccato l’esponente della minoranza – dove si reclamava attenzione per i i tempi massimi nell’erogazione delle prestazioni ambulatoriali e specialistiche». Rubiu ha quindi fatto riferimento al congestionamento delle grandi strutture ospedaliere dei due principali agglomerati urbani per lamentare assenza di strategia, pianificazione e programmazione. «Il Dl 40 non risolve i problemi – ha concluso il consigliere eletto nel Sulcis – ma serve soltanto a rimuovere dall’incarico i direttori generali attualmente in carica per e sostituirli con persone gradite alla maggioranza».
«L’articolo 1 è modesto e inutile», con questa affermazione il capogruppo di FdI, Paolo Truzzu, ha bollato il principio del Dl 40 e ha quindi proseguito il suo intervento, riferendosi a quello del capogruppo Pd, Roberto Deriu, per richiamare l’attenzione sul ruolo e le funzioni del Consiglio e dei consiglieri, così come è stato riconosciuto nello Statuto dai padri costituenti. «Il Consiglio – ha affermato l’esponente della minoranza – non può essere ridotto a passacarte per decisioni assunte al di fuori da qui, perché la maggioranza, nella discussione del Dl 40 è sottoposta ai diktat della presidente». Truzzu ha quindi denunciato l’assenza di modifiche al testo originario che diano riscontro alle proposte degli intervenuti nel corso delle audizioni in commissione: «Lo dice anche la Cgil che ieri con la sua manifestazione ha fatto la veglia funebre alla vostra riforma che anche quando approvata, era, resta e sarà sempre una leggina».
Il capogruppo di Fi, Angelo Cocciu, ha sottolineato gli avanzamenti della sanità sarda nel 2023 («come certificato dalla graduatoria nazionale dei Lea») ed ha evidenziato la contrarietà al Dl 40 manifestata non soltanto dai portatori di interesse («ve lo ha detto persino la Cgil»). «Nessuno di voi sarebbe voluto arrivare a questo punto – ha aggiunto l’esponente della minoranza – soltanto la presidente della Regione lo ha voluto». Cocciu ha concluso il suo intervento con una provocazione: «Ricordate di inserire in finanziaria le risorse per pagare i direttori delle Asl che andrete a sostituire con i commissari».
Il consigliere Giuseppe Talanas (Fi) ha ironizzato sul titolo del Dl 40 («dovevate chiamarla commissariamento omnibus») e rivolgendosi alla maggioranza ha affermato: «Avete preso gusto ai commissariamenti, dopo le province, ecco i direttori delle Asl e noi ci auguriamo che non vogliate commissariare anche il Consiglio regionale». Il provvedimento in discussione, a giudizio di Talanas, lede diritti acquisiti dei direttori generali ed è dunque particolarmente pericoloso: «Non vorrei che per analogia farete una legge per cambiare i dirigenti e persino i lavoratori». Nel finale, il riferimento alle dichiarazioni rese in Aula dall’assessore della Sanità in conclusione della discussione generale: «Comprendo la difficoltà dell’assessore nel riempire i 15 minuti a sua disposizione per l’intervento, dinanzi ad un provvedimento privo di contenuti e che ha una sola finalità, i commissariamenti, ma al mio paese si dice “a narrer b’at semper tempus”».
Il capogruppo di Sardegna 20Venti, Antonello Peru /S20Venti) ha svolto un puntuale esame dei 15 emendamenti presentati dalla Giunta per affermare: «Con le vostre proposte di modifica riconoscete la legge approvata nella passata legislatura, come legge di riforma del sistema sanitario e avanzate semplici adeguamenti, rispetto alle novità normative nel frattempo intervenute e che confermano così che per intervenire sul sistema sanitario, sono sufficienti provvedimenti della Giunta». «Nel proseguo della discussione sulla’rticolato – ha concluso l’esponente della minoranza – emrgerà con chiarezza che il Dl 40 è solo un provvedimento di adeguamento alla riforma approvata nella passata legislatura con legge 24». (A.M.)
Piero Maieli (Forza Italia), ha invitato la maggioranza a tornare sui suoi passi: «E’ vero che avete ereditato una macchina rotta ma anziché cambiare la macchina pensate di cambiare il pilota – ha detto l’esponente azzurro – Vi state concentrando sulla governance del sistema sanitario pensando che sia questo il vero problema. I numeri recentemente pubblicati dicono però il contrario. Ci sono dati incoraggianti, il commissariamento delle Asl sembra inutile. Sarebbe meglio collaborare con i direttori generali delle Asl anziché pensare a cambiarli. Il cambiamento andrebbe a bloccare il trend positivo come dicono i numeri. Non perdiamo tempo». (Psp)
Alla ripresa dei lavori, il presidente Comandini ha messo in votazione l’emendamento 3, soppressivo totale del DL 40. Per l’on. Fausto Piga (FdI) i cittadini chiedono di intervenire sulle liste d’attesa, sulla sanità territoriale e più in generale di tutto quello di cui non si parla in questa legge. Voi non volete fare gli interessi del popolo ma usare il popolo per il vostro interesse e cioè commissariare i direttori generali”.
Rivolta al capogruppo del Pd l’on. Alice Aroni ha detto: “La sua arte oratoria non basta. La verità vi fa male, non riuscite a prendere le distanze dall’assessore e dalla presidente? Il popolo sardo è contro di voi”.
L’on. Truzzu (FdI) ha annunciato il voto positivo all’emendamento e ha chiesto ironicamente che la collaborazione tra i sardi e il popolo sudanese prosegua sempre proficuamente nonostante le dichiarazioni dell’assessore Bartolazzi”. Invece, l’on. Mula (FdI) “l’opposizione avrebbe potuto presentare 2 mila emendamenti, non trecento. Ma se l’atteggiamento della maggioranza è di chiusura verso il nostro contributo è evidente che noi agiremo di conseguenza”.
Talanas (FI) ha denunciato “il silenzio della maggioranza: nessuno dei colleghi si è iscritto a parlare. Ma mi rendo conto che nella maggioranza ci sono divergenze visto che tanti avrebbero voluto portare in Aula la Finanziaria, non questa legge sul commissariamento omnibus”. Per Sorgia (Lega) “siete arrivati all’occupazione militare di tutte le poltrone disponibili ma i sardi non possono più aspettare una sanità che funzioni”.
Sempre dai banchi di Fratelli d’Italia l’on. Corrado Meloni: “Non volete emendare questa legge, vi interessano soltanto i commissariamenti. E tutti sappiamo che rallenteranno la macchina sanitaria mentre fioccheranno ricorsi che qualcuno pagherà”. Poi l’on. Francesca Masala (FdI): “Siamo di fronte a modifiche di facciata, senza risorse aggiuntive. A seguire l’on. Cristina Usai (FdI): “Avete un solo obiettivo, cambiare gli occupanti delle poltrone”.
Per i Riformatori il capogruppo Ticca ha detto: “Emerge sempre lo stesso tema e ciò che in questa legge non c’è nulla di urgente nonostante sia urgente migliorare la Sanità sarda. Volete procedere ad alcune nomine e siamo curiosi di vederli i vostri nomi, visto che il panorama dei direttori generali lo conosciamo e non è così ricco”.
Per Cera (FI) “il testo della legge è stato stravolto rispetto a quello discusso in commissione. Emerge con chiarezza il tradimento delle aspettative dei sardi”. Rubiu (FdI) ha ricordato le esternazioni dell’assessore Bartolazzi sin dall’inizio dell’incarico e ironicamente ha detto: “Non voterò una mozione di sfiducia contro Bartolazzi perché è una risorsa e noi questo assessore lo vogliamo per i prossimi quattro anni”.
Poi Antonello Peru (Sardegna al centro) e Cocciu (FI):”E’ una legge invotabile”.
L’emendamento 3 è stato respinto dall’Aula. A seguire Piga (FdI) si è rivolto all’assessore Bartolazzi e ha detto: “Finita questa riforma lei sarà sostituito perché non è utile a risolvere i problemi della sanità della Sardegna”.
Il presidente Comandini ha quindi messo in votazione gli emendamenti agli emendamenti n.392, 393, 394, 395 che sono stati respinti
Sull’emendamento n.400 è intervenuto l’on. Antonio Solinas (Pd) “nel 2014 avevamo una sanità disastrosa e noi istituimmo l’Ats rinunciando a nominare otto nuovi direttori generali. Avete rivinto le elezioni nel 2019 e siete tornati a nominare i direttori, non certo per nominare una sanità migliore. Tutto per dire che voi non avete titolo per parlare di poltronificio”. A Solinas hanno replicato gli onorevoli Piga e Meloni di Fratelli d’Italia e l’on. Antonello Peru (Sardegna al Centro Venti/20) che, rivolto al collega Antonio Solinas (Pd), ha detto: «La nostra riforma del 2020 era strutturale, ispirata dal nostro impegno con gli elettori e dai cittadini che chiedevano l’avvicinamento della sanità ai territori». (C.C.)
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu ha detto di non aver voluto offendere la maggioranza con il suo intervento precedente annunciando poi il suo voto favorevole all’emendamento n.400.
A favore si sono pronunciati anche i consiglieri Gigi Rubiu (FdI), Franco Mula (FdI), Cristina Usai (FdI), Alice Aroni (Misto), Alessandro Sorgia (Misto), Emanuele Cera (FdI) ribadendo il loro giudizio negativo sul provvedimento i discussione.
Messo in votazione l’emendamento n. 400 è stato respinto.
Bocciati anche gli emendamenti agli emendamenti n.396 e, con voto elettronico n.397, 398 e 399.
L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento sostitutivo totale n.281 della Giunta regionale che è stato approvato. Il testo riscrive l’art 1 specificando che l’intervento normativo in discussione si pone come obiettivo l’adeguamento organizzativo del sistema sanitario per procedere alla razionalizzazione e funzionalizzazione degli enti della sanità al fine di garantire e migliorare un’adeguata erogazione dei Lea sul territorio regionale.
Il presidente Comandini ha quindi sospeso i lavori e convocato la Conferenza dei capigruppo. Al rientro i Aula, il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio si riunirà martedì prossimo alle 10. (Psp)