Mozione n. 57

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 57

(Discussa il 01/10/2019 – Approvata in Aula il 01/10/2019)

PIRAS – GIAGONI – MELE – SAIU – CANU – ENNAS – MANCA Ignazio per richiedere la piena operatività dell’Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS), istituito dalla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23, articolo 9, in particolare nell’adozione di provvedimenti riguardanti la valorizzazione del territorio regionale, delle specie di fauna selvatica presenti sull’Isola e dei relativi habitat riproduttivi attraverso studi mirati alla loro corretta gestione, tramite le università e gli organismi scientifici nazionali ed internazionali all’uopo istituiti, nonché una costante tutela di tale patrimonio facendo ricorso ai corpi di vigilanza ambientale preposti, appositamente istruiti e dotati di comprovate competenze specifiche in materia.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’attività venatoria ha da sempre ricoperto in Sardegna un rilevante ruolo socio-economico-culturale nell’identità dei propri abitanti, avendo origini antichissime e riguardante tutti i ceti sociali;
– i praticanti di tale attività sono stimati (secondo i dati delle Questure e delle Prefetture) in circa 40.000 residenti, autorizzati a detenere ed utilizzare armi. A questi vanno aggiunti gli operatori dei settori collaterali connessi (allevatori di cani da caccia e di selvaggina, produttori di mangimi, commercianti di veicoli fuoristrada, di armi ed abbigliamento sportivo, aziende di distribuzione di carburante, di ristorazione, titolari di ZAC e di Aziende agrituristiche venatorie, ecc.), circa 600 aziende;
– negli ultimi vent’anni il territorio regionale destinato all’attività venatoria si è particolarmente ridotto a causa dell’espansione dei centri abitati, delle zone industriali, delle aree percorse da incendi, dell’istituzione di fondi chiusi, zone di protezione faunistica, parchi ed oasi, delle coltivazioni agricole e forestali, degli allevamenti intensivi di bestiame e delle politiche di disboscamento per miglioramento fondiario. Il risultato è il crescente depauperamento della fauna stanziale e migratoria per mancanza di habitat; è pertanto urgente ed indispensabile una moderna gestione del territorio residuo e del patrimonio faunistico regionale per la conservazione della fauna selvatica e dei suoi habitat riproduttivi in armonia con gli interessi degli amanti di tale attività sportiva e quelli degli agricoltori ed allevatori, sui cui fondi viene prevalentemente esercitata;

CONSIDERATO che:
– la Sardegna presenta notevoli differenze geografiche, ambientali, climatiche, meteorologiche e faunistiche rispetto al resto del territorio nazionale e degli altri stati europei che, purtroppo, hanno imposto all’Italia le loro legislazioni in materia ambientale e venatoria;
– tali differenze non sono mai state oggetto di uno studio specifico certificato, da parte degli organismi tecnico-scientifico locali preposti e per questo istituiti, presupposto fondamentale per la gestione e la conservazione della fauna e del territorio;
– la citata legge regionale n. 23 del 1998 (articolo 9) ha istituito l’Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS), appositamente per la gestione di tali aspetti in collaborazione con i massimi livelli scientifici universitari di settore e con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica, per la corretta pianificazione della gestione faunistica e dell’attività venatoria;
– tuttavia, dal giorno della sua entrata in vigore, l’IRFS si è occupato quasi in via esclusiva di tutela della natura e delle politiche forestali trascurando completamente il compito principale per il quale era stato istituito, ossia quello di organismo tecnico scientifico specializzato per la conservazione della fauna selvatica e dei suoi habitat naturali, per la pianificazione faunistica e dell’attività venatoria, capace di elaborare un Piano faunistico regionale che tenesse conto delle realtà ambientali e faunistiche, delle attività agricolo-pastorali-industriali esercitate nel territorio. Ciò ha consentito che i decreti assessoriali dell’ultimo ventennio riguardanti il prelievo venatorio e la tutela del territorio siano stati emanati senza nessuna programmazione o supportati da alcun valido studio preventivo della fauna e del territorio, divenuti pertanto oggetto costante di pesanti censure da parte del tribunale amministrativo;

RILEVATO che l’articolo 12 della legge regionale n. 23 del 1998 aveva attribuito alle province sarde, oltre ai compiti di pianificazione e tutela dell’ambiente e della fauna, anche quelli in materia di caccia. In seguito ai referendum regionali del 2012, riguardanti anche le istituzioni provinciali, è stato dato avvio a un processo di riorganizzazione amministrativa di questi enti intermedi conclusosi nel 2016 con l’abrogazione delle province istituite nel 2001, ritornando alle precedenti quattro suddivisioni amministrative con l’aggiunta dell’area metropolitana di Cagliari. Dal punto di vista tecnico-operativo, all’abrogazione doveva seguire l’istituzione di 4 unioni e/o associazioni di comuni, oltre all’area metropolitana;

CONSTATATO che:
– ciò però non è avvenuto in quanto con l’esito del referendum costituzionale questo percorso si è interrotto e si è ritornati alle vecchie province, con l’aggiunta dell’area metropolitana. Sta di fatto che i fini istituzionali di cui sopra vengono trascurati da quel che resta delle vecchie province;
– in conseguenza di ciò i vari assessori di turno, prima di promulgare un calendario venatorio, in mancanza di quello degli organismi locali preposti, sono costretti ad avvalersi dei pareri dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ente pubblico di ricerca nazionale, istituito con la legge n. 133 del 2008 e sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che, tuttavia, ignorando le differenze geografiche, ambientali, climatiche, meteorologiche e faunistiche della Sardegna, ha contribuito all’emanazione di provvedimenti non appropriati alla realtà isolana;

OSSERVATO che l’attività venatoria riveste, come evidenziato in premessa, una notevole importanza per i diretti appassionati, ma sopratutto è un grosso ritorno economico per l’indotto e per il terziario che vi ruotano attorno, ivi compresi la Regione stessa e lo Stato che annualmente incassano cospicue somme per le tasse sulle concessioni amministrative rilasciate, è quindi necessario che l’attuale Giunta regionale presti la dovuta attenzione alle richieste provenienti dal settore venatorio, quantomeno dando operatività a quelle leggi regionali già esistenti,

impegna il Presidente della Regione, la Giunta regionale, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, unitamente all’Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione, all’Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio e all’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale

ad interessarsi al caso segnalato ed ad intervenire affinché l’Istituto regionale per la fauna selvatica (IRFS), previsto ed istituito dall’articolo 9 della legge regionale n. 23 del 1998, si riappropri di tutte le sue specifiche competenze di organismo tecnico scientifico, specializzato per la conservazione della fauna selvatica e dei suoi habitat naturali, per la pianificazione faunistica e dell’attività venatoria, capace di elaborare, anno per anno, un Piano faunistico regionale che tenga conto delle realtà ambientali e faunistiche, delle attività agricolo-pastorali-industriali esercitate nel territorio:
1) potenziando il personale, se del caso, tramite concorso;
2) individuando le eventuali risorse finanziarie necessarie per una gestione oculata dell’attività venatoria in Sardegna, in armonia col territorio e gli interessi degli allevatori e coltivatori;
3) coinvolgendo nel progetto il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e l’Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell’ambiente della Sardegna (FoReSTAS) per i censimenti ed ogni opportuno parere in materia, in modo da relegare all’ISPRA, ai dipartimenti faunistici delle altre regioni ed a quelli universitari nazionali ed esteri, un ruolo meramente consultivo di confronto, eventuale e non vincolante, per i provvedimenti regionali, in modo tale che l’attività svolta, su basi locali, dall’Istituto regionale faunistico sardo in collaborazione con commissioni ed organismi cointeressati alla gestione del patrimonio faunistico comune delle specie stanziali e migratorie, assuma, oltre all’autonomia, anche una rilevanza scientifica a livello nazionale ed internazionale.
Per il buon esito della gestione del territorio e della fauna selvatica da parte della Regione, è indispensabile il coinvolgimento e la collaborazione delle categorie dei coltivatori e degli allevatori in quanto le loro attività produttive, che insistono sugli stessi territori sui quali viene praticato l’esercizio venatorio, dovranno essere compatibili con la tutela della fauna e dell’habitat riproduttivo della stessa. Da ciò consegue che l’erogazione delle provvidenze regionali dovà essere proporzionata e subordinata al contributo fattivo che questi daranno a salvaguardia dell’ambiente e delle specie selvatiche che lo popolano.
Secondo il dettato della stessa legge, l’IRFS dovrà essere dotato di personale regionale provvisto di competenza e di professionalità specifica, riconosciuta attraverso validi titoli abilitativi e di esperienza in materia, acquisita e documentata. Data l’importanza delle funzioni dell’Istituto, qualora il personale già in servizio presso l’Amministrazione regionale, ed in particolare presso gli uffici titolari di funzioni in materia di fauna selvatica, non sia sufficiente ovvero non venga giudicato adeguato per assolvere i delicati compiti previsti o risulti numericamente insufficiente a coprire l’intera dotazione organica, all’Istituto viene assegnato personale espressamente assunto con concorso pubblico per titoli ed esami.
Sarà infine cura dell’Assessore regionale della difesa dell’ambiente, sentite le commissioni consiliari competenti in materia di personale, di ambiente e di attività produttive, proporre quanto prima alla Giunta regionale la definizione della dotazione organica dell’Istituto regionale per la fauna selvatica e di quant’altro abbia bisogno per essere al più presto funzionale.

Cagliari, 20 agosto 2019

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